Intelligenza Artificiale: “Il passo dopo la tempesta”

L’importanza di continuare a remare…

Civico 20 News prosegue il filone sull’Intelligenza Artificiale, inaugurato nell’ambito dell’Editoriale del giorno 10 Marzo 2019. In questo pregevole contributo del Dr. Luca Livelli, dell’Università di Pavia, si pone un quesito fondamentale: qual è – o meglio, quale dovrebbe essere – il nostro atteggiamento di fronte all’inarrestabile incedere della Tecnologia?

L’Uomo può ritrarsi, intimorito dal parto del suo stesso intelletto: eppure la creatura cibernetica è presente e viva, ormai uscita dai laboratori e ben radicatasi nel nostro vivere quotidiano, nelle nostre case, nelle tasche dei pantaloni piene di smartphones e di altri devices elettronici.

Oppure può tenerle testa, rivendicando il primato dell’inventiva sull’invenzione, e continuando a remare verso lidi ove la sinergia fra neuroni e transistors generi un nuovo e accresciuto tipo di know-how: quello dell’Intelligenza Aumentata.

Achille piè veloce poteva correre più veloce del vento, eppure l’indolenza ha fatto sì che venisse superato dalla tenace tartaruga: così Zenone ci insegna che esiste una cosa più importante della velocità… ed è il non fermarsi. Paura e lassismo sono dunque i due nemici da combattere, per non farsi sopravanzare da quei competitors artificiali che non accusano i marosi perché, semplicemente, non li temono.

 

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Possiamo essere sostituiti? È questa la domanda che ci poniamo da tanto tempo, sapendo che dovremo dare presto una risposta, con la preoccupazione che nel futuro ci sarà meno spazio per noi.

Molti anni fa il Capitan Barrow partì insieme alla sua ciurma per raggiungere l’isola segreta che, essendo segnata con una “x” su una mappa misteriosa, era oggetto di desiderio di molti pirati del continente. Con l’auspicio di trovare un importante tesoro, il capitano e la sua truppa si trovarono ad affrontare un lungo viaggio. All’inizio sembrava tutto semplice, la barca viaggiava spensierata come una gazzella che corre sull’erba alta della savana e, vedendo il campo libero e privo di minacce, poteva godersi la bella giornata di sole con i suoi cuccioli. La barca splendeva riflettendo i raggi del sole, e la ciurma si godeva il viaggio tra sogni e tante domande.

“Cosa ci sarà quando arriveremo a terra?”

Ma come ci insegna la natura, prima o poi arriva sempre il leone. Dopo le prime giornate di sole, cominciò presto a piovere.  All’inizio sembrava fosse una pioggia normale, ma presto le precipitazioni aumentarono fino a far preoccupare seriamente qualche pirata.

“Se continua così, il mare sarà l’ultima cosa che vedremo” disse Hogan, uno tra i pirati più esperti, preoccupato di non poter riabbracciare più i suoi figli.

“È da tre notti che piove così forte” continuò Peter - uno tra i più giovani della ciurma - che stava affrontando il primo vero viaggio della sua vita.

“Ho capito, non diventerò mai ricco e dovrò scordarmi tutti i miei sogni” aggiunse Edon - uno dei guerrieri più valorosi del paese – che, nel pieno delle sue forze, desiderava fortemente mettere mano su parte del tesoro per tornare in patria e sentirsi acclamato come un eroe.

Il Capitan Barrow, che era riuscito fino a quel momento a motivare la sua ciurma, si era fermato ad ascoltare i suoi uomini. Non riuscendo più a rispondere ai tanti dubbi che avevano i pirati si sedette, e la barca cominciò lentamente a rallentare fino a interrompere completamente il suo percorso: nessuno aveva più voglia di remare.

Fu proprio in quel momento, mentre i pirati della ciurma erano impegnati a bere e mangiare buona parte delle provviste che, girandosi verso destra, il capitano vide numerose barche superare la sua.

Nonostante la forte pioggia altri pirati non si erano fatti intimidire e avevano continuato a remare. Fu proprio in quel momento che la ciurma Barrow capì che il vero nemico, quello più difficile da sconfiggere, non era la tempesta ma le loro preoccupazioni.

Oggi noi ci troviamo proprio nella stessa situazione del Capitan Barrow, e abbiamo solo una certezza: non possiamo tornare indietro.

L’intelligenza artificiale è già salita sulla nostra nave da parecchio tempo e non sembra abbia intenzione di scendere. A questo punto possiamo fare due cose. La prima è rimanere fermi, cercando di porci tante domande che probabilmente ci porteranno solo a farci superare da altre navi. La seconda è trovare un modo, grazie all’Intelligenza Artificiale, per trasformare i remi in qualcosa che ci aiuti a cavalcare le onde più velocemente e nel miglior modo possibile.

Il problema del tasso sempre più elevato di disoccupazione giovanile presenta una grossa domanda: “è il mercato che non ha posti per noi, o siamo noi che non siamo preparati per il mercato attuale”?

Sono diversi gli annunci di lavoro che richiedono Ingegneri e Data Scientist faticando ad ottenere una risposta. Per altre posizioni, come per esempio quelle riguardanti la comunicazione, si contano più di cento proposte ad annuncio. D’altro canto ci troviamo in un periodo di mutazione del sistema e, in un momento di grande innovazione come il nostro, è comprensibile che ci sia un grande divario tra domanda e offerta sul mercato del lavoro.

Il fenomeno di mismatch di competenze ci accompagnerà nei prossimi anni e, se vogliamo risolvere il problema, bisognerà trovare un modo per sistemare la barca durante il viaggio.

L’istruzione in questo avrà un compito molto importante per dare un orientamento intelligente ai lavoratori del domani.

Per tutti sarà necessario essere consapevoli di vivere in un mondo in cui bisognerà investire sempre più sulla propria formazione: per rimanere a galla in un mare che ci spinge sempre più lontano dalla riva.

 

Luca Livelli

 

(Immagine in copertina tratta da L’Indro)

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Articolo pubblicato il 27/04/2019