Pavia. Il valore della fiducia

Beppe Ghisolfi e Alberto Rizzo: educazione ed etica come fondamento di un’Economia centrata sulle persone

Non dirlo”: così aveva commentato la Madre del Prof. Ghisolfi quando un combattivo Beppe bambino le aveva riferito, con cipiglio, di ambire alla Presidenza della Cassa di Risparmio di Fossano. Alla Famiglia, infatti, era appena stato rifiutato un prestito, per fortificare l’attività di piccoli commercianti di granaglie.

Serietà, determinazione, financo propositiva testardaggine: sono queste le cifre distintive di colui il quale non solo ha realizzato il sogno dell’infanzia (guidando il locale istituto di credito per ben quarantuno anni) ma è altresì riuscito a traguardare vette ben più ambiziose, con incarichi nazionali in ABI e ACRI, mansioni a livello europeo come Vicepresidente e Tesoriere dell’ESBG e, su scala mondiale, in qualità di Consigliere d'Amministrazione del WSBI (rispettivamente, i due organismi che accorpano e rappresentano le Casse di Risparmio su scala continentale e planetaria).

Relatore d’eccezione presso l’Università di Pavia, nell’ambito del prestigioso Master organizzato dagli Accademici Valerio Malvezzi e Flavio Ceravolo, il Prof. Ghisolfi ha tenuto una lectio magistralis sui temi dell’Educazione finanziaria e sul presente scenario degli istituti di credito in Italia.

Autore di saggi economico-finanziari apprezzatissimi in tutto il mondo (l’ultimo, “Lessico finanziario”, uscirà in settimana per Aragno), il banchiere originario di Grinzane ha rimarcato la necessità di documentarsi e aggiornarsi sui temi che riguardano l’Economia, “poiché essa si occuperà di te comunque”. La consapevolezza, la cognizione di causa e un minimo di capacità critica sono infatti strumenti imprescindibili nel marasma dell’attuale contesto socio-economico. Eppure, secondo una recente indagine promossa dall’ACRI, il 96% degli Italiani sperimenta termini e (peggio!) intraprese economiche senza aver la piena contezza di quanto stia facendo. Salvo, va detto, lamentarsi quando poi i risultati si rivelano sottotono o addirittura negativi. Al netto della trasparenza bancaria, l’interesse e il coinvolgimento attivo dovrebbero infatti essere duplici e condivisi.

Così come l’obiettività dell’informazione. Il bail-in, per esempio, è stato secondo Ghisolfi “un’invenzione della burocrazia europea”, promossa da Politici drammaticamente sprovvisti di competenze economiche e cui le banche hanno dovuto attenersi. Esso impedisce sostanzialmente gli aiuti pubblici agli istituti di credito in difficoltà, scaricando il ristoro delle perdite su azionisti, obbligazionisti e, in ultimo, correntisti con depositi sopra i 100.000 euro. Nondimeno, in Italia i salvataggi sono stati quantitativamente meno significativi rispetto al voisinage europeo: 18 miliardi di euro sborsati dall’Erario, contro i 200 miliardi di Francia e Spagna e i ben 320 erogati dalla Germania.

Il sistema bancario italiano”, osserva il Prof. Ghisolfi, “è fra i più solidi e ha saputo scontare, fra Aziende e Famiglie, 1.204.000 pratiche di sofferenza, per un totale lordo di 340 miliardi di euro”. Si tratta dei famosi NPL (Non Performing Loans, o crediti deteriorati), spiegati (ma soprattutto argomentati) ai discenti pavesi con la semplicità e la chiarezza che sempre caratterizzano gli interventi di Ghisolfi.

Accanto a Lui, Relatore nell’ambito del medesimo Master, si è espresso l’Avvocato braidese Alberto Rizzo, Giurista esperto di Diritto Bancario e Finanziario. Egli, discepolo di Ghisolfi tanto nella competenza quanto nell’affabilità, ha illustrato con calibrata dovizia le nuove frontiere inerenti la valutazione qualitativa del merito di credito. In pratica, il ritorno a un’attitudine creditizia che sia meno focalizzata sui bilanci (per forza di cose statici) ma “si dimostri fondata su di una matrice di carattere culturale, dove – rispetto ai capitali – contano maggiormente le idee e le persone”.

Nell’analisi di affidabilità di un Cliente occorre infatti che l’istituto di credito torni a valutare anche il peso di alcuni elementi intangibili fondamentali, quali a esempio l’etica. “Le banche senza etica non sono banche”, afferma con risolutezza Rizzo, “poiché a esse viene richiesto di gestire il bene più prezioso, ovvero la fiducia” (sottinteso, la fiducia nel Futuro… dove esso rappresenta poi la ragione fondativa stessa del Risparmio).

Questa visione rende l’Avv. Rizzo un alfiere del ritorno a un modello operativo che sia basato sull’Umanesimo (e sull’umanità) dell’Economia, vista come pratica filosofica da ancorarsi al perseguimento del Bene collettivo. Non a caso, alcuni fra i più insigni "statisti" della Storia (da Aristotele ad Adam Smith) furono, prima di tutto, Filosofi.

Così come fu Filosofo (prima ancora che Avvocato e Politico) Gandhi, citato da Rizzo come “amante della verità e uomo del buon senso”.

E in quest’età economica fluida, globalmente povera di valori veri e sorda al rispetto delle regole non scritte ma imprescindibili, dove il buon senso ci sarebbe... pur preferendo però restare manzonianamente nascosto per paura del (non) senso comune, eventi come quello ospitato a Pavia rammentano a discenti e cittadini l’importanza del costruire… Costruire consapevolezza e riedificare l’Economia, fondando entrambe su solide e durature avanguardie culturali.

 

(In copertina, da sinistra, il Prof. Beppe Ghisolfi, l’Avv. Alberto Rizzo e il Prof. Valerio Malvezzi)

 

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Articolo pubblicato il 30/01/2019