Torino. La caduta di stile del neo sovrintendente del Teatro Regio

Presa di posizione di Pier Franco Quaglieni. “Il nuovo Sovrintendente dovrebbe prima di parlare, documentarsi sulla storia del teatro”

“Non voglio un teatro chiuso come una galera” – ha affermato il neo sovrintendente Sebastian Schwarz riguardo la cancellata del Teatro Regio di Torino, firmata dallo scultore Umberto Mastroianni. Questa è la prima e per certi versi sorprendente notizia emersa nel corso della presentazione di Sebastian Schwarz.

L’origine della cancellata risale al 1994, quando il sindaco in carica Valentino Castellani si assunse l’onere e la decisione di porvi rimedio, in quanto “ l’atrio del Regio versava in una situazione di forte degrado. Skater e pattinatori sui graniti del teatro come fossero piste; scritte e graffiti sulle pareti”.

Per porre rimedio al problema Castellani e l’allora sovrintendente Elda Tessore decisero di ripulire l’area e di proteggerla.

Al momento la presa di posizione maggiormente circostanziata l’ha assunta Pier Franco Quaglieni a nome del Centro Pannunzio.

“Il nuovo Sovrintendente del Teatro Regio di Torino intende eliminare la cancellata al Teatro, opera di un grande artista torinese, Umberto
Mastroianni. La cancellata è quindi un’opera d’arte da conservare che impreziosisce il nuovo Regio”.

“Inoltre va ricordato”, precisa Quaglieni, “che essa venne posta per preservare il teatro da ragazzini che usavano gli ingressi del teatro che per schettinare, come continua ad avvenire impunemente al monumento del Duca d’Aosta di fronte al Regio”.

“Per questo motivo, conclude Quaglieni,” il Centro Pannunzio chiede che la cancellata venga mantenuta. Il nuovo Sovrintendente dovrebbe prima di parlare documentarsi sulla storia del teatro”.

Non è stato un felice esordio per un personaggio che per l’ottimale esercizio dl suo ruolo, dovrebbe anche possedere cultura e sensibilità artistica.

In attesa del ravvedimento e del doveroso intervento di Sindaca e autorità preposta alla tutela dei beni artistici, confidiamo in un doveroso ripensamento.

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Articolo pubblicato il 04/08/2019