“È più colpevole chi fa il bene non sapendo di farlo di chi fa il male cosciente di farlo”
La morte di Socrate, quadro di Jacques Louis David

Un noto aforisma di Socrate, mai troppo compreso

 

Una frase che ha acceso numerose polemiche, seguite da numerosissime discussioni.

Viene considerata anche un autentico paradosso, quasi un Koan Zen, basato sullo choc emotivo.

Seguendo la via breve della logica più banale, verrebbe da dire che Socrate fosse impazzito, che la sua affermazione fosse irriverente, assurda e incomprensibile.

Socrate è stato un grande Maestro, forse il più grande Iniziato del V secolo a.C., quindi i parametri di giudizio devono essere necessariamente capovolti:

Se Socrate ha fatto una tale affermazione, essendo Socrate un Maestro, non può aver detto una sciocchezza, quindi sono io che non riesco a comprenderne il vero significato.

La risposta, secondo molti studiosi, va ricercata nel concetto di Consapevolezza.

La consapevolezza è la presa di coscienza di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che facciamo.

La tendenza comune, legata ai retaggi del nostro Io individuale, ci suggerisce di considerare noi stessi come una struttura a sé, indipendente e autonoma, separata dal resto dell’ambiente circostante. Coloro che hanno raggiunto un differente grado di consapevolezza si accorgeranno che non esiste un limite biologico-fisico-chimico tra noi e l’ambiente, ma che esiste uno scambio continuo di sostanze e molecole allo stato liquido, solido e gassoso che impedisce di ipotizzare un confine preciso tra noi e il resto dell’Universo.

Questa semplice consapevolezza può condurci a prendere atto che siamo un tutt’uno con il resto del Creato, un tutt’uno inseparabile, perfettamente integrato. La morte fisica ci dimostra palesemente che ogni nostra sostanza è destinata a risolversi in un continuo cambiamento e dissoluzione nell’ambiente.

La capacità di provare emozioni, di amare, di soffrire appartengono a sfere che riguardano altri tipi di consapevolezza e sono, come la capacità immaginativa o creativa collegate alla parte destra del nostro cervello.

Ai tempi di Socrate, nel periodo in cui la Filosofia greca esprimeva il proprio splendore, La parte destra del cervello aveva la possibilità di esprimersi, di udire voci, di collegarsi al complesso Pantheon di divinità trascendenti, instaurando con esse un dialogo sacro. La parte sinistra procedeva, come oggi, lungo i sentieri della fredda razionalità e del novello Illuminismo, pretendendo di affermare che la ragione deve vincere su tutte le altre Discipline, qualunque esse siano.

Il momento in cui la razionalità ebbe il sopravvento venne definito “crollo della mente bicamerale”, ovvero fine del dialogo tra i due emisferi cerebrali.

Attualmente, con l’avvento della Fisica Quantistica, gli aspetti legati al misticismo e alla visione trascendente del mondo stanno riproponendosi con grande forza, riscattando le qualità/caratteristiche di una metà del nostro cervello a torto dimenticate.

Tornando a Socrate e al suo noto aforisma, potremmo dire che coloro che sono degli inconsapevoli possono, per puro caso esprimere un’azione positiva, ma che tale azione non essendo compresa dal proprio artefice risulta essere priva di valore. Lo stesso si potrebbe dire  riguardo la responsabilità di un elefante che, entrato in una cristalleria, provochi dei disastri.

Colui che consapevolmente compia il male, a causa di una visione personale, non condivisibile sul piano etico, è per lo meno consapevole di quello che sta compiendo, quindi potrebbe comprendere che un’altra visione etica sia migliore della sua e correggersi in futuro.

L’inconsapevole non comprende nulla delle proprie azioni e potrà operare in futuro tanto nel bene come nel male.

Le autentiche scuole iniziatiche fondano il loro “credo” su un altro noto aforisma, presente a Delfi sul portale del tempio di Apollo:  CONOSCI  TE  STESSO.

La conoscenza di noi stessi, diviene, la vera Via verso l’illuminazione interiore, vera medicina salvifica.

Durante i rituali di iniziazione massonica il candidato viene in contatto con un acronimo alquanto misterioso: V.I.T.R.I.O.L o V.T.R.I.O.L.U.M., il cui significato è Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Vera Medicina.

Il altre parole: Visita la tua profonda interiorità e se attuerai un giusto cambiamento troverai la Pietra nascosta, la Vera Medicina dello Spirito.

La ricerca della consapevolezza avviene solo dopo un lungo e faticoso cammino all’interno della nostra interiorità, simile al cammino intrapreso da Dante Alighieri che lo ha condotto negli Inferi, fino al centro della Terra. Durante tale tragitto anche noi saremo messi di fronte ai nostri peccati e al male che li ha provocati.

Sarà necessario, in seguito, compiere un radicale cambiamento  per modificare la nostra visione interiore. Dante salì lungo il pelo di Lucifero compiendo una rotazione simbolica, capovolgendosi completamente, per poi intraprendere con Virgilio il sentiero della Natural Burella, verso la Luce, la Vera Medicina dell’Anima.

Per concludere, Socrate pone la massima attenzione sulla consapevolezza dell’individuo, anticipando il pensiero di Georges Ivanovic Gurdjieff che considerava la maggior parte degli uomini dei tubi digerenti in grado di trasformare il cibo in letame .. senza neppure accorgersi di farlo.

 

Immagine di copertina estratta dal Web

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/03/2019