Resettare tutti i vitalizi e tutte le pensioni dei politici e dei sindacalisti pagate con i contributi figurativi
Ritorna il dialogo interessante, ed intrigante, con la nostra affezionatissima lettrice che dalla Liguria segue le vicende politiche che riguardano la revisione del sistema per ciò che riguarda i "trattamenti pensionistici privilegiati": l'accorato appello coinvolge, simpaticamente, un Santo la cui intercessione potrebbe essere determinante.
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Caro Parlamento,
mi chiamo Giuliana Tofani Rossi, sono pensionata, vivo a Sanremo. Il mio titolo di studio è quello della scuola media inferiore, ma ho letto la Costituzione e ti scrivo per informarti che, contrariamente a quanto credi, non sei uno degli enti previdenziali previsti dall'art. 38 e, perciò, i VITALIZI, anche se, come da contratto di governo, sono stati tagliati dall'ufficio di presidenza, non li puoi pagare.
L'art.69 della Costituzione non prevede la pensione, o VITALIZIO che dir si voglia, per i parlamentari. Invece ci sono ex parlamentari ed ex sindacalisti che percepiscono più di un VITALIZIO, e riscuotono anche la pensione pagata dall'INPS e dall'INPIGI con contributi figurativi, vale a dire con contributi sottratti ai lavoratori. Peccato che questi ultimi non siano mai stati informati che con i loro contributi si pagano ricche pensioni ai politici, che già hanno ricchi VITALIZI!!!
Caro parlamento NO, così non va. Che cosa bisogna fare? Bisogna, resettare tutti i VITALIZI e tutte le pensioni dei politici e dei sindacalisti pagate con i contributi figurativi e rifare un nuovo calcolo. Va da sé che gli ex politici, gli ex sindacalisti, o i loro eredi, devono restituire fino all'ultimo euro quanto percepito in più del dovuto, esattamente come fa l'INPS quando comunica al pensionato che deve dare indietro quanto percepito in più. La sottoscritta, ad esempio, ogni anno è costretta a dare all'INPS somme importanti (una volta quasi 6500 euro), per una pensione di reversibilità di 340 euro mensili.
Prima del “contratto di governo” c’è la Costituzione della Repubblica italiana. Il reddito di cittadinanza non è previsto dalla Costituzione. Invece l'art. 36 stabilisce che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una esistenza libera e disgnitosa.Spesso la paga del lavoratore non garantisce quanto previsto dalla Costituzione.
Le piaghe sociali di questa repubblica sono il lavoro nero e l'alta evasione fiscale e chi è pagato per controllare non controlla adeguatamente.
Comunque, caro parlamento, ho chiesto a Don Bosco, il Grande Santo piemontese, la grazia di far abolire i VITALIZI e sono certa che lo farà.
Giuliana Tofani Rossi
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Articolo pubblicato il 13/02/2019