Sessanta fotografie di cui quelle drammatiche sul disastro ecologico causato dalla Prima Guerra del Golfo
Il turista che si recherà in Valle d’Aosta per le prossime vacanze estive non potrà lasciarsi sfuggire di visitare l’interessante emozionante e drammatica mostra allestita al Centro Saint Benin:”Animals Steve McCurry” (fino al 6 ottobre 2019). Il percorso espositivo presenta sessanta fotografie selezionate dal fotografo, inerente al tema degli animali. L’’evento è curato dall’esperta Biba Giacchetti, la quale in questi anni ha organizzato e curato tante retrospettive di successo in Italia su Steve McCurry, inoltre lavora con i più grandi fotografi del mondo come: Steve McCurry, Elio Erwitt, James Nachtwey, Eugene Richards, Mary Ellen Mark. Negli spazi del Centro di Saint Benin di Aosta sono protagonisti gli animali che Stive McCurry( fotografo americano nato a Philadelphia) comincia a fotografarli all’inizio del 1991, quando si accinge ad effettuare la sua prima missione di reportage interamente dedicata a loro.
La scelta riguarda anche i disastri nei territori della prima Guerra del Golfo, che Steve McCurry entra in Kuwait, sul finire della guerra con le truppe americane; Saddam Hussein, in ritirata, ordina di bruciare più di seicento pozzi di petrolio disseminati nel Paese. McCurry documenterà con gli scatti fotografici la più grande catastrofe ecologica di tutti i tempi, le fotografie raccontano questo disastro sull’impatto del sistema ecologico, e la scelleratezza umana sul genere animale con le più drammatiche conseguenze sul sistema ecologico. Le immagini di Steve McCurry sono epocali, come i cammelli sull’orizzonte infuocato, o gli scatti dedicati alla fauna migratoria, tra cui il celebre uccello dagli occhi rossi completamente sommerso dal petrolio. Le fotografie di McCurry faranno il giro del mondo e nel 1992 si aggiudica per la quinta volta il World Press Photo. Queste immagini sono pubblicate dalla stampa mondiale quando si affrontano temi legati alla conservazione del pianeta. Come tutte le immagini di Stive McCurry restano icone dell’immagine senza tempo.
Bisogna premettere che Steve McCurry prima di questa missione, negli anni Novanta era un fotografo affermato aveva vinto già quattro World Press Photo, e aveva fotografato Sharbat Gula, la ragazza afgana.
Steve McCurry ha scattato fotografie mozzafiato in tutti i sei continenti, documentando conflitti, culture tradizioni che stanno scomparendo, mantenendo sempre il baricentro sull’ elemento umano come la foto della ragazza afgana che è diventata l’icona fotografica più famosa al mondo. In un suo viaggio Steve McCurry con uno zaino per i vestiti e un altro per i rullini compie un viaggio in India, dopo molti mesi di viaggio riesce a passare il confine con il Pakistan, e incontra un gruppo di rifugiati dell’Afganistan, che gli permettono di entrare clandestinamente nel loro Paese, proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali, lui riemergerà con i vestiti tradizionali e una folta barba trascorrendo settimane tra i Mujahidin , mostrando così al mondo le prime immagini del conflitto in Afganistan, dando finalmente un volto umano ad ogni titolo di giornale.
L’immenso archivio di Steve McCurry ha generato, inoltre, libri sui temi a lui cari: come le culture in via di estinzione; collezioni di ritratti, racconti su modi di vivere diversi e sentimenti universali; si è poi concentrato sulla religione buddista. Ha pubblicato anche un libro sulla sua biografia, la cui autrice e la sorella di Steve: Bonnie McCurry Reum, attualmente è in lavorazione un volume dedicato agli animali. Daria Jorioz (Dirigente della Struttura Attività espositive): “La scelta dell’immagine di comunicazione della mostra di Aosta, il giovanissimo monaco di Litang , dallo sguardo limpido e fiero, immortalato nel 2001 con la sua capretta bianca, è un omaggio privo di retorica e colmo di delicata poesia ai luoghi dell’anima e alla montagna, intesa come dimensione inferiore”.
La curatrice Biba Giacchetti scrive nel suo intervento sul catalogo della mostra edito da Sudest57:” Steve McCurry , esploratore del genere umano, ci offre un viaggio nella continuità del pianeta animale; ci parla di sofferenza e dignità, di relazioni e do conseguenze, invitandoci a riflettere che non siamo soli al mondo e che tra gli esseri viventi c’è una profonda condivisione di quel mistero che è la vita”.
Descrizione foto seguono la disposizione sul catalogo della mostra
copertina catalogo foto scattata nel 2001 al giovanissimo monaco tibetano con la sua capretta
Foto 1 Mongolia, 2018
Foto 2 Hajjah, Yemen, 1999
Foto 3 Al Ahmadi, Kuwait, 1991
Foto 4 Costa dell’Arabia Saudita , 1991
Foto 5 Chennai, India,1996
Foto 6 Los Angeles, Stati Uniti 1991
Foto 7 Mazar -i-Sharif, Afganistan, 1991
Foto 8 Chiang Mai, Thailandia 2010
“Animals McCurry” Centro Saint Benin fino al 6 ottobre 2019. Con un biglietto unico si può visitare anche la mostra al Museo Archeologico Regionale di Aosta:”Lucio Fontana”. Informazioni 0165 275937
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Articolo pubblicato il 14/07/2019