Geopolitica & migrazioni. Non un fenomeno spontaneo, ma la precisa intenzione di una classe dirigente privilegiata e speculatrice.

A Genova un dibattito con Daniele Scalea.

Nuovo appuntamento, presso la sede UGL di Genova, per l’associazione studentesca Le Radici del Futuro, che ha inaugurato la stagione 2019/20 organizzando un incontro con Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Machiavelli (e autore, per Historica edizioni, di “Immigrazioni. Le ragioni dei populisti”), sull’argomento “Geopolitica & migrazioni”. L’evento è stato presentato da Tommaso Pinazzi, consigliere comunale.

Argomento duplice, esposto da Scalea come un tutt’uno. Ossia: il fenomeno migratorio spiegato attraverso la geopolitica. Partendo dall’insostenibile crescita demografica dell’Africa, che ormai sta per surclassare l’Asia, dal fatto che i movimenti migratori africani, una volta intracontinentali, ora sono sempre più diretti verso l’Europa, e dall’espansione esplosiva della popolazione nigeriana.

Le tesi di Scalea sono opposte a quelle delle classi dirigenti occidentali, che con sempre maggior evidenza rifiutano di rimediare alla deriva disperante che la sproporzione fra crescita demografica e mancanza di risorse porta in Africa, e che propugna invece lo svuotamento dei ranghi generazionali occidentali.

Il dibattito pubblico ha minimizzato il fenomeno, ritenendo minime le quote di immigrati in Italia, ignorandone deliberatamente l’aumento vertiginoso: e la tendenza sembra portare a un’Italia in cui nel 2100 gli italiani “etnici” saranno meno della metà della popolazione nazionale.

Scalea smentisce, citando professori di Harvard, le tesi di chi pretende che gli immigrati portino ricchezza: storicamente, le immigrazioni di massa danneggiano le economie locali, e fanno male ai ceti bassi – i lavoratori in arrivo sono poco qualificati, e fanno concorrenza ai loro “pari grado”; con buona pace dei ceti alti, che anzi possono così compiacersi di poter sfruttare manodopera a basso costo.

La stessa classe dirigente che ha preferito, al modello del “melting pot” americano di pochi decenni fa (che aggregava le comunità allogene, avvicinandole alla nazione ospitante in piena integrazione), l’attuale disastro del “salad bowl” (che le tiene distinte fra loro, permettendo che si chiudano in se stesse: come succede nelle città europee – Londra, Bruxelles, Copenhagen, Goteborg, con tutto quel che ne consegue: disagio, emarginazione, derive criminali).

Un quadro fosco, quello di Scalea, e ahinoi realistico. Che dietro l’immigrazione di massa ci sia non un fenomeno spontaneo, ma la precisa intenzione di una classe dirigente privilegiata e speculatrice, è un dato di fatto ben dimostrabile. Scalea questo fa: argomenta e dimostra, senza scadere nel semplicismo da social network; seguendo così quella che è anche la linea di Le Radici del Futuro – spiegare i più cogenti fenomeni d’attualità con attenzione, senza sottostare ai dettami del pensiero unico e senza indulgere in slogan banalizzanti.

Tommaso De Brabant

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Articolo pubblicato il 05/10/2019