Massimiliano Motta: Gli strumenti per combattere il dolore ci sono
Piazza Vittorio Veneto e la Gran Madre

Il Consigliere regionale guida la campagna di sensibilizzazione contro il dolore cronico

 

 

 

“Gli strumenti per combattere il dolore esistono, e a livello politico stiamo cercando di affrontare il problema con il progetto regionale sulla terapia contro il dolore. Certo è che il punto da quale partire  per dare soluzioni a un problema così importante è identificarsi con coloro che soffrono e togliere dall’isolamento il paziente e la sua famiglia offrendo supporto psicologico, spirituale e famigliare, con il coinvolgimento dei medici di base”.

 

Con queste parole il consigliere regionale del PdL Massimiliano Motta, componente della Commissione Sanità e Assistenza, ha aperto il suo intervento, questa mattina,  durante la conferenza stampa di presentazione della campagna “CU.P.I.DO: (Cura Previeni Il Dolore) organizzata dall’Associazione “Vivere senza dolore” (prima Associazione a livello internazionale fondata da pazienti per pazienti affetti da dolore cronico), con il patrocinio del Ministero della Salute.

 

“Dal confronto con i medici – ha spiegato Motta – emerge in modo inequivocabile che oggi esistono gli strumenti per combattere il dolore. Il dolore è un’esperienza emotiva individuale.  Il dolore e la sofferenza riguardano l’uomo nella sua totalità fisica, psicologia e spirituale. Nel dolore e nella sofferenza l’uomo si ritrova solo, spaventato dalla morte, imprigionato in un istante che lo rende  incapace di comunicare, e che lo porta ad isolarsi non solo dagli altri, ma anche da se stesso, con conseguenza drammatiche”.

 

“Inorridisco – ha precisato l’esponente del Popolo della Libertà – che si possa pensare all’eutanasia, richiesta da un uomo disperato e solo, quando invece sarebbe nostro dovere dare una risposta al dolore e alla malattia in termini di assistenza”. 

 

 “Una risposta – ha aggiunto Motta – che dovrebbe consistere nella presa in carico, preferibilmente domiciliare, del paziente, e nella messa in campo di un processo che veda ‘manager’ il medico di medicina generale, coadiuvato da tutti i valori aggiunti che una sanità di avanguardia è in grado di mettere in campo, ovvero terapia del dolore, cure palliative, assistenza psicologia, assistenza spirituale, volontariato, programmi di formazione dei care giver, ecc.”.

 

“E’ questa, secondo me – ha concluso Motta – la risposta adeguata di un paese occidentale alla richiesta di aiuto di un uomo, ricordando che, come sosteneva Emanuel Kant,  ‘l’uomo vale in quanto è’”.

 

Intanto, fino alle 17 di oggi, nel gazebo allestito dall’Associazione “Vivere senza dolore”, a Torino in piazza Vittorio Veneto, medici specialisti del dolore sono stati a disposizione dei cittadini per rispondere alle loro domande e fornire una corretta informazione sul tema. 

 

E' stato inoltre distribuito materiali divulgativo sull’argomento, oltre a un regolo per la misurazione del dolore e a un diario, dove il paziente potrà annotare le caratteristiche del proprio dolore ed essere più preciso al momento della visita specialistica.

 

 

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Articolo pubblicato il 10/05/2011