Torino. In Rai c’è qualcosa che non va

Persiste lo stato di agitazione dei giornalisti di via Verdi

Anche nelle redazioni dei giornali, seppur di area pubblica, negli anni si sono affrontate vertenze sindacali, causate da tematiche serie o laceranti, ma quel che sta accadendo alla sede Rai di via Verdi, molto probabilmente travalica l’oggetto del contendere.

Da tempo i giornalisti, richiedono l’incremento dell’organico, con risvolti legati all’organizzazione del lavoro e la conseguente limitazione al ricorso al lavoro straordinario. Ma, secondo le voci che filtrano dalla sede rai, le iniziali posizioni assunte dal caporedattore Tarcisio Mazzeo hanno provocato la ferma reazione del Cdr (formato da Dario Moricone, Chiara Pottini e Claudia Pregno) che meno di un mese fa ha dichiarato lo stato di agitazione.

Un segnale di compattezza nell’interesse principale della Rai, per offrire alla tv pubblica un prodotto migliore e di qualità, nel rispetto delle condizioni di lavoro, soprattutto per i turni disagiati.

L’azienda ha replicato la settimana scorsa con una lettera del direttore della TGR, Alessandro Casarin. Un messaggio da “colomba”, con il quale il direttore si è detto disposto ad affrontare le questioni sollevate dal Cdr. Un’apertura che, com’era prevedibile, ha diviso la redazione  tra quanti optavano per il mantenimento dello stato di agitazione e chi il contrario.

Ne è scaturita una votazione che ha visto prevalere la prima mozione con 11 voti contro 9 e due astenuti. Un voto di per sé non lacerante e comprensibile (la redazione ha subito negli ultimi due anni una profonda trasformazione generazionale per l’uscita di giornalisti storici e l’ingresso delle nuove leve del concorsone), ma che ha compromesso l’unità del Cdr, con Moricone e Pregno per il proseguimento dell’agitazione, Pottini contraria.

Una divisione che rischia di complicare anche i rapporti all’interno dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, in una fase di serrato confronto con l’azienda a livello nazionale. Tra i giornalisti della redazione torinese c’è chi nutre pessimismo e preconizza un autunno con gli organici ridotti e quindi inidonei a portare avanti tutte le rubriche locali e nazionali, in un clima di sotterranea contestazione del capo redattore Mazzeo, considerato un “falco” nei rapporti con il Cdr.

 

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Articolo pubblicato il 22/06/2019