Aosta - Cimo/Cida: sbagliato strumentalizzare ricerca sulla Valle d'Aosta

E’ il chiarimento che viene dall’istituto di ricerca

La ricerca sulla sanità in Valle d’Aosta, presentata nei giorni scorsi, non ha alcun intento polemico e pertanto non si presta ad alcuna strumentalizzazione. E’ il chiarimento che viene dall’istituto di ricerca al fine di fare chiarezza sulle posizioni apparse sulla stampa valdostana, in merito ai risultati raggiunti ed illustrati in un convegno pubblico organizzato da CIDA.

“La ricerca è stata condotta con lo scopo di studiare il fenomeno, di capire, di fornire dati per la discussione pubblica; non c'è alcun intento polemico, e di certo lo scopo non è avere impatto sulla vita politica nella Regione bensì quello di dare un contributo al dibattito su un tema importante per i cittadini, per i dirigenti, per i lavoratori e per la comunità nel suo insieme”

spiega Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche.

“L'Istituto, indipendente e apartitico, ha scelto di basare il questionario su quanto emerge dai principali organi di informazione: eccellenza del sistema ma anche sintomi di peggioramento o di possibile peggioramento in futuro. CIDA, con l'idea di studiare un fenomeno e non mirando a poter sostenere una tesi specifica, ha lasciato ampia libertà all'Istituto in merito al questionario, e l'Istituto ha la piena responsabilità del questionario stesso”

prosegue Finzi.

“Le affermazioni sull'ospedale e sul SSR (prime domande) sono poste "al negativo" perché si voleva verificare se quanto riportato dai mezzi di informazione è vissuto come vero anche dal campione qualificato (dirigenti della Sanità e non, tutti "locals"). Quasi tutte le affermazioni hanno come possibile risposta una scala per niente-poco-così così-abbastanza-molto; ogni intervistato, quindi, ha avuto modo di dare sfumature del proprio pensiero, del proprio livello di accordo. In effetti su alcune affermazioni c'è molta concordia, su altre molto di meno. Da notare che ci sono varie domande propositive: su cosa fare, cosa serve al SSR, su tre ipotesi di cambiamento”

chiarisce il Direttore di AstraRicerche.

“Si tratta di opinioni? Certamente; queste opinioni si aggiungono a quelle di altre ricerche, a quelle espresse dagli organi di informazione e ai dati oggettivi che a volte indicano valori di eccellenza per la Sanità regionale. Se alcune sono 'sbagliate' dal punto di vista dei decisori locali, la ricerca dà loro la possibilità di comunicare meglio quale è la realtà: anche questo è un contributo positivo dato dalla ricerca”

conclude Finzi.

“Il risultato del sondaggio promosso da CIDA non va minimizzato, – afferma Marcello Giudice, Segretario Regionale CIMO (il sindacato dei medici aderente a CIDA) - e seppure con i suoi limiti, indica un settore in forte difficoltà di motivazioni. CIMO, assieme ad altri sindacati, ha aderito alla tavola rotonda e ha sottolineato il disagio del personale medico ospedaliero. E aldilà della modalità di compilazione del questionario, il contenuto del risultato non si discosta molto dal ‘percepito’ della classe medica. Se la Valle d’Aosta ha il numero più alto di medici per abitanti in Italia, si deve riconoscere che il reparto di Ortopedia ha 5 medici in meno su un totale previsto di 20 (-25%), il reparto di Cardiologia ha perso in 5 anni 4 unità su 19 (26% in meno), la Pneumologia ha una carenza di 3 su 5 (40% in meno), l’Anestesia e Rianimazione 5-6 unità in meno su 40. Carenze importanti sono presenti in Neurologia , in Psichiatria e Ginecologia. E l’aumento delle borse di studio da parte della Regione da 4 a 8, per quanto encomiabile, copre il fabbisogno di uno solo dei reparti in carenza. Le difficoltà sono dell’intera sanità italiana, frutto di politiche che stanno danneggiando il Servizio Sanitario Nazionale, e la Valle d’Aosta ne patisce in misura maggiore in quanto regione periferica, come dimostrano le difficoltà a trovare personale con concorsi spesso deserti. Disagio, esigenza di aumentare l’attrattività della nostra Regione ai professionisti, sono vocaboli che da anni circolano nell’ambiente medico e politico di settore".

"Il nostro intento - ha concluso Giudice - non è attaccare la politica regionale, ma segnalare un problema che fatica ad essere riconosciuto e affrontato adeguatamente. Chiediamo che il problema non sia strumentalizzato da parti politiche, ma che diventi un obiettivo comune. Siamo disposti a collaborare e trovare soluzioni condivise, nell’interesse di CIMO e generale di lavorare con dignità al servizio delle esigenze della popolazione locale”.

CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai Assoprof (Sindacato Medici ambulatoriali).

 

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Articolo pubblicato il 01/06/2019