Aosta – Arte Spaziale di Lucio Fontana al Museo Archeologico Regionale

Trenta capolavori tra tele, ceramiche e carte in mostra fino al 22 settembre

L’esposizione: ”Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellata” curata da Giovanni Granzotto e Leonardo Conti" si propone di evidenziare in un periodo compreso tra la fine degli anni Quaranta e il 1968, quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana, partendo da un corpus rilevante di circa trenta opere dell’artista tra tele, ceramiche e carte.

La grande  mostra  valdostana si inserisce nelle manifestazioni che il 2019  riserva all’arte fontaniana in particolare alle due realizzate a New  York, quella all’Istituto  italiano di cultura  dal titolo “Spatial Explorations”,   e la grande rassegna ”Lucio Fontana. On the  Threshold” al Metropolitan  Breuer, costituisce la prima retrospettiva dedicato a Lucio Fontana ad oltre quarant’anni dall’ultima esposizione avvenuta negli Stati Uniti.

La mostra, ubicata nel Museo Archeologico Regionale Piazza Roncas 12, rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 22 settembre 2019.

Tema centrale della rassegna è quella di indagare tra le più rilevanti attività artistiche e poetiche, partendo dall’arte di Lucio Fontana, che può rappresentarne una continuità di ricerca, divenire uno strumento per comprendere alcuni aspetti fondamentali e indicare una linea di studi aperta sul futuro dell’arte.

Daria Jorioz - Storica dell’Arte e dirigente regionale della Struttura Museale Attività Espositive - scrive in un passaggio sul saggio affidato al catalogo:

Fontana taglia, buca, oltrepassa la tela che dipinge volutamente monocroma, producendo uno squarcio che consente all’osservatore di guardarvi attraverso. La sua intuizione diventa idea fondante di un nuovo approccio creativo, volto a scardinare la percezione bidimensionale della tela pittorica e a dilatare lo spazio per accedere a una dimensione nuova, offerta e consegnata all’osservatore dall’atto assertivo dell’artista”.  

Nei celebri Concetti spaziali di Fontana, in cui materia, dinamismo e artificio si coniugano alla fede nelle nuove scoperte della scienza e della tecnica, prende forma lo Spazialismo, in grado di coinvolgere e influenzare generazioni di artisti.

Nel  1940 Lucio Fontana  parte per l’Argentina ( dove  vi era nato nel 1899 a Rosario  Santa Fè) nel 1946 organizza con altri dell’Accademia di Altamira, la scuola d’arte dove verrà elaborato il famoso  “Manifesto Blanco”, dichiarazione di poetica neofuturista per un’arte adeguata ai tempi,”basata sull’unità del tempo e dello spazio”, che si concretizzò nelle opere spazialiste realizzate dopo  il ritorno in Italia avvenuto nel 1947.

Il percorso espositivo oltre alle opere di Fontana, dedica anche sezioni  a capolavori di artisti che furono protagonisti dello spazialismo (Gianni Dova, Roberto Crippa, Cesare Peverelli, Virgilio Guidi, Mario Deluigi, Edmondo Bacci, Gino Morandis, Tancredi e Vinicio Vianello).

“Azimut e Dintorni” è una di quelle sezioni del progetto espositivo valdostano  dove vengono scelte opere di artisti che frequentarono la Galleria Azimut, e si trovano lavori di rilevanza importanza come: Enrico Castellani e Piero Manzoni, ma si annoverano anche capolavori di Agostino Bonalumi, Dadamaino, Paolo Scheggi, Alberto Biasi, Gianni Colombo, Turi Simeti, Remo Bianco, Ben Ormenese, Umberto Mariani e Paolo Radi.

Nella sezione ”Le strutture dello spazio”, sono state inserite opere di alcuni artisti: Alberto Biasi, Ivano Fabbri, Emanuela Fiorelli, Nunzio, Claudio Rotta Loria, Jorrit Torquist, Ettore Spalletti, i cui lavori si articolano con rapporti inediti, sia formali  che metaforici, che dialogano con  lo spazio. Si tratta di un ambito in cui l’oggettualità si dispiega e si apre nelle molteplici dimensioni di una spazialità inclusiva.

Infine  nella sezione “Una pittura nuova”sono stati inseriti alcuni artisti (Ennio Finzi , Riccardo Licata, Saverio Rampin, Giuseppe Santomaso, Fernando Picenni, Sandro Martini, Marcello De Angelis e Domenico D’Oora) le cui ricerche possono rappresentare la tendenza a una costante e innovativa riformulazione della pittura, sia in senso alle tecniche, sia al superamento dei limiti tradizionali  dell’opera reali o metaforici.

La mostra è promossa dall’Assessorato Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni Culturali della Regione Autonoma Valle D’Aosta  ed è corredato da un esauriente catalogo ( bilingue italiano-francese edito da De Bastiani Editore, pp. 249 riccamente illustrato, in vendita nella sede espositiva al prezzo di 30 euro), contenente testi critici di Giovanni Granzotto, Leonardo Conti, Daria Jorioz, Stefano Cecchetto, Dino Marangon, Mattia Pivato e Livia Sartori di Borgoricco.

Descrizione foto: Copertina catalogo

Foto 1 Lucio Fontana: Concetto spaziale, Attese “Finalmente è arrivato il sole”, 1965, idropittura su tela. 55x38 cm, collezione privata

Foto 2 Lucio Fontana: Concetto spaziale, Attese “Questo rosso è meraviglioso” 1964, idropittura su tela rosso, 56x46 cm collezione privata

Foto 3 Lucio Fontana: Concetto spaziale  1961 olio,buco,graffiti e vetro su tela,vetri blu su fondo or, 65x53,5 cm collezione privata

Foto 4 Lucio Fontana: Concetto spaziale, Attese “Oggi alle 3 ½  mi sono arrabbiato[sic]”, 1966, idropittura su tela, rosso,73x60 cm collezione privata

Foto 5 Tancredi “Senza titolo (primavera) 1954 olio su faesite, 93x128cm collezione Boniolo, Venezia

Foto 6 Edmondo Bacci, “Segnale di Takis, 1958, olio su tela 90x120cm collezione privata; e Gino Morandis, “Nucleo spaziale”, 1954-1956, olio su tela, 72,5x76,5 cm collezione privata

Foto 7 Agostino Bonalumi, Rosso, 1990 tela estroflessa e acrilico, 81x100 cm collezione privata

Foto 8  Dadamaino, Volumi a moduli sfasati. 1960 , plastica fustellata, 120x120 cm Courtesy Lorenzelli Arte, Milano

Foto 9 Paolo Scheggi, Intersupefice Curva dall’Azzurro, 1966 acrilici su tele sovrapposte, 80x60x5 cm Courtesy Lorenzelli, Milano

Musei Archeologico Regionale Piazza Roncas 12 Aosta ”Lucio Fontana. La sua lunga ombra quelle tracce non cancellate”, fino al 22 settembre 2019. Orario tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, chiuso il lunedì. Informazioni +39 0165. 275937

  

    

 

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Articolo pubblicato il 09/06/2019