"E adesso chiedano scusa"

Maurizio Peverati rivendica la vittoria del sì alla "Bertone"

 

Con una percentuale altissima (87%) che mette in fuga ogni illazione del tutto gratuita sull'esito del referendum i lavoratori della Bertone hanno detto di sì all’accordo di Fabbrica Italia.

"Questo voto è la disfatta di chi pensava di fare l’incantatore di serpenti fino all’ultimo passando dal sì al no in due giorni come in un gioco delle tre carte. Con il loro sì i lavoratori hanno sconfessato la Fiom e il loro capo. Mi auguro che ora Rsu e Fiom firmino l’accordo rispettando la volontà dei lavoratori. Poi si dimettano, questa sarebbe la vera democrazia.

Soprattutto ora chiedano scusa ai lavoratori di Mirafiori e Pomigliano che avevano definito "venduti" per il solo fatti di aver scelto consapevolmente di salvare il loro posto di lavoro.

Anche i delegati e i lavoratori Fiom ora hanno detto sì dunque? Chi ha sbagliato paghi e la Fiom ha grandissime responsabilità perché si è rischiato di lasciare 1087 persone a casa e l’investimento sulla Maserati era davvero a rischio per la solita abitudine del no a prescindere di qualcuno".

Questa la risposta dura ma responsabile e significativa di Maurizio Peverati, Segretario Generale della Uilm, a chi ha anteposto il prestigio personale, o del gruppo che rappresenta o forse che rappresentava, ad una scelta difficile sì ma indispensabile per poter continuare a sperare in un futuro migliore. 

Oggi il Sindacato Uilm può veramente confermare a testa alta che ha sempre condotto le lotte nel massimo rispetto dei tesserati sfidando chi invece si opponeva ad una posizione giudicata arrendevole. 

Ebbene si può dire che per i lavoratori della "Bertone" si aprono nuovi orizzonti che portano nell'immediato alla riaffermazione della dignità personale che dà l'occupazione e non la forma assistenziale pur importante nei momenti di grande crisi. 

Ora non resta che attendere gli sviluppi di questa nuova produttività che fa tirare il fiato anche all'indotto, fatto anch'esso di famiglie fino a ieri nell'angoscia. 

In ogni caso, produrre marchi prestigiosi come "Maserati" a Torino è il successo di chi con ferrea volontà ha lavorato per affermare il diritto al lavoro con saggezza e senza pregiudizi di nicchia. 

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Articolo pubblicato il 04/05/2011