Sessanta tra dipinti e sculture dei grandi artisti dell’informale europeo, anche una rappresentanza di opere informali di artisti americani e giapponesi
La Fondazione Cosso dopo le grandi mostre su Caravaggio, Beato Angelico, Orsola Caccia, ritorna con un nuovo progetto espositivo: “Informale da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana” curato da Francesco Poli.
La Fondazione riprende a fare le cose in grande a riguardo all’arte, con questa iniziativa dal 6 aprile( ore 15.00 dopo l’inaugurazione), fino al 14 luglio 2019 accompagnerà il visitatore in un percorso attraverso oltre sessanta opere dei grandi protagonisti dell’informale tra dipinti, disegni e sculture, immergendolo in quel periodo tra gli anni Cinquanta e gli Anni Settanta - subito dopo il secondo conflitto mondiale - quando il gesto e la materia erano diventate protagoniste di una nuova visione del mondo.
Ma la definizione “Informale cosa significa? Il termine venne utilizzato per la prima volta nel 1951 dal critico francese Michel Tapiè, e non significa informe o senza forma ma piuttosto “non formale”o “aformale”, in sostanza indifferente alla netta opposizione fra astratto e figurativo che dominava nel dibattito artistico all’epoca.
Il percorso espositivo allestito nelle dodici sale, vengono esposte opere che documentano le ricerche informali in Europa, a quelle dell’espressionismo astratto americano fino ad arrivare a quelle realizzate in Giappone.
Il contesto europeo e sviluppato con opere di artisti attivi a Parigi come Dubuffet, Hartung, Tàpies, Vieira da Silva, agli esponenti del Gruppo CoBra, come Jorn, Appel e Alchinsky , fino ai principali esponenti italiani, tra cui Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Moreni, Morlotti, Tancredi e Novelli.
La mostra non tralascia l’arte eseguita nella vita artistica torinese degli anni Cinquanta e Sessanta, in una sezione sono presentate opere di Spazzapan (la Fondazione Cosso in passato aveva dedicato un’importante retrospettiva), Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri, Galvano e Carol Rama. Anche l’espressionismo attratto americano è rappresentato da notevoli opere di Gorky, Hofmann, Tobey, Bluhm e Sam Francis.
Nella mostra infine vi sono particolari dipinti di artisti informali giapponesi dal Maestro del Gutai Motonaga, ad altri esponenti informali come Onishi, Imai, Domoto e Teshigahara, che il critico Michel Tapié aveva presentato a suo tempo in mostra a Torino. Un interessante catalogo accompagna l’esposizione con saggi di Francesco Poli e Paola Gribaudo, edito da GLIORI Editori.
Per questo importante evento, il progetto artistico Avant - dernière pensée di Roberto Gallimberti dedica una inedita istallazione sonora. La Fondazione Cosso nuovamente da vita nelle sale allo speciale allestimento didattico “Da un metro in giù”, in quanto ha riscosso un grosso successo nelle precedenti esposizioni.
Castello di Miradolo dal 6 aprile al 14 luglio: “Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”. Orari: Venerdì, sabato, domenica, lunedì: ore 10.00-18.30. Per gruppi e scuole tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione al n° 0121 502761.
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Articolo pubblicato il 04/04/2019