Cronache criminali del passato

Il terrificante omicidio della duchessa Choiseul-Praslin (di Alice Rocchi)

Fonte: parigimeravigliosa.it

 

Il meraviglioso Château de Vaux-le-Vicomte è la reggia che fece diventare verde d’invidia un giovanissimo Louis XIV ponendo le basi per la nascita di quella di Versailles. Completo il racconto della mia visita con il sanguinoso aneddoto riguardante uno degli eredi del castello: Charles-Théobald, duca di Choiseul-Praslin, nato nel 1804 e deceduto nel 1847.

Il duca aveva vissuto solo 43 anni, ma non fu questo a stupirmi, visto che nel XIX secolo la morte colpiva prematuramente tutte le classi sociali.

Continuando la visita, in uno dei cartelli esplicativi sparsi per il castello, lessi di nuovo del duca, ma questa volta qualcosa attirò la mia attenzione:

«Charles-Théobald, duca di Choiseul-Praslin, consolidato nella sua fortuna dopo il matrimonio con Fanny Sébastiani (1807-1847)…»

Fermi tutti, un momento: marito e moglie morti lo stesso anno? Che coincidenza! E più sotto:

«…ma le conseguenze del suo omicidio coniugale posero fine al suo progetto di ridonare a Vaux-Le-Compte l’antico splendore».

Dunque quella della duchessa Fanny Altarice Rosalba Sébastiani non fu una morte semplicemente prematura, bensì tragica e macabra, avvenuta per mano dell’uomo che aveva sposato!

Naturalmente la mia “moderata” curiosità mi spinse ad iniziare le ricerche prima di subito, col rischio di perdermi il resto del castello. Nello stesso cartello lessi che il terribile caso Choiseul-Praslin fu considerato uno dei più gravi scandali del regno di Louis-Philippe, re dei Francesi, un caso di cronaca che aveva contribuito indirettamente alla caduta di questi e allo scoppio della rivoluzione del 1848! Come avrei potuto accontentarmi e andare oltre?

Ecco la sinistra vicenda e come si svolse.

Tutto iniziò con una bella storia d’amore, tipica del periodo romantico in cui era nata: Fanny aveva deciso di sposare Charles nel 1824, nonostante fosse promessa a un altro uomo. La passione regnava sovrana tra la ricca diciassettenne Fanny Sébastiani e il nobile, ma rovinato, duca di Choiseul-Praslin, di appena vent’anni. Giovani, ricchi – almeno lei – e innamorati: tutto era pronto per un bel “e vissero per sempre felici e contenti”, se non che…

Grazie alla posizione acquisita con il matrimonio, il duca era diventato una delle personalità politiche più in vista del nobile entourage del re Louis-Philippe. Charles era un pari di Francia, ossia un vero VIP del tempo.

Si sa, lo scintillio del successo spesso abbaglia per nascondere il marcio su cui si è arrampicato. Qualcuno scoprì quello di casa Choiseul-Praslin a proprie spese; il suo nome era Henriette Deluzy-Desportes.

Mademoiselle Desportes aveva 29 anni quando venne assunta dal duca come governante dei suoi figli. Il bell’hôtel Sébastiani in cui avrebbe preso servizio si trovava accanto nientemeno che al palais de l’Élysée, ed era una costruzione che, a vederla, prometteva più sogni che incubi. Invece…

Urli, sfuriate, pianti, suppliche e di nuovo grida… Ecco la dolce melodia di casa Choiseul-Praslin. La duchessa viveva nell’ossessione d’aver perso l’interesse e l’amore del marito e la sua incontenibile gelosia la portava a sfogarsi con scenate sempre più violente.

La coppia, dunque, aveva già i suoi problemi quando la nuova governante varcò la soglia del palazzo e l’affetto, la stima, il calore con cui Mlle Desportes venne accolta dai bambini e, si mormora, anche dal duca stesso, non contribuirono ad alleviare la disperazione della povera duchessa.

Che il duca preferisse la compagnia di Mlle Desportes non era un mistero per nessuno. Nonostante la condotta di Henriette – sia prima che in seguito alla tragedia – fosse stata sempre quella di una persona corretta, pare che in casa Praslin si fosse presa un po’ troppi spazi. Se i bambini la adoravano, la servitù trovava che fosse troppo arrogante e che osasse comportarsi come un membro della famiglia.

Nel frattempo, il disinteresse del duca per la moglie cresceva di giorno in giorno. Pare che, ben prima dell’arrivo di Henriette, il duca avesse tentato di ottenere una separazione, progetto rapidamente abortito di fronte alle ingenti spese che bisognava affrontare per il bel castello di Vaux-le-Vicomte.

La nervosa duchessa, sentendosi continuamente respinta, umiliata, sformata da dieci gravidanze ravvicinate che di certo non avevano giovato al suo fragile equilibrio emotivo, era piombata in una grave mania di persecuzione, documentata dettagliatamente sia nel suo diario che nelle centinaia di lettere indirizzate al marito (anche venti al giorno!).

Secondo il suo disperato punto di vista, la governante tramava alle sue spalle per mettere la sua famiglia contro di lei.

A onor del vero, la duchessa non aveva mai dimostrato particolare attaccamento ai suoi poveri bambini, cosa abbastanza frequente nelle classi agiate. Pare inoltre che il duca avesse fatto firmare alla moglie un accordo che le impediva di vedere i figli senza la supervisione di una persona di fiducia. Probabilmente, gli sbalzi di umore della contessa erano ritenuti pericolosi dal marito… che tuttavia avrebbe fatto meglio a pensare ai propri, visto l’epilogo della vicenda.

Inquietante somiglianza con la trama di “Jane Eyre” di Charlotte Brönte, che solo pochi mesi prima della tragedia veniva pubblicato!

Il risultato fu inevitabile: Madame de Choiseul-Praslin pretese il licenziamento della governante, il marito si rifiutò e allora la duchessa minacciò di chiedere la separazione, compresa quella dei beni. Ahi, ahi…

Nonostante il rifiuto del duca, Madame de Choiseul-Praslin licenziò Mlle Desportes dopo sei anni di servizio.

Il 18 agosto 1847 la servitù venne svegliata dal campanello e dalle grida della duchessa. La porta della sua stanza venne trovata bloccata dall’interno. Quando i servitori raggiunsero l’accesso secondario, la tragedia era compiuta. Un furto? Un pazzo?

Rimase celebre l’acuta osservazione che uno dei poliziotti fece appena messo piede nella stanza della duchessa, in quel momento molto simile a un mattatoio: «Questa non è opera di un ladro o di un assassino professionista. È un’azione vile e goffa. È opera di un gentiluomo».

Le indagini individuarono praticamente subito il duca come colpevole: uno dei camerieri lo aveva intercettato sporco di sangue, coperto di graffi e spettinato prima che potesse ripulirsi per riapparire sulla scena con il resto dei testimoni. Inoltre, la povera duchessa stringeva tra le dita una vistosa ciocca di capelli, proprio identica per colore a quelli del consorte.

Nonostante le molte prove a suo carico, il duca era pur sempre un pari di Francia e dunque non poteva essere arrestato senza il consenso degli altri pari come lui. Questo andò ad urtare i tesissimi nervi dei cittadini che assistevano al terzo di una serie di scandali provanti la corruzione morale del governo del re Louis-Philippe (1830-1848). La rivoluzione del 1848 che avrebbe rovesciato il governo era alle porte. Lo stesso Victor Hugo, anche lui membro della Camera dei Pari al tempo, osservò:

Nel frattempo, lo stato di salute del duca de Praslin subiva uno strano, repentino, preoccupante peggioramento: dal pomeriggio dopo l’omicidio, il duca aveva iniziato a ingerire una miscela di arsenico e laudano. Quando finalmente venne condotto alla prigione del Luxembourg, durante una perquisizione venne trovata una fiala vuota nelle sue tasche. Il destino del duca divenne allora chiaro per tutti.

A causa della sua ottima costituzione, il duca de Praslin ci mise sei giorni a morire, durante i quali si rifiutò sempre di confessare. Mlle Desportes, che nel frattempo era stata condotta alla prigione della Conciergerie – la prigione da “poveri”, quella del Luxembourg era quella da “ricchi” naturalmente – venne a conoscenza della morte del duca e piombò nella disperazione. Venne rilasciata dopo due mesi per totale mancanza di prove. Si rifece una vita oltre oceano e si sposò con un uomo fortunatamente incurante del suo burrascoso passato, cosa tutt’altro che comune all’epoca.

Ecco cosa si può scoprire, leggendo con attenzione i cartelli esplicativi che elencano servizi da tè, scrittoi e poltrone in un antico castello! Occhi aperti!

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Articolo pubblicato il 02/08/2019