7 agosto 1935: misterioso incidente aereo al Cairo

Muoiono il ministro Luigi Razza, il barone Raimondo Franchetti, esploratore e africanista, Vincenzo Minasi, segretario del ministro Razza, e i quattro componenti dell’equipaggio

Così i lettori torinesi apprendono la notizia di questo incidente aereo da “La Stampa” del 9 agosto 1935:

ROMA, 8 notte.

Il giorno 6 u.s. partiva da Roma l’apparecchio «S.81» destinato per usi civili nell’Africa orientale.

Sull’apparecchio prendevano posto S.E. Razza, il suo segretario particolare, dott. Minasi, nonché il barone Franchetti. Pilotavano l’apparecchio il maggiore Boetani e il sottotenente Lavaggi; erano a bordo il motorista sergente maggiore Pirola e il marconista atlantico maresciallo Viotti.

L’apparecchio, che aveva già al suo attivo circa 20.000 chilometri di percorso e una precedente crociera Roma-Asmara, compiva regolarmente la prima tappa, giungendo al Cairo il pomeriggio del 6. Il mattino successivo, alle 5,20 locali, l’apparecchio partiva in condizioni atmosferiche ottime per l’Asmara, dopo aver pernottato nell’aeroporto civile di Almaza.

Alle 5,31 il marconista era in contatto con Monte Celio e Asmara e inviava il seguente telegramma circolare: «N. 1 prot. – Partiti Cairo ore 5,20, diretti Massaua stop. A bordo tutto bene stop». Ciò certifica che tutto procedeva regolarmente. Dopo di allora più nulla.

Iniziatesi, su richiesta immediata dell’autorità italiana, affannose ricerche da parte di apparecchi civili egiziani e militari britannici, nel pomeriggio di oggi l’apparecchio è stato ritrovato sulla rotta Cairo-Asmara, a circa 15 miglia di distanza dal Cairo. L’equipaggio ed i passeggeri sono deceduti.

Il generale Pellegrini, con tecnici del Genio aeronautico, è partito in volo alla volta del Cairo per una inchiesta. («Stefani»).

Luigi Razza, nato a Monteleone di Calabria (oggi Vibo Valentia), il 12 dicembre 1892, già giornalista, sindacalista e politico, durante il governo Mussolini è capo del Ministero dei Lavori Pubblici. Personaggio di notevole valore, anche umano, Luigi Razza è ampiamente considerato oltre che in Wikipedia, anche nel Dizionario Biografico degli Italiani e nel Sito della Camera dei Deputati.

Ci soffermiamo su Raimondo Franchetti, nato a Firenze il 30 gennaio 1889, uno dei più importanti esploratori del XX secolo.

La famiglia Franchetti, ebraica poi cattolicizzata, ha avuto nel passato stretti legami con Viù, dove si recava in villeggiatura. Le prime notizie riferiscono della loro presenza a Mantova verso il 1550. Diversi componenti si trasferiscono a Livorno verso la fine del Settecento. Un antenato banchiere, Abramo, dal forte spirito imprenditoriale, pioniere della bonifica della Maremma e azionista nelle ferrovie toscane, nel 1857 prende residenza a Torino e, l’anno seguente, il re Vittorio Emanuele II conferisce il titolo di barone a lui e al figlio Raimondo, nonno dell’esploratore, nato da Alberto, celebre musicista compositore di opere liriche, e della contessa reggiana Margherita Levi.

Raimondo viaggia in Malesia, Giava, Borneo, Celebes e Nuova Guinea nel 1911, in Sudan nel 1913, in Kenya nel 1914, nel 1928-9 guida una spedizione in Dancalia sulla quale scrive il libro Nella Dancàlia etiopica (pubblicato postumo nel 1936). Pare che Franchetti si recasse in Etiopia incaricato dal Governo italiano di una missione segreta.

Anche Raimondo Franchetti è ampiamente considerato in Wikipedia, nel Dizionario Biografico degli Italiani e in diversi altri siti tra i quali molto ben documentato “Il Corno d’Africa” con la biografia scritta da Giorgio Baroni.

Degli altri cinque morti, si possono trovare in rete notizie più scarse e frammentarie.

Vincenzo Minasi, segretario particolare di Luigi Razza, è di Tropea (Vibo Valentia), medico e combattente della prima guerra mondiale. Un suo discendente, Domenico Minasi, gli ha dedicato il libro Trimotore S81 L’ultimo volo di un ardito. Vita di Vincenzo Minasi (2015).

Questo l’equipaggio del trimotore, formato da ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica.

Il maggiore Raffaele Boetani, nato a Pontassieve (Firenze) nel 1894, aveva ben 18 anni di volo.

Il sottotenente Giovanni Lavaggi, di 30 anni, con 6 di volo, è un valente pilota più volte premiato e di famiglia nobile di Augusta (Siracusa). È più volte citato nel Gruppo pubblico di Facebook “Augusta: Curiosità storiche (by Salvo Lentini)”.

Il maresciallo Vittorio Viotti, di Rivalta Bormida (Alessandria), è uno dei migliori marconisti dell’Aeronautica.

Il sergente maggiore Edmondo Pirola, di Asilo (Milano), è un sottufficiale motorista molto capace.

Al Cairo sono celebrati solenni funerali poi i resti mortali dei caduti sono imbarcati sull’incrociatore Diaz per raggiungere l’Italia, ad eccezione del barone Raimondo Franchetti che aveva espresso la volontà di essere sepolto nel cimitero di Assab. Quando questo è dismesso per ragioni urbanistiche, Franchetti viene traslato nel cimitero italiano di Massaua (1971), dove si trova tuttora. L’incrociatore Diaz, il 19 agosto 1935, arriva a Napoli dove i resti mortali sono accolti da imponente partecipazione popolare poi proseguono per Roma dove, il 20 agosto, nella chiesa di San Marco adiacente a Piazza Venezia si svolgono i solenni funerali di Stato alla presenza del Duce.

Al termine, le bare sono avviate alla stazione ferroviaria e, su vagoni speciali, raggiungono i rispettivi paesi natali dove sono accolte con altre cerimonie.

Il clamoroso incidente è enfatizzato anche da giornali stranieri. Subito si parla di attentato, forse attuato da agenti segreti britannici. Le vere cause non saranno mai chiarite anche se il governo italiano ha inviato una commissione di inchiesta. Le attività diplomatiche inglesi e italiane sono burrascose per l’imminente inizio della Guerra d’Africa e, probabilmente per opportunismo politico, la commissione dichiara celermente che non è possibile appurare le cause dell’incidente: aumentano così i sospetti che si tratti di un evento non proprio accidentale.

 

Alcune foto presenti in questo articolo sono state tratte da Internet, quindi valutate di pubblico dominio.

Se i soggetti presenti in queste fotografie o gli Autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà fare richiesta di rimozione inviando una mail a milojulini@gmail.com

Si provvederà alla cancellazione del contenuto nel minor tempo possibile. Grazie per la collaborazione.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 07/08/2019