Al Consiglio regionale dibattito sui ritardi nelle pratiche di riconoscimento dell’invalidità civile

In esame il rallentamento delle procedure, i lunghi tempi di attesa per le visite, la macchinosità del sistema della doppia commissione di accertamento inseriti dalla legge 102/2009

 

Nella seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è svolto il dibattito sui ritardi e le complicazioni nelle pratiche di riconoscimento dell’invalidità civile e della disabilità da parte di INPS e Regione.

 

La discussione, richiesta dal gruppo PD, ha segnalato il rallentamento delle procedure, i lunghi tempi di attesa per le visite, la macchinosità del sistema della doppia commissione di accertamento inseriti dalla legge 102/2009. La legge, infatti, ha riformato il sistema dell’assegnazione delle pensioni di invalidità per arginare il fenomeno dei cosiddetti “finti invalidi”.

 

Particolari problemi si sono manifestati nei confronti di pazienti oncologici, il cui procedimento è spesso giunto al termine dopo il decesso del cittadino.

 

L’Aula ha discusso e votato due ordini del giorno.

Il primo, a firma del capogruppo PD, è stato approvato con 13 sì 1 astenuto 22 non votanti e impegna la Giunta regionale “a definire una convenzione tra INPS e Regione per giungere alla costituzione, sotto responsabilità dell’INPS, di commissioni mediche congiunte ASL – INPS, così da evitare la necessità di un “doppio passaggio” del cittadino per la valutazione relativa all’invalidità civile, nonché per prevedere lo svolgimento contestuale ove opportuno delle visite relative all’invalidità civile e quelle connesse alla condizione di handicap (legge 295/1990 – legge 104/1992); a definire modalità di inoltro delle domande che, sino alla definitiva soluzione delle problematiche relative alla connessione telematica dei medici di medicina generale, consenta anche l’inoltro di richiesta su supporto cartaceo; a verificare lo stato dei ritardi e delle complicazioni subite dalle persone con disabilità, compreso il fenomeno della sospensione dei permessi dal lavoro previsti dall’art. 33, comma 3 della legge 104/1992 connesso ai ritardi negli accertamenti di rivedibilità; ad intraprendere, anche attraverso appositi accordi con l’Inps, azioni volte a migliorare la comunicazione verso i cittadini, soprattutto nei casi in cui, pur escludendo altre provvidenze, la visita accerti almeno il diritto all’esenzione dal pagamento del ticket o la possibilità di iscrizione alle liste di collocamento di cui alla legge 68/1999; ad intraprendere azioni, sia in rapporto all’INPS, sia, ove necessario, nei confronti del Governo, per evitare la pratica umiliante delle visite di verifica per condizioni di disabilità stabilizzate e irreversibili; ad intraprendere atti nei confronti del Governo per rimuovere le cause di rallentamento sul livello nazionale nelle pratiche di riconoscimento e verifica dell’invalidità civile”.

 

Il secondo documento, primi firmatati il capogruppo PdL e il vicepresidente Lega Nord, approvato con 22 sì e 13 non votanti, impegna la Giunta regionale “a continuare a garantire una fattiva collaborazione tra INPS regionale e uffici della Asl per una veloce definizione delle pratiche per il riconoscimento delle invalidità civili; a monitorare l’andamento della cooperazione applicativa che consentirà a partire da giugno 2011 di utilizzare in maniera efficace il programma PABI nelle effettuazioni delle visite e conseguentemente all’INPS di ricevere sulla propria piattaforma informatica tali risultanze; a chiedere attraverso la concordata attività di monitoraggio INPS- Regione un piano di smaltimento delle pratiche arretrate e la presenza del medico legale INPS presso le commissioni Asl”.

 

Durante il dibattito il gruppo PD ha sottolineato che “da quando è stata introdotta la procedura che prevede la doppia visita siamo passati da 3-4 mesi di attesa a circa 12 mesi. E’ un problema che coinvolge un numero consistente di piemontesi, ci sono 120-130mila procedure aperte. C’è sicuramente il fenomeno dei falsi invalidi in Italia, ma la soluzione del problema non può ricadere sulle famiglie che vivono quotidianamente questi problemi, in particolare quelle con pazienti oncologici”.

 

Per il capogruppo IdV “la legge 80/2006 assegna alle Regioni il compito di prevedere procedure unificanti. In tutta Italia stanno emergendo queste criticità gravi, a danno delle fasce sociali più deboli. E’ acclarata la scarsa efficienza del sistema INPS e l’incapacità di integrarsi con il sistema Asl”.

 

“Questo è un caso tipico italiano – ha sottolineato il capogruppo PdL -, dove si passa da un estremo all’altro. Prima era acclarato un certo lassismo nel concedere pensioni di invalidità ed è stato giusto porre un argine come ha fatto il ministro alla Funzione Pubblica. Ora diciamo che la riforma non va più bene. Una ventina d’anni fa già si manifestò questo problema e si pensò di incaricare i medici militari per svolgere le visite, con le medesime problematiche di lungaggini burocratiche. Spero che su questa materia si possa trovare una larga convergenza per intervenire e trovare una soluzione”.

 

“Lavoriamo in maniera collaborativa – ha aggiunto il gruppo Lega Nord -, con l’obiettivo di perseguire l’interesse dei cittadini, in particolare quelli che soffrono come in questo caso. Ma non possiamo dimenticare cosa vuol dire il fenomeno dei falsi invalidi in Italia. Il Sole 24 Ore calcola un calo del 58% nelle richieste di invalidità. Quindi il principio del meccanismo funziona, ma i tempi sono intollerabili e vanno affrontati. Non si possono mettere sullo stesso piano le finalità della riforma, che sta dando risultati, e le problematiche di tipo tecnico che vanno risolte anche con l’intervento della Regione”.

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Articolo pubblicato il 20/05/2011