Intervista all’Avvocato braidese Alberto Rizzo, Giurista Esperto di Diritto bancario e finanziario
Lo scorso 14 Febbraio, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono intervenute nuovamente sul tema dei buoni fruttiferi postali, confermando la possibilità di una disciplina dei rapporti più favorevole ai Risparmiatori.
Per capire meglio che cosa abbia stabilito
Avvocato, quali sviluppi ha dunque sancito
Nel pronunciarsi sul ricorso di un Risparmiatore che aveva acquistato dei buoni postali fruttiferi negli anni 1982 e 1983, presentati all'incasso solo nel Dicembre del 2004,
Che cosa implica, concretamente, la sentenza per i Risparmiatori?
Secondo
È possibile l’ipotesi di un danno per chi sia in possesso dei buoni?
Affermando tale principio, e circoscrivendolo in modo specifico ai soli buoni fruttiferi sottoscritti in epoca antecedente all’emanazione del Decreto Ministeriale del Tesoro del 13 Giugno 1986, le Sezioni Unite della Cassazione hanno ribadito come la modifica “in pejus” dei tassi di interesse non sia applicabile ai buoni postali sottoscritti in data successiva e riportanti ancora i maggiori rendimenti. In questo caso, infatti, sono da considerarsi prevalenti le condizioni contenute nella tabella sul retro del buono postale, rispetto a quelle dettate dal regolamento istitutivo. Si è dunque valutata come prioritaria la tutela della fiducia e dell’affidamento del Risparmiatore.
Come si devono comportare i detentori di buoni fruttiferi postali?
È importante che tutti i possessori di buoni fruttiferi postali scaduti o prossimi alla scadenza si rivolgano a professionisti specializzati nella materia della tutela del Risparmio, per far verificare i propri buoni e accertare il diritto a ottenere l’applicazione dei rendimenti ivi riportati.
Grazie, Avvocato Rizzo, per
Un ringraziamento a Civico 20 News e ai Suoi Lettori per l’attenzione e l’interesse dimostrati.
(Immagine in copertina tratta da Gazzetta d’Alba; nel corpo dell’articolo l’Avv. Alberto Rizzo)
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Articolo pubblicato il 15/03/2019