Un ricordo di Carlo Donat - Cattin, nel centenario della nascita

Il leader politico Piemontese “controcorrente” che seppe farsi rispettare e stimare a livello nazionale

Ricorre quest’anno il centesimo anniversario della nascita di Carlo Donat -Cattin, deceduto il 17 marzo del 1991. Molti di noi che hanno avuto il piacere di conoscerlo, ad iniziare dal sottoscritto, potrebbero ricordare aneddoti di vita volti ad evidenziare la sua coerenza e caparbietà nel sostenere, con la schiena dritta, principi e scelte, magari controcorrente, in cui si riconosceva, nel rispetto del pluralismo e soprattutto a difesa del “Bene comune”.

Abbiamo invece chiesto a Mino Giachino che fu suo collaboratore diretto per alcuni anni, di tracciare un profilo umano e  politico dell’Uomo Donat Cattin.

 

 

“Carlo Donat-Cattin un grande politico e un grande uomo di Governo e che oggi si sarebbe battuto contro il declino di Torino e la fuga della FIAT.

Nel Centenario della Nascita.

 

Carlo Donat-Cattin, un grande uomo politico della cosiddetta Prima Repubblica, nacque a Finale Ligure nel Giugno del 1919.

Giovedì scorso è stato ricordato al Senato alla presenza del Capo dello Stato.

 

Carlo Donat-Cattin, si distinse sia nel Sindacato, nella politica che al Governo. Oggi si direbbe che fece la differenza almeno in due volte nella storia politica e sociale del dopoguerra. 

Nel 1969 , da Ministro del Lavoro , quando seppe gestire l’Autunno Caldo, il più grande scontro sociale del dopoguerra, quando i lavoratori volevano uscire dall’epoca dei bassi salari, che avevano rese competitive le nostre produzioni, durante una fase resa difficilissima dalle bombe di Piazza Fontana, Donat-Cattin riuscì a concludere nell’Autunno-Inverno 1969 il rinnovo di molti contratti dai metalmeccanici agli elettrici (io lavoravo all’Enel).

 

Nel 1980 al Congresso della DC dove con il famoso “preambolo”, che scrisse di suo pugno prima con Galloni e poi con Forlani cambio il destino del congresso che segnò la fine della collaborazione tra DC e PCI che in modi diversi durò dal 1976 al 1980 appunto. 

Anche per questo Bettino Craxi lo stimò molto e gli fu sempre vicino.

Carlo Donat-Cattin, con cui ho avuto l’onore di collaborare per sei anni dalla fine del 76 alla fine del 1982, fu un grande Uomo di Governo, nella tradizione dei migliori Uomini di Governo piemontesi che va da Cavour a Giolitti, Sella e Einaudi e trova la sua ultima grande espressione proprio in Carlo Donat-Cattin.

 

Donat-Cattin studiava in modo maniacale l’andamento della economia, dal quale, sapeva bene, dipende la condizione di vita della gente. I suoi interventi sulle manovre economiche e sui loro riflessi nella vita delle aziende e delle famiglie non facevano sconti a nessuno.

 Sia che fosse al Governo sia che fosse semplice parlamentare egli “battagliava” con Guido Carli, con Emilio Colombo, con la Confindustria, con gli Agnelli con i Sindacalisti, con i Direttori dei giornali. Ricordo la sua polemica col Direttore de La Stampa sugli effetti che avrebbe causato la decisione di Nixon di metter fine alla parità Dollaro/Oro dell’agosto 1971.

Carlo Donat-Cattin si fermava a parlare con la gente più umile, nelle piccole sezioni dei Paesi di montagna del Piemonte, girava nei week end il Paese a parlare nelle varie provincie italiane chiamato dai suoi amici o dalle Associazioni locali.

 

Fu un Grande Ministro del Lavoro e fu un Grande Ministro dell’Industria.

Per ridurre il costo della energia elettrica alle fasce popolari dopo il grande aumento del prezzo del petrolio del 1973 adottò la “tariffa sociale della elettricità “ una misura che interessò per 35 anni le famiglie meno abbienti lavorando su uno studio che avevo fatto io, dipendente Enel, sui consumi delle famiglie operaie della Pirelli di Settimo torinese.

Nel 1979 riuscì a far approvare ben 3 Decreti Legge per 3 grandi eventi alluvionali a Pinerolo, Alessandria e in Val d’Ossola ,malgrado la maggioranza del Consiglio dei Ministri fosse del Centro Sud. 

Gli Ospedali vengono costruiti tutt’oggi sulla base di un suo Decreto da Ministro della Sanità.

Sapeva esser duro nello scontro politico come nessun altro. 

Celebre la definizione di Gian Paolo Pansa che su Repubblica titolo’: 

“Carlo inforca i guantoni”.

 

Bellissimo il suo incipit nell’intervento al Congresso DC del 1986 quando la sua corrente di Forze Nuova con il 7% era sola in minoranza.

Iniziò il suo intervento con : ”Scusate una voce fuori dal coro”.....

Nel privato era simpatico .

Moralmente un intransigente.

Maniacale nel seguire la S.Messa domenicale. In auto aveva l’orario delle S.Messe di tutte le Chiese torinesi.

Era un Maestro di politica . 

Rispondeva a tutti gli interventi.

E chi ha avuto la fortuna di avere l’amicizia con i tanti che collaboravano con lui sentiva i suoi commenti e i suoi giudizi, vere e proprie pagelle.

Durissimo nello scontro politico , non riusciva a trattenere la battuta ma non gli ho mai sentito dire parole volgari o cattive.

I suoi riferimenti erano Maritain, Mounier, Rosmini.

Nei momenti cruciali scriveva lettere dal Papa ai Ministri, dai Segretari della DC ai Direttori dei Giornali.

 

Nel 1976 propose al Presidente della Repubblica la Nomina a Cavaliere del Lavoro di Silvio Berlusconi , quarantenne Imprenditore milanese.

Lavoratore instancabile, un errore del chirurgo ce lo tolse prematuramente nel 1991.

Penso sia contento che io , prima di molti, abbia dato vita nel 2016 alla Associazione SILAVORO e penso sia orgoglioso che io abbia avuto il coraggio di organizzare la prima Grande Manifestazione di Piazza SITAV.

Vivo si sarebbe battuto contro il trasferimento della sede fiscale della Fiat e contro il declino di Torino”.

 

Bartolomeo Mino GIACHINO 

SITAV SILAVORO 

 

 

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Articolo pubblicato il 16/03/2019