Internet e Italia: dove siamo, dove andiamo?

L'evoluzione web in Italia secondo Fabio Mandaglio

Una delle massime che ci insegna la vita è quanto in fretta vola il tempo, quanto velocemente cambia il mondo che ci circonda e quanto in fretta ci si dimentica delle cose.

Una delle cose che tendiamo a dimenticare, a dispetto della versione storica megalomane degli Stati Uniti, santi portatori di pace e democrazia nel mondo... è che Internet nasce in Europa. Al CERN di Ginevra, al confine tra la Svizzera e la Francia per l'esattezza.

Siamo infatti agli inizi degli anni '90 quando John Berners e Robert Cailliau coniarono l'espressione World Wide Web per definire il loro lavoro sul primo server della storia di Internet. Che avessero coscienza o no dell'impatto che avrebbe avuto il loro lavoro sulla vita sociale della gente, certo non potevano immaginare che nei seguenti 20 anni quel WWW sarebbe diventato il prefisso di miliardi di siti internet sparsi ovunque sui server in giro per il mondo.

Una diffusione così rapida e capillare di una tecnologia non la si aveva avuta neppure per la radio o la televisione. Ovviamente uno sviluppo così unico e imprevedibile nasce dal fatto che il computer è essa stessa una macchina unica e imprevedibile, quanto meno negli usi che ne fanno i loro fruitori.

Questa macchina così strana era nata all'inizio come semplice ausilio tecnico per i calcoli matematici, da cui il nome Calcolatore. Erano macchine enormi e funzionavano con schede perforate e registratori a bobina. Ma il tempo cambia e la tecnologia miniaturizza. Miniaturizza a tal punto che lo stanzone pieno di computer necessario al lancio dello Sputnik nel '57, potrebbe oggi essere tranquillamente sostituito con uno dei comuni portatili con cui i ragazzini chiaccherano su Facebook tutti i giorni.

Il computer è una macchina unica nella storia dell'uomo, nata senza uno scopo preciso ma anzi adattabile ad una moltitudine di utilizzi differenti dei quali soltanto negli ultimi anni stiamo cominciando ad intravedere le possibilità.

Enciclopedie online in 270 lingue, fruibili da tutti gratuitamente ed a cui tutti possono dare il loro contributo.
Social Network con milioni di iscritti dove trovare interessi comuni nel lavoro, nell'arte o anche solo tenersi in contatto con amici o familiari di cui altrimenti perderemmo inesorabilmente le tracce.
Programmi di comunicazione tramite cui possiamo parlare o videochiamare addirittura con chiunque in tutto il mondo al semplice prezzo della nostra connessione internet.

E qui veniamo alla nota dolente: la diffusione della banda larga. Come, dove e quanto è diffuso davvero internet?
Che l'Italia sia messa male non è certo un segreto, d'altronde non poteva andare altrimenti visto la serie di incapaci storici che si è alternata negli ultimi anni nel tricolore della tecnologia e delle comunicazioni, gente capace di incredibili rossi di bilancio e incapace perfino di mettere a frutto un mercato in una situazione di monopolio totale ed indiscusso.

Molto spesso però si indica (ancora) agli Stati Uniti come il paradiso terrestre della connessione a banda larga, con i soliti luoghi comuni che recitano "Aaahh, negli USA si che è tutta un'altra storia". Ma è così per davvero?

Ahimè, non proprio. Stando alla classificà mondiale realizzata lo scorso giugno da TheNextWeb, nel campo dei costi e la disponibilità della banda larga nel globo, se l'Italia si piazza ad un mediocre diciassettesimo posto (poco avanti all'Ungheria e la Repubblica Ceca)... gli avanzatissimi Stati Uniti sono anch'essi messi maluccio, poco avanti a noi al quindicesimo posto, in coda ad Olanda, Germania, Austria, Norvegia, eccetera.

Dominano la scena incontrastati, ovviamente, i paesi asiatici come la Corea ed il Giappone, a velocità dieci volte superiori la mediocre Telecom italiana e per costi nettamente inferiori, oltre che con una copertura di banda infinitamente più efficace.

Possiamo ovviamente avere ogni tipo di opinioni riguardano la faccenda, ma ahimè i numeri parlano terribilmente chiaro. Il nostro paese ha una rete telematica di poco superiore ad un paese del terzo mondo, mentre i nostri fornitori di servizi si affannano nel patetico tentativo di spacciarci Chiavette Internet e Modem Wireless a 6/7 mega come il non-plus-ultra della tecnologia attualmente disponibile, i paesi veramente evoluti viaggiano sulla soglia dei 60 mega stabili con coperture WiMax che garantiscono, oltre ovviamente ai servizi internet per i cittadini, anche una infinità di altri utilizzi come una efficienza impareggiabile per le compagnie ferroviarie (centri di controllo e wifi per i passeggeri) oppure per la sicurezza, con reti di centinaia di telecamere a protezione civile contro il vandalismo e la criminalità.

Uno schiaffo in faccia a tutti i politici nostrani, ignari del epoca in cui vivono e delle possibilità messe a disposizione dalla tecnologia... impegnatissimi nel divulgare tecnologie morte come il "digitale terrestre", già obsoleta al tempo del suo avvento e comunque solo una misera scusa per venderci una partita di calcio a 6 o 7 euro... questo mentre il resto del mondo sposta tutte le sue trasmissioni audio-televisive su internet, che presto sostituirà sia la radio che la tv nei salotti di tutti gli abitanti della terra.

Tutti tranne quelli italiani, ovviamente. Se Galileo fosse vivo al giorno d'oggi, probabilmente cambierebbe il suo motto in eppur non si muove.
Riferito al pensiero surgelato di chi ci governa, ovviamente.

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Articolo pubblicato il 18/03/2011