In Consiglio regionale dibattito sull’emergenza profughi dal nord Africa

Cordoglio del Presidente della Giunta regionale per le vittime del naufragio del 6 aprile in acque maltesi

 


“Niente allarmismi o polemiche su nuovi insediamenti per i profughi in Piemonte: non ci sono state richieste specifiche in tal senso da parte del Governo. In Piemonte non sono previste tendopoli, né ampliamenti del Cie o nuove strutture”.
 
Nella seduta  del Consiglio regionale del Piemonte dedicata al dibattito sulla distribuzione tra le varie regioni dei profughi provenienti dall’Africa settentrionale  il presidente della Giunta regionale ha così sintetizzato l’accordo raggiunto il 6 aprile a Roma nel corso della Conferenza Stato-Regioni.
 
“Abbiamo offerto al Governo la nostra collaborazione – ha proseguito il responsabile dell’Esecutivo – che sarà data in base alle richieste che ci verranno rivolte. Ci siamo già attivati utilizzando un’intesa a livello nazionale fra Ministero dell’Interno e la Caritas, ho ricevuto una risposta pronta e sollecita dall’arcivescovo di Torino, che ho sentito nuovamente questa mattina.
 
 I profughi libici saranno ospitati a piccoli gruppi attraverso processi di integrazione. Ci occuperemo anche di alcuni minori non accompagnati. Si tratta di gruppi di alcune decine di persone”.
 
 
Sul drammatico naufragio del 6 aprile, costato la vita a 250 migranti nelle acque del Mediterraneo, il presidente, esprimendo il proprio cordoglio per le vittime, ha poi precisato che “l’incidente è accaduto nelle acque territoriali di Malta. Le nostre navi sono intervenute non appena le autorità maltesi lo hanno richiesto”.  
  
Al termine della comunicazione del presidente della Giunta sono intervenuti numerosi consiglieri. 
 
Gli esponenti del principale gruppo di minoranza (PD) hanno detto: “Apprezziamo il fatto che il Governo e la Lega abbiano cambiato atteggiamento, abbandonando l’idea dei rimpatri di massa davanti ad una situazione di emergenza che si poteva ben prevedere.
 
L’Italia si è mostrata fortemente impreparata e solo a distanza di giorni - e dopo una tragedia come quella del naufragio di un barcone con 300 persone a bordo - , ha capito che era necessario organizzarsi su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo non solo le Regioni ma anche gli Enti locali, il volontariato, la Caritas, senza fare grandi tendopoli che diventano ghetti, ma ridistribuendo i migranti su tutto il territorio nazionale, in piccoli gruppi”.

Il tema del coinvolgimento di diversi soggetti ha dominato gli interventi anche dei consiglieri di FdS, IdV e SEL: “Gli enti locali con i loro servizi sociali, l’associazionismo, la protezione civile, tutti insieme dobbiamo farci carico di questa situazione di emergenza che riguarda queste migliaia di persone che scappano da una guerra e dalla povertà e che non finirà certo in tempi brevi. Anche l’Europa dovrebbe fare la propria parte, ma l’Italia non ha nemmeno chiesto di avere i fondi europei per il programma di protezione umanitaria. La stessa Regione Piemonte, nel proprio bilancio, ha tagliato un milione di euro di finanziamenti prima destinati alla cooperazione internazionale”.

A favore della posizione del presidente della Giunta gli interventi della maggioranza.
  
Diversi esponenti del PdL hanno ribadito: “Noi abbiamo risposto all’appello del Governo per accogliere anche sul nostro territorio i rifugiati politici ed i minori non accompagnati. Il problema dei clandestini si riproporrà ancora, dobbiamo aiutare i Paesi africani sul loro territorio anche perché questi immigrati credono di trovare qui il loro paradiso ma noi non abbiamo posti di lavoro per tutti, qui possono trovare solo una sistemazione provvisoria”.

I consiglieri della Lega Nord hanno approvato senza riserve i contenuti della comunicazione svolta dal presidente della Regione: “Il messaggio iniziale che è stato espresso dalla Lega sin dai primi giorni è valido ancora oggi: tutti tornino a casa loro. La vasca è piena, bisogna chiudere i rubinetti e poi svuotarla. Anche perché la maggior parte di questi immigrati clandestini sono delinquenti che scappano dal loro Paese e vengono qui da noi a creare problemi alla nostra gente. Avevamo detto sin dall’inizio che il problema sarebbe stato grave, ma siamo stati accusati di fare allarmismo e propaganda elettorale, invece i fatti ci hanno dato ragione”.
L’esponente del Movimento 5 Stelle è intervenuto sostenendo: “Con l’accordo nazionale la Lega ha fatto un positivo dietrofront rispetto alle sue posizioni iniziali. Molti immigrati sono rifugiati ed avrebbero diritto all’asilo politico mentre invece vengono mantenuti nei centri detenzione e poi rispediti nei loro Paesi di origine in tutta l’Africa. Diventano una striscia di cadaveri in mare e anche nel deserto del Sahara. Occupiamoci davvero del problema del Maghreb con una programmazione politico-economica che si renda conto delle nostre responsabilità economiche, delle multinazionali che operano in quei Paesi senza troppi scrupoli”.

Al termine della discussione sulla comunicazione del presidente è stato approvato con 28 voti favorevoli un ordine del giorno (primi firmatari i capigruppo della Lega e del PdL) che impegna la Giunta a manifestare al Governo approvazione per il lavoro svolto in tema di gestione del problema degli sbarchi dei clandestini “ribadendo la necessità di proseguire sulla strada intrapresa per addivenire a una soluzione concreta del problema dei clandestini arrivati e in arrivo nel nostro Paese”.

Sono stati invece respinti tre documenti presentati dalle opposizioni: la mozione (primo firmatario un consigliere del PD), che impegnava il presidente della Giunta regionale a “svolgere un’azione di coordinamento tra gli Enti locali piemontesi al fine di individuare luoghi e modi dell’ospitalità dei profughi politici provenienti dal Nord Africa e a ripristinare urgentemente i fondi per la cooperazione decentrata”; l’ordine del giorno (primo firmatario il presidente del gruppo FdS) che aveva per oggetto la crisi dei Paesi del Nord Africa e il ruolo delle istituzioni europee; l’ordine del giorno (primo firmatario il capogruppo del Movimento 5 Stelle), inerente la politica italiana ed europea di transizione economica.


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Articolo pubblicato il 07/04/2011