Gli architetti Giuseppe e Bartolomeo Gallo

Padre e figlio, specializzati nell'edilizia religiosa, sono autori di molte chiese in Torino e in Piemonte

Ricordare Giuseppe Gallo passeggiando per Torino sarebbe facile, a patto di sapere chi è e cosa ha fatto. Questo ingegnere è infatti l’autore di molte chiese torinesi realizzate sul finire dell’Ottocento e all’inizio del Novecento.

Giuseppe Gallo nasce a Caramagna (Cuneo) nel 1860. A Torino segue i corsi di disegno e ornato per poi laurearsi, nel 1882, alla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, antenata dell’attuale Politecnico. Partecipa ai concorsi per il completamento della facciata del Duomo di Milano, di San Petronio a Bologna e al concorso internazionale per progettare un “altare gotico italiano alla maniera delle icone in legno dorato dei secoli XIV e XV” e ottiene il terzo premio consegnatogli da un prestigioso personaggio, l’architetto Camillo Boito (Roma, 1836 – Milano, 1914), fratello maggiore del celebre musicista Arrigo.

Nel 1885 apre un suo studio e inizia la progettazione di opere di edilizia religiosa. In oltre quarant’anni di attività, soprattutto in Piemonte, ne realizza quasi duecento, molte in stile neobarocco, ispirate a Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Bernardo Antonio Vittone.

La guida “Augusta Taurinorum. Torino illustrata nelle sue Cose e nei suoi Cittadini”, edita nel 1901, quando Gallo aveva 41 anni, ci informa che:

Ing. Giuseppe Gallo. STUDIO: Via Galliari, N. 31.

[…] si dedicò tosto allo studio dell’architettura, direi così, religiosa, e sono circa 12 anni che esplica la sua attività all’erezione di templi della fede cattolica.

 

Vediamo ora le sue opere in Torino.

Gallo, protagonista della vita artistica torinese di fine secolo, amico di Carlo Ceppi, Enrico Reffo, Davide Calandra e Paolo Gaidano, si dedica anche alla costruzione di palazzine, fra le quali la guida “Augusta Taurinorum” indica come degna di nota la palazzina Guglielminotti in Torino, in corso Gabetti.

Gallo esplica la sua attività in un favorevole momento economico accompagnato dalla crescita urbanistica cittadina in cui l’architettura classica viene studiata alla luce del pittoresco da una società sensibile alla bellezza universale intesa come mezzo di innalzamento interiore. Propenso ai revival, pone l’antico e il moderno sullo stesso piano e impiega stili ben identificabili.

Ha ottenuto varie onorificenze, quella di cavaliere ufficiale della Corona d’Italia, cavaliere dei SS Maurizio e Lazzaro, cavaliere dell’ordine pontificio di San Silvestro.

Muore a Torino nel settembre del 1927 (non conosciamo il giorno preciso), il suo necrologio appare su La Stampa di domenica 11 settembre.

Dal necrologio possiamo conoscere la sua famiglia: la moglie Maddalena Fiore, i numerosi figli, l’ing. Bartolomeo, l’ing. Matteo, Domenica, l’ing. Andrea, Angela Maria, Giovanni. Lunedì 12 settembre, dopo il funerale a Torino, viene sepolto a Caramagna nella tomba di famiglia.

La sua opera viene portata avanti dal figlio Bartolomeo, nato a Torino il 13 settembre 1897, anche lui ingegnere, che porta a termine i molteplici cantieri lasciati aperti dal padre e inizia anche a costruire altre chiese, spesso secondo i progetti paterni. Lavora così per oltre 40 anni al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra, a Venaria Reale – in occasione di Italia61 – e ancora a Tortona, Cortemilia, Alba, Ivrea, Gassino, Altessano, Caramagna e alla chiesa torinese dell’Annunziata, progettata dal padre.

Appassionato di fotografia, Bartolomeo partecipa alle attività delle associazioni culturali torinesi come il Circolo degli Artisti e l’Associazione Piemonte Artistico Culturale, di cui è vice presidente. Muore a Torino il 14 gennaio 1970.

Gli archivi degli architetti Gallo, padre figlio, che raccolgono oltre seimila disegni e documenti concernenti circa un secolo di attività professionale, sono stati acquisiti dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e sono consultabili on line.

Le foto di Giuseppe e Bartolomeo Gallo provengono da: SAN - Portale degli archivi degli architetti

Giuseppe Gallo indirizzo web pagina originale

Bartolomeo Gallo indirizzo web della pagina originale

 

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Articolo pubblicato il 30/06/2019