Il Crocifisso torna nelle aule

C'è voluta la sentenza d'appello del tribunale europeo

Nel momento storico in cui si cercano i siti per edificare moschee e centri culturali islamici la società benpensante aveve messo in discussione la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche.

Occorre ricordare che l'incidente è stato sollevato da una donna italiana e non da coloro i quali l'avrebbero potuto identificare come segno di discriminazione.

Ebbene gli islamici, tranne una spiacevole boutade televisiva che appartiene al passato da non ricordare, non hanno mai lamentato la presenza dei simboli religiosi della nazione in cui, bene o male, sono ospiti.

Ma ci avevano pensato le nostre rappresentanze di colore ....politico a sollevare la questione di stato.

Ebbene il paradosso sta nella doppia sentenza di un tribnale che ci ha fatto sentire ....scomodamente in Europa.

Per fortuna, e ci duole usare questa espressione, la sentenza d'Appello ha rimesso le cose a posto: il Crocifisso potrà restare colà dove la tradizione storicoculturale italiana ha sempre indicato e cioè nelle case, nelle scuole e nelle sedi istituzionali e dovunque il credo religioso lo pretenda.

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Articolo pubblicato il 03/04/2011