Genova - Il glorioso periodo del Cinquecento e Seicento rivissuto nella mostra Caravaggio e i Genovesi al Palazzo della Meridiana

Un capitolo importante dell’arte genovese molte opere esposte provengono da collezioni private difficilmente visibili al grande pubblico

La prestigiosa mostra allestita al Palazzo della Meridiana fino al 23 giugno 2019:”Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti,  pittori“ curata da Anna Orlando - considerata tra i massimi esperti a livello internazionale per la pittura genovese dal Cinquecento al Settecento si è formata all’Università di Genova  e alla Fondazione Longhi di Firenze -  ha come tema principale quello della ricezione da parte dei pittori genovesi della nuova arte di Caravaggio -  quando l’artista lombardo proveniente da Roma nel 1605 soggiornò per un periodo nella città della Lanterna.   Il percorso espositivo presenta dipinti di grandi dimensioni, di forte impatto teatrale e in contemporanea  spettacolarità, molti di questi capolavori non sono accessibili  alla visita in quanto sono collocati in collezioni private. Il Presidente  dell’ Associazione Amici di Palazzo della Meridiana Davide Viziano nel saluto istituzionale:”L’impegno dell’Associazione è quello di offrire un’importante mostra di arte antica ogni anno, con uno sguardo attento al passato della città”.  

 Nella presentazione alla mostra e del catalogo, la curatrice Anna Orlando scrive:” nel susseguirsi delle cinque sale di Palazzo della Meridiana, il pubblico incontra alcuni aspetti di queste storie che si intrecciano, e al centro delle quali i dipinti hanno il ruolo di documenti per immagini, veri e propri testimoni, secondo quell’assunto che mi piace ricordare, per cui l’arte e la storia che si fa figura”. L’esposizione - promossa e organizzata  dall’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana, ha il patrocinio di MIBAC, Comune di Genova, gode del contributo della Regione Liguria e del sostegno della Compagnia di San Paolo -  si prefigge di sviluppare un altro capitolo assai importante della cultura figurativa genovese, pertanto, i  capolavori esposti  pongono la mostra a livello internazionale. Ilaria Cavo Assessore Cultura della Regione Liguria:”L’arte che nasce dall’incrocio del lessico caravaggesco con quello ligure ha un sapore speciale che la mostra vuole restituire in una raffinata selezione di splendide tele, molte delle quali inedite”.

L’eccezionale esposizione è accompagnata dal un prestigioso catalogo edito dalla Sagep editori riccamente illustrato (324 pagine) curato da Anna Orlando  con la prefazione di Lauro Magnani con i contributi di Raffaella Besta, Cristina Bonavera, Valentina Borniotto, Antonio Gesino, Lauro Magnani, Agnese Marengo, Giacomo Montanari, Anna Orlando, Margherita Priarone, Daniele Sanguineti, Roberto Santamaria, Giulio Sommariva, Laura Stagno.  

Intorno all’ opera “Ecce Homo” 1605-1609 circa - proveniente dal Palazzo Bianco - di Caravaggio (riprodotto anche un particolare sulla copertina del catalogo edito dalla Sagep editori), viene ricostruito un dialogo in una fitta e complessa trama di rimandi, innanzi tutto visivi, per spiegare, da un lato, la sua modernità, dall’altro, la necessità per i pittori contemporanei o più giovani, del tempo di confrontarsi.

Sul tema dell’”Ecce Homo”  si esercitano prima e dopo Caravaggio molti artisti, la cui sfida sta nel restituire il tema intenso e drammatico dell’umanità e divinità di Cristo fattosi uomo e morto per noi. L’aspetto divino è evidente nei pittori che risentono ancora del clima della Controriforma: non a caso Gesù ha lo sguardo quasi sempre rivolto in alto, verso il Trascendente; il suo dolore, avvolto in una sfera mistica, crea empatia con il riguardante, ma non porta a una totale immedesimazione.

Una delle conquiste dell’arte del Seicento, dopo la rivoluzione di Umanesimo e Rinascimento, e stato quello di portare l’uomo al centro dell’universo, e  di interpretare il protagonismo dell’individuo non solo per i suoi aspetti intellettuali, ma anche per le sue passioni. Anche la donna inizia a fare la sua comparsa non solo come santa, ma anche  come persona; non solo come dea che personifica il concetto astratto di bellezza, ma come prova tangibile, carne che respira, della forza della bellezza.

Alcuni artisti genovesi che appartengono alla stagione del tardo barocco, attivi cioè, nella seconda metà del Seicento o addirittura nei primi anni del Settecento, offrono lo spunto per constatare la duratura portata del verbo caravaggesco. Visitando la mostra, in qualche modo  si rivive i momenti drammatici della passione di Gesù.

 Didascalie foto copertina catalogo

Foto 1  Giovanni Battista Merano “Cattura di Cristo” 1655-1665 circa Collezione privata

 Foto 2  Luca Cambiaso 1570-1575 “Cristo davanti a Caifa” Genova Museo dell’Accadermi Ligustica di Belle Arti

Foto 3 Giovanni Domenico Cappellino 1620-1630 circa “Cristo deriso” Milano Collezione Koelliker

Foto 4 Orazio De Ferrari  1640 circa “Hecce Homo” Genova, collezione d’arte di Banca Carige

Foto  5 Luciano Borzone  “Negazione  di Pietro” 1645 circa Collezione privata

Foto 6  Bernardo Strozzi il Cappuccino  “Martirio di Sant’Orsola  1620-1625 Collezione Koelliker

Foto 7 Gioaccino Assereto  “Decollazione del Battista”  1623-1626 circa Collezione privata

Foto 8 Bernardino Strozzi  detto il Cappuccino “San Giovannino”1620-1625 circa Collezione privata

Foto 9 Bernardo Strozzi “Il cappuccino” 1635-1644 “Natura morta con vaso di peonie rosa 1635-1644 circa Milano Collezione Poletti

Foto 10 Anton Maria Vassallo “Cleopatra”1635-1640 circa Genova “Collezione Zerbone

Foto 11 Bartolomeo Guidobono  detto Il prete di Savona “Maddalena” 1670-1675 circa Collezione privata

  Palazzo della Meridiana di Genova:” Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti, pittori”, f fino al 24 giugno 2019. Orari:  Martedì a venerdì ore 12.00 alle ore 19.00 . sabato e Domenica ore 11.00-19.00.Informazioni Tel. 010.2541996. 

 

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Articolo pubblicato il 14/04/2019