Echi di risonanza impensabili
La vittoria della Juventus contro l’Atletico Madrid, che di fatto ha dato accesso ai quarti di finale della Coppa più ambita da ogni Club calcistico, ha a tutt’oggi un’eco di risonanza con impensabili, fino a martedì sera, risvolti economici che registrano l’impennata dei titoli bianconeri quotati in Borsa.
Una ventata di benessere, per pochi, che va a premiare il coraggio di quegli investitori che nel mondo del pallone individuano la panacea di ogni male economico, sociale o che dir si voglia. Con ciò, non si vuole criticare l’impresa commerciale in cui si è trasformato uno sport, se ancora così si può definire, dai risvolti prettamente fini all’aumento di capitali da investire per proseguire l’ascesa.
Non dimentichiamo, inoltre, che il calcio, con i contributi versati all’Organo sportivo centrale, dà sostegno a molte altre discipline dette “minori” che diversamente non potrebbero proseguire nei loro progetti. Ed allora non c’è da scandalizzarsi sulle retribuzioni faraoniche di alcuni giocatori che, se andiamo a vedere, producono più di ciò che costano e non soltanto sul campo di calcio.
Tuttavia questa considerazione si rende quanto mai opportuna: nelle manovre economiche messe in atto dai vari Governi per la sopravvivenza della Nazione Italia, è opportuna una riflessione ad ampio raggio che non penalizzi sempre i soli Cristi, bensì prenda in esame anche l’ostentato e straripante benessere sul territorio o "nei dintorni", irriverente verso chi sbarca a fatica il lunario.
Senza violare, ben inteso, il diritto privato che, tuttavia, allontana sempre più le classi, i ceti in cui si suddivide a tutt’oggi la quotidianità.
Per cui, fare i moralisti solo quando fa comodo non è indice di maturità bensì di opportunismo, lo stesso che guida le operazioni finanziarie che lasciano comunque le loro vittime sul campo:
"Ronaldo val bene una ... Champions!"
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Articolo pubblicato il 14/03/2019