Il progetto Polaris e la Pera Cunca di Masino (TO)

Ideato da un team di professionisti - gli architetti Mario Tassoni e Fortunato D’Amico e l’artista Cristina Cary - intende stimolare un processo di rilancio culturale del territorio

Fonte: Ufficio Stampa Città metropolitana di Torino.

 

 

Molte civiltà hanno impresso sulle pietre e nelle architetture il percorso dei corpi celesti, per allineare ai ritmi del cielo quelli delle loro azioni sulla terra.

 

L’agricoltura e l’architettura ispirate dalla conoscenza della natura e dallo studio dell’influenza degli astri indicano i principi di base per salvaguardare e curare la Terra.

 

Sono questi i temi al centro del progetto Polaris, ideato da un team di professionisti - gli architetti Mario Tassoni e Fortunato D’Amico e l’artista Cristina Cary - che intende stimolare un processo di rilancio culturale del territorio agendo sulla multidisciplinarietà e sull’archeoastronomia.

 

Il Museo all’aperto di arte e poesia “Giulia Avetta” di Cossano Canavese (TO) si inserisce nel territorio insieme ad altre opere “open air”, collocate nei paesi di Cossano Canavese, Caravino e Settimo Rottaro e realizzate nell’ambito del progetto Polaris in collaborazione con l’Accademia di Brera.

 

Tali opere collegano le tematiche astronomiche del territorio dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea al lavoro artistico degli studenti dell’Accademia.

 

I materiali utilizzati sono il legno, la ceramica, il vetro, la pietra, la terra e l’alluminio.

 

Passeggiando nei boschi in regione Lusenta (da “lucus”, bosco sacro per i romani), sulla collina di Masino (Caravino), si arriva alla Pera Cunca, masso erratico di origine glaciale che “racconta” la cultura celtica attraverso le costellazioni impresse sulla roccia.

 

Il masso è noto da tempo per le sue enigmatiche incisioni e per gli incavi emisferici, le “coppelle”.

 

Fu definito “masso-altare” sin dalla sua scoperta.

 

Le analisi effettuate con altri reperti archeologici hanno evidenziato la possibilità che la pietra indicasse la posizione della levata eliaca della stella Capella (Capra in greco) e la direzione dell’orbita solare.

 

Il temine levata eliaca indica la prima apparizione di una stella, subito prima del sorgere del Sole, dopo un periodo di tempo durante il quale il corpo celeste non era stato visibile, trovandosi al di sopra dell'orizzonte soltanto nelle ore diurne.

 

Tale fenomeno è stato utilizzato da numerosi popoli per il calcolo dei calendari, associando l'inizio dei mesi o delle settimane alla levata eliaca di specifiche stelle.

 

I segni impressi sulla roccia potrebbero quindi delineare un calendario astrale.

 

Per saperne di più: www.polarisproject.eu

 

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Articolo pubblicato il 02/10/2019