Lo sporco cinismo che emerge dalla tratta dei bimbi di Bibbiano (RE), sta diffondendo il panico tra le famiglie.

Quale modello di famiglia sta emergendo?

Abbiamo vissuto giornate intense di notizie riprese da organi di  stampa e social. La suspense prima e l’esito poi della procedura d’infrazione che pesava come un macigno sui nostri conti; la contrapposizione enfatizzata tra la “capitana” e il “capitano” per planare sull’infruttuosa e forse controproducente(per noi) spartizione delle cariche di governo dell’Unione Europea, tanto per citare le polarizzazioni più eclatanti.

Così, come sovente capita, sono passate in secondo piano notizie drammatiche che avrebbero dovuto avere l’onore delle cronache.

Ci riferiamo, in particolare alla  dittatura del “pensiero unico” e del “politicamente corretto”, che, nei fatti cerca di smontare o ridimensionare la portata dell’immane scandalo legato all’attuale inchiesta “Angeli e Demoni”. Fatti che se non occultati potrebbero avere ricadute etiche, culturali e politiche.

E’ bene ritornare a quando è emersa la terrificante notizia che vedeva coinvolte almeno diciotto persone tra politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino, e tra questi anche il sindaco  di Bibbiano, Andrea Carletti

 

Inizialmente sembrava che gli atroci crimini fossero motivati esclusivamente per lucro. Il che sarebbe stata già una notizia da far tremare i polsi. Perché il cittadino immagina che assistenti sociali e psicologi siano impegnati a tutelare la salute fisica e morale di quelle povere creature innocenti e indifese, e non siano disposti a vendersi per vile denaro sulla pelle dei bimbi e delle loro famiglie, e perciò ha fatto indignare quando è emerso che questi poveri “angeli”, venivano violentemente strappati senza pietà ai loro familiari; dove i piccoli erano condizionati addirittura con impulsi elettrici, le loro parole manipolate, quei pochi ricordi cancellati, i disegni falsificati e interpretati solo per dimostrare la legalità di quei sequestri autorizzati e artificiosamente ammantati dal falso velo morale e dall’urgenza sociale.

 

Invece la questione è – se possibile – ancora più grave. Infatti, a intrecciarsi con il movente lucrativo, già di per sé infame, sta emergendo in queste ore anche un’altra motivazione raccapricciante, di natura “ideologica”.

 

Mentre l’inchiesta procede, si fa chiarezza, si allarga rischiando di coinvolgere sempre più persone, e svela qualcosa di inquietante. 

 

C’è una rete perversa intrecciata tra politici, famiglie arcobaleno e gender: un preciso disegno ideologico finalizzato al sovvertimento antropologico della società occidentale! Dacché domina l’egemonia culturale “radical-chic”, non sentiamo che un’unica solfa: la colpa di ogni male dell’Occidente (e dintorni) è del “Patriarcato” e dei suoi derivati. Perciò l’uomo occidentale, maschio, eterosessuale, bianco, e magari cattolico, è l’emblema del male assoluto ed è artefice di ogni malefatta, dall’odio razziale, allo stupro, fino alla pedofilia.

 

Violenze e stupri sono da decenni catalogati quasi all’ordine del giorno soprattutto all’interno delle famiglie e nelle diocesi. I mariti malmenano le mogli, i padri stuprano le figlie, i cardinali abusano dei chierichetti ed i sacerdoti insidiano le suore. Il che intendiamoci, non vogliamo negare che vi siano criminali tra queste risme.

 

Ma adesso la realtà ci sembra improvvisamente cambiare: molte presunte violenze familiari erano falsificate ad arte, allo scopo di far apparire la famiglia eterosessuale tradizionale come un modello negativo da cui fuggire, e la famiglia arcobaleno ammantata come famiglia ideale. Invece le vere violenze erano compiute proprio dagli arcobaleno. Violenze ideologiche e contro natura che hanno provocato danni gravissimi a questi bambini.

 

Di fronte a questi scandali inverecondi, la politica benpensante balbetta, le lobby gay farfugliano, qualcuno nel Centrodestra mollemente attacca, ma non con la necessaria convinzione.

Non si capisce (almeno per il momento) la posta in gioco e la gravità che emerge da questa questione, e di come sarebbe opportuno dare immediatamente una risposta politica, culturale ed etica.

Curioso che le vicende siano scoppiate in una realtà geo-sociale come l’Emilia Romagna dove, com’è noto, la sinistra ha avuto tempo e modo di coltivare una subcultura in favore dell’ideologia e della cultura gender, che ha come unico obiettivo quello di imporre un’ideologia anti-famiglie tradizionali e pro modello famiglie arcobaleno.

Rimaniamo in attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi, ma con maggior attenzione, intendiamo presentare e capire il motivo dell’allarme e dello sdegno che si percepisce palpabile nel modo delle famiglie fragili anche in Piemonte.

Da tempo ci viene segnalato ed in alcuni casi è anche emerso, il cinismo e la crudeltà con la quale gli organismi tecnici incaricati a vigilare sugli affidi ed a seguire la tenuta economica delle famiglie fragili o dei nuclei monoparentali neppure sfiorati dall’indigenza, usino ogni mezzo ed accampino anche subdole scuse, per strappare i figli legittimi alle famiglie, senza neppur esercitare la vigilanza dal volto umano tendente invece a favorire, pur tra difficoltà, la convivenza del figli nell’ambito delle famiglie d’origine.

I fatti di Bibbiano e la relativa inchiesta, anche se di natura differente, hanno prodotto ancora più apprensione tra i volontari che con disinteresse sono vicini alla famiglie in difficoltà che soffrono e subiscono i comportamenti disinvolti e disdicevoli di coloro che antepongono le esigenze della burocrazia all’esercizio dell’intelligenza e del cuore.

A questo marciume, con o senza arcobaleno, la società civile e le famiglie debbono dare una risposta immediata e ferma, mettendo i valori etici e sociali al di sopra di ogni cosa, senza fare sconti.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/07/2019