Annotazioni sulla mostra «NoTools_Fork1», a Torino

Nell’ambito della mostra vi sarà un appuntamento gastronomico con Matteo Baronetto, chef stellato del ristorante Del Cambio di Torino – Un’occasione per scoprire il Teatro Paesana

A Torino, giovedì 17 gennaio, si è svolta l’inaugurazione della mostra «NoTools_Fork1», che espone fotografie di Davide Dutto.

Il fotografo Davide Dutto è stato affiancato da Giorgio Racca, ideatore e responsabile del progetto editoriale Ghost Book, volto a presentare attraverso la fotografia storie inedite dai contenuti non comuni.

Dutto ha presentato ai partecipanti il suo lavoro, descrivendo l’idea di dedicare un progetto fotografico alle posate, sviluppato in tre capitoli: Fork1, Spoon2, Knife3. Il primo corpo di fotografie è focalizzato sulla forchetta, regina delle posate, e nasce da storie reali di forchette, di cibo e di persone.

In mostra vi sono tante forchette, trovate da Dutto nei mercatini delle pulci o ricevute in dono da amici e conoscenti, che portano sulla superficie segni e tracce capaci di far immaginare all’osservatore storie di vita, di persone, di piatti, di palati.

L’attore principale degli scatti, esaltato nel suo aspetto estetico dallo sfondo bianco scelto da Dutto (40 stampe fine-art 70x100), è l’utensile “forchetta”, con i suoi rimandi storici, narrativi, tecnici, poetici, considerato alla stregua d’una proiezione o di un prolungamento del corpo umano, da cui è manovrato per raggiungere lo scopo essenziale di nutrirsi. 

È stato annunciato che, nel quadro della mostra di Dutto, si terrà martedì 29 gennaio un appuntamento gastronomico con Matteo Baronetto, lo chef stellato del ristorante Del Cambio di Torino. L’iniziativa si svolgerà a partire dalle ore 17 alle 21, dapprima negli spazi del Teatro Paesana, dove si visiterà la mostra con la guida di Davide Dutto, e poi nell’appartamento padronale di palazzo Saluzzo Paesana, che farà da aulico scenario al rinfresco a base di fingerfood, pensato insieme da Baronetto e Dutto per ristoratori e chef torinesi ma aperto a tutti, sul tema della “forchetta”, in stretta connessione con il soggetto del progetto fotografico.

Le fotografie di Davide Dutto sono esposte nel palazzo Saluzzo Paesana con ingresso da via Bligny n. 2, all’interno degli spazi che un tempo ospitavano il Teatro Paesana.

Il Teatro Paesana nacque a metà del Settecento nell’ambiente che originariamente era stato concepito come secondo androne dell’imponente palazzo Saluzzo Paesana, in asse con il portone principale affacciato su via della Consolata. L’androne era stato chiuso pochi anni dopo la sua realizzazione per ordine di re Vittorio Amedeo II di Savoia perché la presenza di un doppio ingresso monumentale per lo stesso edificio venne considerato un privilegio eccessivo.

Lo spazio, rimasto privo della funzione per cui era stato pensato, venne quindi adibito a sede di rappresentazioni teatrali, menzionato in una pianta di Torino del 1790 come Teatro Guglielmone, dal nome del proprietario. Dopo il 1822 il teatro venne trasferito in via Principe Amedeo, nella sede del Teatro d’Angennes, oggi noto come Teatro Gianduja.

L’ambiente del vecchio Teatro Paesana è stato in tempi recenti recuperato e valorizzato come spazio espositivo, in collegamento con il piano nobile e l’appartamento padronale dell’edificio, attraverso il grandioso Cortile d’Onore.

Infine, tra le storie raccontate da Dutto vi è quella curiosa che lega due tipi di forchette nate in aree geografiche e culturali diverse (Sicilia e Piemonte), ma, nonostante questo, simili tra loro nel risultato finale e nelle caratteristiche.

La forchetta appartenuta al padre dello chef siciliano Pino Cuttaia, amico di Davide Dutto, provvista di rebbi allargati, che richiama la consuetudine un tempo in uso nelle famiglie meridionali in tempi di scarsità di cibo di allargare i rebbi per poter attingere porzioni più abbondanti di cibo dal grande piatto unico posto al centro della tavola.

La seconda, non esposta in mostra, è la forchetta di Maria, la fondatrice e storica cuoca dell’osteria Veglio di La Morra (Cuneo), che soleva allargare i rebbi della forchetta, con risultato estetico affine al primo, ma per uno scopo del tutto differente, quello di impiattare più facilmente e velocemente le porzioni dei suoi fantastici tajarin!

La mostra è visitabile tutti i giorni, dalle ore 15:00 alle 20:00, tranne il lunedì e il martedì.

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Articolo pubblicato il 23/01/2019