Governo - Di Maio alza il prezzo ed il PD va nel panico
Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio

Si sta rompendo “il patto della poltrona”?

Colpo di scena e ulteriori incontri del PD con Conte. Si attende il voto della piattaforma Rousseau.

Nell’atmosfera del preludio del weekend, pareva dominare solamente il tormentone sul ruolo di Di Maio nel Conte II e sul peso e dosaggio delle correnti del PD per la conquista dei ministeri appetibili, invece un colpo i scena, per il momento scombina le previsioni in discesa per la formazione del governo.

Di Maio, nel concludere le dichiarazioni ai giornalisti, dopo l’incontro con Conte, sferra un aut aut ai Dem: "Abbiamo presentato alcuni punti al presidente Conte - ha detto - che riteniamo imprescindibili. Se verranno accolti bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto".

Pochi minuti prima, sempre nel corso delle proprie dichiarazioni, Di Maio aveva sostanzialmente anticipato la dura chiosa del discorso, invitando a non dare per scontata la formazione del governo giallorosso: "Oggi si potrebbe dar vita a un Conte bis - aveva detto - uso il condizionale perché sono stato molto chiaro: o siamo d'accordo a realizzare i punti del programma o non si va avanti".

Nel merito e sulle prime reazioni della nomenclatura del PD, abbiamo già ampiamente riferito in un articolo pubblicato ieri alle 17.

Si è palesato nel corso del tardo pomeriggio di ieri, lo sconcerto di Zingaretti e disappunto della base oltre che dei dirigenti PD. Il nervosismo di Di Maio è legato alla paura di perdere il controllo del suo partito", è la lettura che viene data. Un timore alimentato anche dal fatto che, ormai da giorni, il segretario Zingaretti ha rinunciato a trattare direttamente con l'omologo pentastellato preferendo guardare direttamente a Conte.

L'irritazione dem scorre anche sui social network: "Se Di Maio vuole tornare al voto, lo dica chiaramente", scrive Orlando su Twitter. "Questa manfrina di minacce e ultimatum è inspiegabile. Conte chiuda la lista nel weekend e si presenti ai mercati lunedì mattina con un governo di qualità già fatto. Che cosa aspetta ancora?", rincara Bonifazi. 

Ma quali sono i 20 punti irrinunciabili dei grillini, consegnati al presidente Conte ed oggetto della diatriba con il PD, quando da più parti si davano ormai fatti giochi ed intesa?

Ecco i 20 punti nel dettaglio:

1. Taglio del numero dei parlamentari. Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula.

2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.

3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile.

4. Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo.

5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva.

6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.

7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino.

8. Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.

9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali.

10. Tutela dei beni comuni. La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica.

11. Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vita lavoro.

12. Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.

13. Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco.

14. Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht.

15. Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico.

16. Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale.

17. Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’AIRE.

18. Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del FSN e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo.

19. Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio.

20. Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.

Lo show di Di Maio pare la tipica foglia di fico per manifestare una volontà avversa alla formazione del governo, lasciando il cerino nella mani del PD.

In serata, dopo le molte e ripetitive dichiarazioni del PD ed una retromarcia sfacciata dal sapore bambinesco della presa in giro da parte di Di Maio, si attenua,  il confronto e le proteste del PD.

Ne approfitta Matteo Salvini per gettare fango sull’approssimazione di un matrimonio innaturale e spartitorio di poltrone e prebende, ma  destinato al fallimento.

Dal M5S fanno sapere che l’irrigidimento di Di Maio è finalizzato ad attendere il voto truffaldino dei supporter grillini sulla farlocca “ Piattaforma Rousseau” che già in passato è stata oggetto di critiche, sempre tra gli attivisti pentastellati per le tante opacità.

Fonti maggiormente veritiere intravedono la mano sinistra di Fico pronta a rovesciare Di Maio che vede minacciata la propria leadership tra un Conte sempre più organico nel partito e l’ala estremista di Fico e Di Battista.

Non c’è pace per gli improvvisatori e per chi non è in grado di distinguere le regole dei rapporti politici ed istituzionali sanciti dalla Costituzione con le esibizioni dei saltimbanco nelle fiere di paese.Quale pagina si reciterà oggi?

Fotografia: Notizie.it

 

 

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/08/2019