E l’antipatico Renzi rovesciò il tavolo

Aveva un assoluto bisogno di una più vasta agibilità politica. E soprattutto mancava in Italia una formazione mediana

A conclusioni delle meticolose cronache estive sulla crisi di Governo, non abbiamo mancato di presentare la dirompente avventura di Renzi, dando spazio, oltre alle nostre considerazioni, agli interrogativi che esponenti politici di diversi schieramenti si stanno ponendo in questi giorni. Si aspettano le prossime mosse del senatore di Fiesole, ad iniziare dalla portata della Legge di Bilancio.

 Ospitiamo oggi l’autorevole contributo del dottor Roberto Caputo

“Lo sa anche lui di risultare antipatico ai tanti, a volte arrogante, spocchioso, un po’ solipsista. Ma lucido e veloce politicamente. Ha commesso tanti errori, buttando a mare il molto che aveva raccolto. Fino a un mese fa affermava ” mai con i 5 stelle. Poi quando Salvini al Papeete ha aperto la crisi di governo, ha capito tutto.  Se si fosse andato a votare, la Lega avrebbe stravinto e, soprattutto, Zingaretti avrebbe falcidiato i suoi parlamentari, lasciandolo da solo.

Mentre l‘Europa a traino tedesco e francese spingeva per un accordo che facesse fuori Salvini. Allora con una mossa a sorpresa ha rovesciato il tavolo: Conte bis e alleanza tra PD e 5 stelle, spiazzando Zingaretti e Gentiloni.

Era lui a dettare l’ agenda politica. Poi, fatto il governo, ha accelerato andando ad una scissione a freddo, tutta parlamentare. Aveva un assoluto bisogno di una più vasta agibilità politica. E soprattutto mancava in Italia una formazione mediana.

Ora, però, il compito è ancora più arduo. Deve abbandonare i vecchi toni, aprire alla nascita di un movimento liberal, agile, lontano dagli schemi del 900 e con una rappresentanza popolare. Ha bisogno di tempo e di una classe dirigente non limitata ai suoi amici.  La scelta di non partecipare alle elezioni amministrative è sicuramente tattica, ma potrebbe risultare castrante. E delle idee forti, poche ma chiare, comprensibili. In pochi mesi lo scenario è mutato radicalmente.

Sicuramente la Leopolda sarà un mini congresso del nuovo partito. Rimangono Calenda e Richetti, risorse da non snobbare.”

Roberto Caputo

Fotografia fornita dall’autore

 

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Articolo pubblicato il 24/09/2019