Gheddafi: siete come Hitler, stop barbarie
Si continua a combattere in Libia per la conquista di Sirte ma i ribelli stamani hanno fatto sapere di essere respinti versoBen Jawad, a 150 km dalla citta' natale di Gheddafi. Il colonnello ha inviato un messaggio al vertice del gruppo di contatto che si svolge oggi a Londra per mettere a punto una strategia sulla crisi libica chiedendo di "mettere fine all'offensiva barbara paragonabile a quella di Hitler in Europa "e affermando che 'la Libia accettera' qualsiasi decisione che assumera' L'Unione Africana'. Ieri sera il presidente Usa Obama annunciando un calo dell'impegno Usa, ha comunicato che dadomani la Nato prenderà il comando delle operazioni militari. Dal canto loro i ribelli si sono impegnati a rispettare il trattato italo-libico, gli accordi con l'Eni e ad arginare l'emergenza immigrazione. Il ministro degli Esteri Frattini ha ribadito che la videoconferenza di ieri sera di Usa, Francia, Gb e Germania a cui l'Italia non ha partecipato, non era un appuntamento per prendere decisioni e ha annunciato che l'Italia ha ottenuto "il quartier generale operativo a Roma per la missione umanitaria dell'Unione europea che sarà lanciata prossimamente".
LONDRA; UNIONE AFRICANA DISERTA CONFERENZA - L'Unione Africana non sarà presente alla conferenza di Londra sulla Libia. Lo ha confermato all'ANSA un portavoce del Ministero degli Esteri britannico. Al momento non si conoscono le ragioni della defezione.
FRATTINI, NON SENTIAMO SINDROME ESCLUSIONE - "L'Italia non sente affatto la sindrome dell'esclusione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenuto alla trasmissione Otto e Mezzo su La7 interrogato sulla videoconferenza sulla Libia tra Usa, Germania, Francia e Gb alla quale l'Italia non partecipa.
"Nessuno schiaffo" subito dall'Italia dall'esclusione alla videoconferenza in corso sulla Libia tra Usa, Francia, Gb e Germania. L'Italia, ha ricordato il titolare della Farnesina, ha il comando della missione navale, ospita a Napoli il comando Nato delle operazioni ed è nel ristretto gruppo di contatto sulla Libia.
PISTELLI (PD), L'ITALIA LASCIATA FUORI DALLA PORTA - "Che fine ha fatto l'iniziativa italo-tedesca per la Libia? O era solo tedesca? La videoconferenza del quadripartito europeo atlantico dicono molto della condizione internazionale del nostro Paese: l'Italia viene lasciata fuori dalla porta". Lo afferma in una dichiarazione Lapo Pistelli responsabile Pd delle relazioni internazionali. "Una volta tanto che l'interesse nazionale e la reputazione del Paese potevano essere un vero 'legittimo impedimento' alle vicende processuali del premier, si è invece avuta la conferma - conclude Pistelli - che il governo del nostro Paese rappresenta un impedimento politico per i partner europei".
PENTAGONO, NESSUNA CONFERMA DI VITTIME CIVILI - Il Pentagono ha reso noto oggi di avere alcuna conferma di rapporti su vittime civili in Libia. Il vice ammiraglio William Gortney, portavoce del Pentagono per quanto riguarda le operazioni in Libia, ha precisato che nelle ultime 24 ore i missili della coalizione internazionale lanciati verso la Libia sono legati ad attacchi mossi dalle forze di Gheddafi contro civili.
CAPO CNT, GHEDDAFI SARA' PROCESSATO DOPO VITTORIA - Il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) degli insorti libici, Mustafa Abdeljalil, ha dichiarato che il colonnello Muammar Gheddafi sarà processato in Libia "dopo la vittoria" dell'insurrezione. L'esponente dei ribelli si è pronunciato in un'intervista sulla tv France 2.
"Dopo la vittoria, giudicheremo Gheddafi in LIbia per tutti i crimini che ha commesso", ha detto Moustafa Abdeljalil intervistato nella zona di Bengasi, roccaforte della ribellione libica. "Abbiamo un urgente bisogno di armi leggere perché siamo costretti a combattere", ha aggiunto l'ex ministro della Giustizia che ormai vive nascosto. "Cercheremo di di costruire un paese libero, democratico, dove vengano rispettati i diritti umani e l'alternanza politica", ha assicurato ancora, spiegando che il popolo libico ha effettuato "una scelta difficile, quella di affrontare un tiranno".
NAPOLITANO, INTERVENTO LIBIA E' PER PROMUOVERE DIRITTI - L'intervento in Libia "non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia ma promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici, e le libertà religiose, come pre-condizione per l'autonoma realizzazione di sistemi democratici". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Fonte: Ansa.it
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Articolo pubblicato il 29/03/2011