Vacanze di Pasqua
Crociere per chi può

Troppi i giorni di festa?

Preg.mo sig. Anrò,

La ringrazio per aver sollecitato un problema che in verità sta creando non pochi problemi alle famiglie che non hanno la fortuna di poter contare sui nonni per poter dare supporto ai problemi del quotidiano compreso il lungo periodo di vacanze in occasione delle festività. 

La situazione si va facendo sempre più preoccupante specie in questo momento difficile in cui ambedue i genitori per far fronte ai costi della vita devono lavorare entrambi sottraendo ai figli quei momenti di amore ed affetto che sono determinanti per una sana crescita.

Lavoratori entrambi, desidero aggiungere, quando se ne ha l'opportunità per non dire la fortuna che stona con quanto ho appena affermato.

D'altronde le lunghe vacanze di Pasqua, come pure quelle di Natale, hanno sempre trovato riscontri diversi fra la gente ed oggi ancor di più fra coloro che non hanno la possibilità economica per sostenere costi supplementari che garantiscano ai figli un'adeguata e sicura assistenza.

Lei mi chiede, giustamente, cosa pensa di fare lo Stato per affrontare quello che è un problema per i figli ma anche per i genitori; io Le posso rispondere che, a mio modo di vedere, è la scuola che deve provvedere a non lasciare soli i ragazzi di tutte quelle famiglie che non hanno il supporto dei nonni creando attività complementari alle materie d'insegnamento da svolgere nei periodi di vacanza.

Così non ci sarebbero, come ha detto Lei, tanti giorni di ferie retribuite in periodi che giovano ad alcuni a discapito di altri.

Ma tenga presente che intorno ai lunghi periodi vacanzieri ruota un sistema economico parallelo che favorisce, per chi se lo può permettere, altri settori che gravano sull'economia privata nazionale.  

Sul fatto poi che questo sistema non invoglia a fare figli mi pare un discorso che esula dal tema del nostro incontro; le vacanze ed in genere un certo tenore di vita sono spesso frutto di egoismi per fortuna ancora limitati per cui il vero problema sta nel dare a tutti la possibilità di crescere i figli secondo i canoni dettati dal vivere civile.

Chiudo dicendo che i nonni e la scuola sono gli unici interlocutori privilegiati laddove i genitori, per esigenze lavorative, non sono in grado di stare accanto al frutto della loro esistenza che deve maturare nei sani principi lontano da pericolose devianze che la vita di oggi propone con estrema pericolosità.

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Articolo pubblicato il 21/04/2011