Un nostro lettore ci scrive: Egualitarismo da fine a mezzo

L’egualitarismo moderno è l’istituzionalizzazione dell’invidia, sostenuta dalla nuova élite dominante e adesso anche opponente ad alcuni governi: la classe intellettual-tecnocratico-terapeutico-burocratica.

Costoro hanno imposto un pensiero per il quale è la creazione di parole che costruisce la realtà e non al contrario, ad esempio migranti, mentre sarebbe più corretto chiamarli stranieri senza documenti per non parlare di minori sono tali anche coloro che hanno 17 anni e 364 giorni peccato che nella loro cultura  e in molti paesi europei sono classificati come maggiorenni. Costoro ignorano o fingono di non sapere che il famoso anello mancante non è ancora stato scoperto e che Darwin ha elaborato la più robusta teoria della selezione naturale cioè ha scientificamente dimostrato l’evidenza della diversità individuale.

 

Le caratteristiche di tutti gli esseri viventi, infatti, e a maggior ragione di noi umani sono evidenziate da due concetti scientifici: filogenesi, ontogenesi.

In sintesi ogni persona ha caratteristiche le comuni di una certa specie, che non significa eguali, quelle evidenziate dalla filogenesi e caratteristiche uniche quelle evidenziate dalla ontogenesi. Inoltre sono proprio queste differenze che permettono di affermare che Tizio e diverso da Caio.

Perciò è questa diversità, questa eterogeneità degli esseri umani l’essenza caratteristica dell’umanità.

 

Le persone possono essere considerate “uguali” solo se i parametri di misurazione sono pochi, al limite uno,(tutti siamo figli del Padre celeste) o astratti la legge, è uguale per tutti.

Ma, se consideriamo più parametri non si può affermare l’eguaglianza, anzi a prevalere è la disuguaglianza, che piaccia o no, è perciò un evidenza forte della razza umana l’eterogeneità e non l’eguaglianza.

Tutti i disturbi sociali economici psichici contemporanei,hanno un fattore comune che li determina: l’assurda e innaturale ricerca dell’“uguaglianza”.

Infatti questa ricerca, contro-natura si può cercare di raggiungere solo usando mezzi coercitivi giuridici, culturali, ottenendo come risultato una società disarmonica e squilibrata come è quella attuale.

 

Va detto che il diffondersi di questo fine, falsamente nobile e morale, ha favorito lo sviluppo del pensiero relativista nichilista e che questa ossessione per l’eguaglianza è una perversione moderna, sino agli inizi dell’800 questo concetto anche tra i pensatori più raffinati era oggetto di derisione.

Nella società globale e liquida, la natura profondamente irrazionale e antiscientifica dell’egualitarismo, che riduce i singoli a numeri a entità astratte senza identità, sta diventando un oggetto sacro e perciò un oggetto che incorpora caratteristiche dogmatiche, ossia non confutabili pena l’eresia e la morte, per coloro che si oppongono.

 

Voler conseguire e mantenere l’uguaglianza, come quella ridicola tra i genitori, non più padre o madre, ma genitore 1 e genitore 2 o far confluire i due sessi naturali in un contenitore neutro che li rende uguali asessuati o a sessualità variabile come le lumache per legge, implica l’affermazione politica di un’élite di potere internazionale, la casta dei sedicenti ben pensanti, che realizza un devastante potere coercitivo, per uniformare tutti con politiche di liquefazione dei diritti sociali, delle formazioni sociali intermedie come la famiglia.

 

Azioni non necessariamente violente, anzi a volte apparentemente innocue, si pensi alla depenalizzazione dei reati vittima e carnefice sono  sullo stesso piano o alle coppie di gay o alla politica scolastica che ha reso tutti equamente ignoranti.

La ricerca dell’eguaglianza totale, ha infatti bisogno di uno stato in grado di controllare i gruppi sociali e professionali che, per le loro competenze o qualità personali, potrebbero rivendicare una loro autorità in qualche ambito sociale, una diversa politica, un diverso modello istituzionale.

Il modo più efficace per mantenerli sotto controllo è impedire, complicare loro il diritto di organizzarsi politicamente, o diffamarli con giudizi politicamente corretti: omofobo, reazionario, fascista, maschilista e buon ultimo populista.

 

Il fatto assurdo o perlomeno comico è che la classe politica “egualitaria” ha le caratteristiche di una qualsiasi oligarchia, perché la gerarchia e le disuguaglianze nell’assumere decisioni sono inevitabili.

La ricerca di questo fine innaturale viene, da questi sedicenti egualitari, sempre dichiarato, ma mai perseguito. Costoro raggiungono altri fini con strumenti e metodi non egualitari, ad esempio blaterano per il suffragio universale e tacciono sul crollo degli elettori veri e non fanno nulla per indurli a votare, spendono milioni di parole per il diritto al lavoro, ricordo l’art.3 della nostra costituzione, che sempre per sedicenti egualitari e la “migliore del mondo” e poi crescono povertà e disoccupazione, parlano di liberta e contemporaneamente aumentano i controlli burocratici, il controllo sociale. Oggi sono tutti uguali se fanno ciò che lo stato chiede.

Il motivo vero di questa ricerca ossessiva è un altro.

 

La continua invocazione all’eguaglianza alla parità di genere e quant’altro nasconde l’intenzione di chi la propugna di volersi porre al vertice di questa gerarchia di potere, che raggiunge sperando proprio che pochi vadano a votare, in poche parole i leader egualitari per restare tali hanno bisogno di un popolo di poveri e fisicamente deboli, ecco il vero senso dell’eguaglianza, si chiama mediocrità. Popolo che se però non li vota diventa automaticamente massa di ignoranti e incompetenti e così il loro egocentrismo psicotico raggiunge il massimo, ma niente da fare di lavorare non hanno voglia meglio fare il traghettatore di clandestini.

 

Il pensiero egualitario nichilista ha creato una struttura mentale che, inizialmente ha distrutto le tradizionali autorità morali eliminando, in taluni casi anche fisicamente, le strutture politiche aristocratiche e feudali, proseguendo poi alla contestazione del ruolo “non scientifico” della religione.

La tecnica, l’innovazione tanto propagandate hanno despiritualizzato l’uomo e il contesto.

 

Le antiche virtù eroiche e il criterio dell’onore, si sono trasformate. Valori etici sono stati sostituiti da misuratori utilitaristici derivati dal pensiero economico, finalità ultraterrene si sono ridotte a obiettivi degli uffici contabili; è cambiata la vulgata l’uomo virtuoso, prima è stato sostituito da un funzionario dello stato e poi da clientes della politica egualitaria.

 

Gli autodefiniti intellettuali progressisti, gruppo sociale che si è sviluppato grazie al maggior benessere ottenuto col capitalismo, che ha favorito la distribuzione di rendite parassitarie, attraverso sussidi statali estesi e continuativi alle scuole pubbliche, all’istruzione ufficiale e ai moderni mezzi di comunicazione, sono i figli ingrati che hanno tratto vantaggio dallo stato borghese oggi decadente.

Come insegna Pareto, nel suo Trattato di sociologia: “il sentimento di uguaglianza è in stretta relazione con gli interessi immediati degli individui che sono decisi a sfuggire determinate disuguaglianze che non sono a loro vantaggio e a dar vita a nuove disuguaglianze che saranno a loro vantaggio,e questo secondo aspetto è il loro principale interesse.”

 

La vera dimensione dell’uguaglianza è politica, non scientifica, il dogma dell’eguaglianza, o meglio della istituzionalizzazione dell’invidia, è servito come strumento di lotta, non come fine, come strumento che si utilizza ogni volta che serve per abbattere le barriere, umane o istituzionali, che ostacolano il raggiungimento del potere da parte di quei gruppi che la ostentano.

Per organizzare una risposta efficace al trionfante egualitarismo della nostra epoca è quindi necessario dimostrare la natura antiscientifica e innaturale della dottrina egualitaria, specificando che i sedicenti egualitari confondono fini con mezzi, parlano di eguaglianza come obiettivo prioritario, ma poi usano il concetto come mezzo per rafforzare il loro potere.

 

La riposta è semplice da esporre, ma complessa da raggiungere, occorre tornare alla realtà alla verità delle cose delle persone.

Dalla verità, da una visione realista della società, che è assolutamente stratificata e dell’uomo, che non è solo una macchina da programmare,derivano concetti e argomentazioni che possono sviluppare la fiducia nel popolo che le riceve.

La fiducia è un fattore importante nella lotta politica perché determina l’autorevolezza di chi ha questa visione, l’autorevolezza è la caratteristica che si riconosce a chi ha l’autorità.

 

Oggi il cosiddetto pensiero debole ha annichilito il significato di verità oggi ci sono solo opinioni soggettive, solo l’istituto monarchico è portatore di una stratificazione sana, perché sostenuta da persone che diffondono il pensiero verticale, solo il modello sociale monarchico con la sua aristocrazia o elites di competenti nelle diverse discipline è portatore di una verità forte, una verità collettiva, al di sopra di ogni convinzione individuale, che si basa sulla competenza sull’onore e rifiuta l’invidia.

 

Il pensiero forte, che sviluppa un ben definito stile di vita, può diventare il nuovo eroe, il nuovo mito, perché incarna i valori di uno stile di vita di un modello culturale, che è presente ma soffocato nel popolo e può infine agire per riportare entrambi all’onore del mondo e farli innervare bene nella società.

 

Carlo Baratta

 

immagine: movimentolibertario.com

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Articolo pubblicato il 03/04/2019