Torino. Il Consiglio Regionale del Piemonte approva la richiesta di referendum per l’abolizione del proporzionale.

Soddisfazione dei partiti di maggioranza. L’ostruzionismo delle minoranze ha bloccato il consiglio regionale per tre giorni

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il provvedimento per chiedere il referendum abrogativo della quota proporzionale prevista nella legge elettorale nazionale. E' stato così possibile raggiungere la soglia delle cinque Regioni necessarie per ottenere la consultazione popolare.

Il voto definitivo è giunto ieri sera, dopo tre giorni di sedute fino alla mezzanotte, mentre imperversava l’ostruzionismo delle opposizioni. A favore del documento della Lega tutto il centrodestra, con 31 voti. Centrosinistra e M5s al momento del voto hanno lasciato l'aula.

Degli otto ordini del giorno collegati l'Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).

Con 31 sì della maggioranza l'Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell'Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia  e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.

L'iter, previsto dall'articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.


"Credo che abbiamo fatto il nostro dovere di rappresentanti delle istituzioni, di cittadini piemontesi e di italiani. Da domani si va avanti pensando alle altre urgenze del nostro Piemonte", commenta il governatore Alberto Cirio, di Forza Italia.

Il presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte in Consiglio regionale, Alberto Preioni, esprime così tutta la soddisfazione e l’orgoglio del Gruppo della Lega per questo traguardo: “Anche il Piemonte ha detto “si” alla proposta di legge presentata dalla Lega e già approvata da Veneto, Sardegna, Lombardia e Friuli, la quinta regione che mancava per indire la consultazione popolareAffinché il referendum abrogativo si tenga nel 2020 è necessario che le cinque regioni consegnino la richiesta alla Corte Costituzionale entro il 30 settembre. 

Siamo orgogliosi, prosegue Preioni, di questo risultato, il Piemonte sarà una delle cinque regioni che come previsto dalla Costituzione potranno chiedere il referendum abrogativo. La maggioranza piemontese si è dimostrata compatta su un tema di assoluto buon senso, che consentirà al popolo italiano di modificare la legge elettorale per evitare i ribaltoni. Un sistema più semplice, sul modello di quanto già avviene per i sindaci: chi ottiene anche solo un voto in più, sarà maggioranza.

Nonostante l’opposizione, che purtroppo ha palesato ancora una volta una visione politica improntata alla mancanza di contenuti e alla polemica, anziché agli interessi del popolo, conclude Il capogruppo della lega, la Lega ha fatto vincere le ragioni degli italiani. Lunedì prossimo mi recherò insieme al Presidente Stefano Allasia a Roma per depositare il documento con cui richiediamo il referendum”.

Critico sull’andamento delle sedute consigliari, il capogruppo di Forza Italia Polo Ruzzola, anche a nome del suo gruppo, ci dichiara:

“Ci spiace che le opposizioni abbiano tenuto in ostaggio il Consiglio regionale in questi ultimi tre giorni, così come ci spiace che abbiano cercato di scaricare la responsabilità di questa lunga paralisi sulla maggioranza. Hanno scelto di salire sulle barricate per difendere l’ingovernabilità del Paese e continuare con i papocchi e inciuci che hanno consegnato l’ennesimo governo composto da forze che hanno perso le elezioni politiche. Lo hanno fatto anche con offese e insulti inqualificabili verso il nostro partito e il nostro presidente della Regione perché non hanno ancora metabolizzato le recenti sconfitte, ma guardiamo avanti”.

Ruzzola così prosegue:” In questi giorni in modo condiviso abbiamo portato avanti la nostra battaglia di civiltà: difendere la dignità del diritto di voto dei nostri concittadini piemontesi troppe volte calpestato e che il Governo nazionale non reputa prioritario. Ecco allora che insieme ai nostri alleati storici abbiamo fatto fronte comune, in punta di Costituzione, per chiedere insieme ad altri quattro Consigli regionali di indire un referendum e predisporre una proposta di legge nazionale che preveda un premio di maggioranza, una norma anti ribaltone, una quota proporzionale, uno stop ai paracadutati e catapultati e l’elezione diretta del Capo dello Stato. Tutti sacrosanti principi di una democrazia  sana e moderna” conclude il capogruppo di Forza Italia.

Il gruppo regionale del M5S in una nota sostiene che “La proposta referendaria approvata, evidenziando palesi vizi di costituzionalità, non diventerà mai legge”.

Fotografie in proprio


 

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Articolo pubblicato il 27/09/2019