Torino. “Questa sera si recita a soggetto”

Il melodramma di Chiara Appendino

Questa sera alle ore 18 è convocata a palazzo Civico la riunione tra la sindaca ed i suoi riottosi consiglieri grillini. A dire il vero la richiesta è stata avanzata da una traumatizzata Valentina Sganga, capogruppo del M5S in consiglio comunale. “Pensiamo che sarebbe opportuno un confronto interno ed un confronto politico e istituzionale che ad oggi riteniamo essere insufficiente”,  avrebbe dovuto avvenire prima della cacciata del vice sindaco Montanari e della strigata pubblica di Chiara Appendino, ma gli scazzi a volte partono dalla coda, quanto la testa non è ben identificata. In queste ore, molti sono i pronostici e le frasi comuni profferite da chi vuole riservarsi un posto in prima fila per gustarsi il “dopo”, magari per soddisfare qualche interesse personale, non così ben celato. Ma andiamo con ordine.

La sindaca ha alzato la voce e fatto sentire il peso (ma chi l’ha avvertito?) della sua autorità.

Pur non avendo mai pronunciato la parola dimissioni, ha paventato la possibilità del “tutti a  casa”. ”Il male minore è lo stop anticipato a questa consiliatura, così sarà”.

Se, andando oltre alla metafora del freno tirato, Chiara Appendino, intenderà mettere i suoi consiglieri a spalle al muro, imponendo un cambio di rotta che, abbandonando la fase bucolica della decrescita a vocazione agreste, cerchi d’imporre quei provvedimenti di natura urbanistica recentemente  bocciati dalla sua maggioranza? Così si era pronunciata in consiglio “Delibere che riguardano il futuro di questa città e il destino dei cittadini. Provvedimenti sui cui chiederò all’Aula un mandato pieno. Non intendo più accettare battute di arresto o compromessi al ribasso, ciò che chiedo è una prova di maturità: per questo su questi atti, che ritengo fondamentali per il futuro della nostra città, vincolerò il mio mandato e il destino di questa amministrazione. Questa amministrazione ha senso di esistere solo se può lavorare e portare risultati per il bene della città”.

Dalla sua, se i rivoltosi le voltassero le spalle, guardando al futuro, Chiara Appendino con non poca presunzione ci terrebbe a ricalcare le orme di Giovanna Cattaneo e di Maria Magnani Noya che,  a conclusione della loro sindacatura hanno ricoperto ruoli di alta rappresentanza per elevare l’immagine di Torino. Non si accorge però che l’aplomb è lontano anni luce da quello adamantino delle ex first lady di Torino.

I/le suoi riottosi consiglieri si trovano dinanzi a un dilemma esistenziale. Concluder la consiliatura innanzi tempo, rinunciando ai gettoni di presenza che, per molti di loro significano reddito certo, o continuare a sciupare  l’immagine da antagonisti che ne ha favorito l’ascesa a Palazzo Civico. Assente dal confronto con la sindaca, ma convitato di pietra imbarazzante, si trova Guido  Montanari, il  vice sindaco cacciato.

In questi pochi giorni si è speso in circostanziate dichiarazioni deprecando la sua cacciata, dovuta a sua dire al ripiegamento di Chiara al diktat dei poteri forti e denunciando pubblicamente che “Se secondo la sindaca la Città viaggiava con il freno a mano tirato, ora si può dire che sia davvero inchiodata. Con la revoca delle mie deleghe all’urbanistica e all’edilizia sono decine i progetti fermi e molti quelli che non hanno più la spinta politica che li sottendeva. È un peccato per Torino ed è la cosa che più mi preoccupa in questo momento” L’ex braccio destro di Appendino ha inoltre annunciato per i prossimi giorni un’assemblea pubblica, “un incontro per fare un bilancio di questi tre anni” dice, ma soprattutto “per spiegare i motivi che hanno portato alla mia cacciata”.

Ma in attesa dei tempi da biciletta dell’ex vicesindaco, si intensificano i richiami napoletani. Deborah Montalbano, la battagliera e coerente consigliera comunale che da oltre un anno ha sbattuto la porta in faccia a Chiara stufa di assistere a doppiezze e giochini futili per nascondere l’inazione, sta aggregando i consiglieri grillini che hanno abbandonato la seduta di lunedì scorso o non si sono presentati. La prima defezione arriva da Marina Pollicino. Se ne va al gruppo misto e riduce il margine di maggioranza.

Come anticipato, le sirene del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, starebbero per attrare i naufraghi del M5S che, contestando sia la sindaca che la scelta governativa di Di Maio, potrebbero riciclarsi per ripresentarsi ancor più agguerriti all’elettorato in caso di elezioni delineate.  

In tale attesa, qualora a prescindere da equilibri di facciata, la maggioranza grillina anticipasse la scia della caduta, che faranno i partiti di opposizione?

Quali sono i progetti che centrodestra e centro sinistra intenderebbero mettere in campo per fare la differenza? Chi potrà essere il timoniere del secondo millennio? Al momento ci pare di assistere a tentativi di risveglio di coloro che hanno vivacchiato in consiglio, favorendo pure le bizze di Chiara.

Fiato alle trombe, se qualcuno presenterà alternative credibili, saremo ben lieti di ospitarlo.

Ma per favore, non prendiamo ancora una volta, in giro i torinesi.

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Articolo pubblicato il 18/07/2019