Consiglio Regionale del Piemonte. La rivincita del cittadino

Il 26 maggio si svolgeranno le elezioni regionali

Così gennaio è scivolato via e si sta avvicinando il 26 maggio “election day” per il rinnovo del Parlamento europeo e del consiglio regionale del Piemonte.

Se scrutassimo la situazione con le lenti degli anni scorsi, saremo veramente messi male. Il PD che ha espresso l’attuale giunta regionale è ormai ridotto ad un’accozzaglia di correnti e di personalismi in perenne conflitto tra di loro.

Ha eletto a fatica Paolo Furia, nuovo segretario regionale con una maggioranza eterogenea costruita a tavolino, mente  la scelta del leader nazionale continua a dividere i presunti aspiranti e sconcertare l’opinione pubblica, con ripercussioni anche in Piemonte.

Forza Italia che, se verranno confermati i patti di coalizione dovrebbe esprimere il candidato alla presidenza della giunta regionale per il centro destra, sta ormai oscurando  la primaria candidatura di Claudia Porchietto che avrebbe tutte le capacità e i numeri per fare la differenza e tirare la volata verso la vittoria. I Forzisti invece, si ostinano a lanciare petali caduchi a favore di candidati chiacchierati e con scarso appeal  che, almeno a Torino e provincia, centri numericamente decisivi per la volata elettorale, appaiono poco o per nulla significativi.

Nel partito del Cavaliere è crescente il timore che Salvini, spazientito da pronostici poco attraenti, in seguito all’ostentazione dei ronzini invece che dei cavalli di razza, decida di correre in proprio, con la speranza che la sua onda lunga riesca a travolgere anche il Piemonte, ove la Lega in consiglio regionale, non ha fatto di certo rimarcare valenze positive nella legislatura regionale che sta per concludersi.

In questi giorni, le attenzioni e gli occhi puntati di osservatori e cittadini, non sono rivolti ai maneggi dei politicanti di mestiere. Anzi, le manovre che stanno avvenendo sulle macerie di un partitino del centro destra in via di sfacelo, ove i naufraghi cercano di accasarsi in contenitori meno screditati per sopravvivere , pur essendo ormai decotti e già ampiamente trombati in precedenti competizioni elettorali, infastidiscono non poco l’opinione pubblica.

Il fattore vincente e le speranze certe per questa competizione, vanno ricercate altrove.

Dopo il voto negativo del consiglio comunale di fine ottobre, contro il proseguo dei cantieri della TAV, si è verificata una non momentanea levata di scudi ed aggregazione, tra il cittadino, abilmente convogliato dal preesistente movimento “ SILAVORO, SITAV” capitanato da Mino Giachino ed il sopraggiunto movimento “SI Torino va avanti”, tutto al femminile e patrocinato da sette professioniste torinesi in gergo chiamate “madamine”.

Si è poi prodotta l’union sacrée di oltre 35 sigle di operatori economici ed organizzazioni sindacali che, riunita a Torino ai primi di dicembre, ha coinvolto l’intera nazione.

La scelta SI TAV è il motivo dominante ed imprescindibile, ma l’impegno alla riscossa contro le scelte sciagurate dei grillini al governo e al Comune di Torino, si unisce all’allergia per quei riti inconcludenti tipici dei politicanti inetti ed incapaci che da molti anni, con il blocco delle grandi infrastrutture e gli ostacoli posti alle scelte per lo sviluppo ed il mantenimento dell’imprenditoria sul territorio, stanno relegando il Piemonte all’infausto ruolo di lumicino di coda tra le regioni del centro nord.

Ogni leader politico dotato di un minimo di lungimiranza, non potrà nella stesura dei programmi e nella scelta delle liste elettorali, prescindere da questa realtà che si vivifica ogni giorno.

Oltre alle due manifestazioni  promosse da Giachino e Madamine il 10 novembre 2018 e il 12 gennaio di quest’anno, ed all’assise di tremila industriali, tenutasi a  Torino ai primi di dicembre, sono in programma ulteriori concrete e autorevoli prese di posizioni.

Le manovre per piazzare nella stanza dei bottoni qualche politicante  disoccupato ed incompetente di turno, non solo non potranno più funzionare, ma otterrebbero l’effetto opposto per coloro che oseranno proporle.

Chiamparino, già designato a capo della coalizione di centrosinistra, ha capito al volo l’aria che tira. A fine anno aveva posto confini nei confronti della sparuta cerchia di NOTAV che oggi sostiene la sua amministrazione.

Cercando di farci dimenticare le opacità della sua amministrazione nel campo della Sanità, le occasioni perse per le società partecipate e sul mancato sviluppo fattivo di politiche di trasporti ed infrastrutture, si era detto disposto, ad aprire le liste elettorali nei confronti di coloro che avrebbero manifestato l’impegno incondizionato a guardare al futuro di sviluppo, lontano da retaggi ideologici contro il progresso, creando lo slogan “SI al Piemonte del SI”.

Entro metà febbraio queste indicazioni, Chiamparino, a quanto si dice, dovrebbe palesarle pubblicamente, con supporti robusti e qualificati da  parte della società civile, oltre ed a superamento delle tradizionali Liste civiche di riferimento, creando qualche mal di pancia al neo segretario regionale del PD Paolo Furia.

Il centrodestra, per ora tace.

Ma, come accennato, il primo tassello da superare, dovrebbe consistere nella compattezza o meno della coalizione.

Intanto Mino Giachino che è una vecchia volpe, ha già fatto registrare il logo “SILAVORO, SITAV” al Ministero dello Sviluppo Economico, pronto per ogni evenienza.

Anche una delle sette professioniste del “SiTorino, va avanti” e precisamente Patrizia Ghiazza, ha compiuto analogo passaggio, creando qualche disappunto alle altre madamine, che forse intendevano concretizzare il loro impegno più a lungo termine. E’ bene palesare che la registrazione al ministero dello Sviluppo economico è propedeutica alla creazione di una lista elettorale.

Quale sorpresa ci riserveranno le prossime settimane? Tenuto conto che gli elettori piemontesi tra gli oltre 112000 firmatari della petizione di Giachino non sono riconducibili in un unico schieramento, forse la partita vincente la otterrà il raggruppamento  che si presenterà con una visione meno politicamente marcata, ma più portata alle realizzazioni che hanno determinato in questi mesi il consenso plebiscitario da parte dei cittadini attraverso le petizioni e la partecipazione alle due manifestazioni.

Scenderanno in campo Giachino e Madamine con apposte Liste Civiche? Ed a vantaggio di quale schieramento?

Mino Giachino che è uno dei massimi esperti nel campo della logistica, dei Trasporti e delle grandi Comunicazioni, potrebbe avere già ottenuto qualche affidavit per ricoprire l’incarico di assessore ai Trasporti nella nuova giunta regionale.

Da parte di chi? magari per conto di Salvini, qualora corresse da solo?

Bocche al momento cucite.

Forse le promotrici del SI Torino, più che per diventare protagoniste alle elezioni regionali, si sentiranno maggiormente coinvolte, oltre che a favore della TAV, ad impegnarsi anche per risolvere le annose problematiche inerenti la Città, oggi rese ancor più nevralgiche dalla deleteria presenza di Chiara Appendino al vertice del Comune. Staranno preparandosi a sostituire degnamente l’attuale indegna prima cittadina alla prima evenienza possibile?

Nessuno al momento si sbilancia.

A questo punto c’è da auspicare che il menu proposto dalle  coalizioni in competizione, tutte, almeno a parole, a favore della TAV ( i grillini con Giorgio  Bertola candidato sono dati, al momento perdenti per i dissidi intestini al movimento e per lo scarso appeal della sindaca) non appaia indigesto o sotto la foglia di fico di qualche volto nuovo, non rimanga la consueta politica impostata nel far decantare i problemi anziché risolverli.

Da parte nostra, in sintonia con gli aderenti all’appello “Change org.” e delle altre associazioni, “parteggiamo” esclusivamente per il Piemonte, per perseguire le scelte idonee a  garantire un futuro ai giovani sulla scia di uno sviluppo consapevole ed intelligente, con l’adozione di nuove iniziative per uscire dal ristagno, adeguate ovviamente ai tempi.

Le porcate correntizie e l’ostentazione di fantocci ed evirati cantori, attivissimi, come in passato, esclusivamente all’acquisto di spazi di propaganda elettorale, non  ci interessa, anzi !

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Articolo pubblicato il 27/01/2019