Diritti umani in Tibet

Approvato Odg per fermare la feroce repressione

“E’ necessario impegnarsi affinché vengano messe in atto tutte le strategie possibili per fermare la feroce repressione in atto in Tibet”.

 Lo ha detto questa mattina, in apertura della seduta del Consiglio regionale, il consigliere del Pdl Giampiero Leo, presidente dell’Associazione regionale per il Tibet e i diritti umani, chiedendo all’Assemblea di porre in votazione un ordine del giorno che impegna il Consiglio e la Giunta regionale in questa direzione.

 

“Il contenuto di questo Ordine del Giorno – ha spiegato Leo – è stato concordato lo scorso 10 maggio, quando l’Associazione regionale per il Tibet e i diritti umani si è riunita per discutere e approvare il piano di attività per il 2011. Durante la riunione, si è deciso di organizzare per il prossimo luglio una tre giorni sulla difesa della libertà religiosa e di invitare in Piemonte, in occasione del suo primo viaggio all’estero, il neoeletto premier tibetano, Lobsang Sangay”.

 

Il documento, approvato oggi all’unanimità dal Consiglio regionale, tocca numerosi punti, a partire dal cordoglio ai famigliari del giovane Phuntsok, monaco  del monastero di Kirti  auto-immolatosi  per protestare contro l’occupazione illegale del suo Paese. L’ordine del giorno esprime quindi la solidarietà della Comunità Piemontese ai rappresentanti del “Congresso della Gioventù Tibetana, che da settimane hanno intrapreso uno sciopero della fame ad oltranza per protestare contro la feroce repressione in atto nel Tibet Orientale.

 

E' stato inoltre dato mandato all’Associazione per il Tibet ed i Diritti Umani di organizzare, nel più breve tempo possibile, una iniziativa pubblica di informazione e sensibilizzazione su quanto accade attualmente nel Paese delle Nevi. E ancora, il documento invita i Parlamentari Europei eletti  nella Circoscrizione Nord-Ovest a sottoporre con urgenza al Parlamento Europeo una risoluzione che chieda al Governo della Repubblica Popolare Cinese il pieno rispetto delle Convenzioni Internazionali sottoscritte e l’immediata cessazione di ogni forma di repressione delle pacifiche manifestazioni di dissenso del Popolo Tibetano.

 

Infine si chiede al Governo italiano di proporre al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite di aprire una indagine sulle ripetute e sistematiche violazioni dei diritti umani da parte del Governo della Repubblica Popolare Cinese

 

“E’ da anni – ha precisato Leo – che il Consiglio regionale del Piemonte, con l’approvazione di numerosi Ordini del Giorno, denuncia le sistematiche violazioni dei diritti umani in Tibet, che ciò nonostante proseguono senza tenere in alcun conto trattati e convenzioni internazionali. Ne è un esempio la perdurante deportazione di massa di pastori nomadi e contadini tibetani nei villaggi socialisti, che ha già privato  due milioni di tibetani di ogni mezzo di sussistenza prefigurando inoltre una vera e propria pulizia etnica in molte aree del Paese.

 

Leo ha altresì fatto cenno alla campagna di ‘rieducazione patriottica’ lanciata dalle autorità centrali nei mesi scorsi con l’obiettivo dichiarato di costringere i religiosi di tutti i monasteri tibetani all’abiura; e ancora, l’inasprirsi della repressione di ogni forma di dissenso culminato nell’arresto arbitrario di centinaia di religiosi del monastero di Kirti e nell’eccidio di quanti hanno cercato di impedirne l’arresto: così come l’uso sistematico della tortura nei confronti di tutti i prigionieri.

 

“Di fronte a questa recrudescenza delle persecuzioni – ha concluso Leo – abbiamo il dovere di intervenire, con l’auspicio che  il nuovo Premier Tibetano Lobsang Sangay ed il nuovo Parlamento possano definire una strategia che contrasti anche i tentativi di delegittimazione di recente posti in essere dal Governo cinese”.

 

 

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Articolo pubblicato il 26/05/2011