«Lager Sandbostel e Radio Caterina», a Settimo Torinese (Torino)

Una mostra delle fotografie proibite degli Internati Militari Italiani nella documentazione straordinaria realizzata dal tenente Vittorio Vialli

Al fine di contribuire alla diffusione dell’informazione, “Civico 20 News” ospita la locandina di questo evento culturale.

A Settimo Torinese (TO), giovedì 26 settembre 2019, alle ore 10:00, nella Sala “Primo Levi” della Biblioteca Civica Multimediale Archimede in piazza Campidoglio n. 50, si terrà l’inaugurazione della mostra “Lager Sandbostel e Radio Caterina”, dedicata agli Internati Militari Italiani nella seconda guerra mondiale.

Si tratta di un’inedita mostra fotografica realizzata dal Ten. Vittorio Vialli (1914-1983), che, catturato dai tedeschi l’8 settembre 1943 riuscì a documentare con oltre quattrocento fotografie scattate clandestinamente le condizioni di vita all’interno dei vari lager in Germania ed in Polonia.

La Conferenza di presentazione sarà tenuta dal ricercatore Giancarlo Tagliati e dal generale Franco Cravarezza, già Comandante della Regione Militare Nord dell’Esercito.

La mostra resterà aperta fino al 6 ottobre; le scolaresche potranno prenotare le visite guidate rivolgendosi alla Biblioteca Archimede.

Internati Militari Italiani (in tedesco Italienische Militär-Internierte - IMI) è la definizione attribuita dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori della Germania nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio dell’Italia, l’8 settembre 1943.

Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie delle Convenzioni di Ginevra), e infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, lavoratori civili, in modo da essere utilizzati come manodopera coatta senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.

I 600.000 Internati Militari Italiani non furono i soli italiani a popolare i campi di concentramento e di lavoro nazisti. La condizione peggiore fu riservata agli 8.564 deportati per motivi razziali (quasi tutti ebrei), che furono condotti a morire ad Auschwitz e di cui solo in piccola parte furono selezionati per il lavoro coatto (ne moriranno 7.555, quasi il 90%).

Ad essi si aggiungono almeno altri 23.826 deportati politici italiani (22.204 uomini e 1.514 donne) i quali non erano condotti direttamente nelle camere a gas, ma erano condannati a morire di sfinimento attraverso le durissime condizioni di lavoro (ne morranno 10.129, circa la metà).

Secondo gli organizzatori della Mostra, si tratta di vicende di una immane tragedia di cui ancora si parla troppo poco.

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Articolo pubblicato il 22/09/2019