Torino. Sandro Fontana, l'anticonformista popolare. Le sfide di «Bertoldo» in Italia e in Europa.

Un pregevole studio sulla coerenza ideale di un cattolico di orientamento liberale tra le file della Democrazia Cristiana.

E’ il volume scritto da  Renato Cristin, Giorgio Merlo e Tonino Zana, protagonisti e studiosi degli ultimi 50 anni di Storia Italiana che verrà presentato sabato 11 maggio alle ore 10 al Polo ‘900, Aula Didattica, Palazzo San Daniele in via  del Carmine 14.

Ne parleranno, alla presenza degli autori, Guido Bodrato, Claudio Donat Cattin, Mino Giachino e Gianfranco Morgando. Modera Ettore Boffano.

Il volume ripercorre la vicenda umana, culturale e politica di Sandro Fontana (1936-2013) che, partendo da un paese di provincia, è divenuto esponente di spicco della vita politica regionale, nazionale ed europea. Leader del popolarismo cattolico, ha messo la sua vasta cultura a difesa degli umili e dei ceti contadini per favorirne la riscossa identitaria e per restituire loro il giusto posto nella storia. Con lo pseudonimo di "Bertoldo" - il contadino dalle mani grandi e dal cervello fino - e con l'arma dell'ironia, ha lanciato sferzanti attacchi al conformismo culturale dominante. Spirito libero e controcorrente, da insegnante, giornalista, ministro e parlamentare nazionale ed europeo ha sempre incarnato e promosso i valori cristiano-democratici.

Il nesso strettissimo tra politica e cultura che ha guidato ogni sua azione acquista un forte valore esemplare

Dopo la fine della prima repubblica  ed il crollo della DC, i cattolici italiani dovettero affrontare il problema della collocazione politica. Fontana  scelse di non entrare nel PPI perché, come affermò «per entrarvi avrei dovuto uscire da tutta una storia di libertà e di pluralismo, e rinnegare un patrimonio secolare di lotte che aveva visto i cattolici italiani attraverso dure sofferenze, passare dal ruolo di antichi oppositori dello Stato borghese a baluardo irriducibile della libertà e della democrazia nel nostro Paese».

Fontana contribuì perciò alla formazione del Polo delle Libertà schierandosi  con Silvio Berlusconi

Nel 1996 fu il principale fautore dell'ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo.

Con tale scelta, si voleva valorizzare non esclusivamente la posizione, europeistica, ma federalistica, del popolarismo italiano, affinché il PPE assimilasse nuovi aspetti, non immediatamente riducibili agli schemi del popolarismo classico, perché legati alla specifica affermazione politica del centrodestra avvenuta in Italia.

Fontana era consapevole che il contributo del popolarismo italiano sarebbe stato di grande importanza per il rafforzamento dell'azione del PPE. Egli ha così contribuito in modo determinante a far conoscere in Europa la posizione del nostro Paese, facendone comprendere la nuova realtà politica.

La presentazione di questo libro cade nel momento in cui molti in Italia , archiviato purtroppo il federalismo, mettono anche in discussione la scelta europeista che da decenni il Popolarismo conduce.

Cosa ci diranno i relatori, quali osservatori e protagonisti della politica italiana, nel momento di forte critica all’Europa?

L’esempio e la taratura intellettuale e politica di Sandro Fontana, potrà ancora rappresentare un baluardo per chi considera il ruolo della storia, quale ancoraggio per le scelte consapevoli?

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Articolo pubblicato il 09/05/2019