La Regia Scuola Normale per i Sordo-Muti di Torino

In via Ottavio Assarotti, l’Istituto Professionale Statale “Albe Steiner – Balbis” occupa i locali che dal 1860 hanno ospitato la Regia Scuola Normale per i Sordo-Muti

In via Ottavio Assarotti, al n. 12, l’Istituto Professionale Statale “Albe Steiner – Balbis” occupa i locali che dal 1860 hanno ospitato la Regia Scuola Normale per i Sordo-Muti.

Non è certo il caso di insistere sulla gravità della condizione dei sordomuti, soprattutto se poveri o di modesta condizione sociale, nei tempi passati: «La dottrina associata alla carità, redense ne’ tempi moderni una parte di sgraziatissimi mortali, che nati sordo muti, viveano una vita miserrima, e passavano sulla terra poco dissimili dai bruti», come scrive nel 1835 il giornalista Defendente Sacchi.

Spigolando fra le pubblicazioni di metà Ottocento che considerano questa tematica, apprendiamo che il sordomutismo era piuttosto diffuso in Piemonte, riconducibile alla forte consanguineità che si verificava nelle valli di montagna più isolate. Del tutto emarginati, per la maggior parte analfabeti, i sordomuti nel migliore dei casi venivano relegati in inidonee istituzioni di beneficenza.

Secondo il già citato D. Sacchi, «Non è però che sia scarso il numero de’ sordo-muti in Piemonte, poiché nella sola diocesi di Torino toccano ai 600, e se ne leva il computo di 4.000 in tutto lo Stato» (1835).

Nel regno di Sardegna non erano prese iniziative significative per affrontare questo grave problema mentre, fin dal finire del ‘700, in Francia e in Austria alcuni studiosi filantropi avevano preso in considerazione l’istruzione dei sordomuti in parallelo a quella dei ciechi. A Parigi l’abate Charles Michel De l’Épée, aveva creato una scuola per i sordomuti e, sul suo modello, ne era sorta una Vienna ad opera dell’abate Stork il cui successore, l’abate Giuseppe May, aveva perfezionato il metodo parigino. Si usava il metodo mimico o gestuale, ovvero l’uso dell’alfabeto espresso con le mani, già noto presso Greci e Romani antichi, poi è introdotto il metodo orale. Per quanto concerne l’istruzione dei ciechi, nel 1784, Valentino Haüy crea una scuola a Parigi che fa da modello per quella viennese di Giovanni Wilhelm Klein che consegue ottimi risultati.

Ottavio Assarotti (Genova, 1755-1829), il personaggio titolare della via prima citata, crea una scuola per i sordo-muti: « … in Genova fino dal 1801 con metodi tutti suoi propri: nel 1812 fu elevata al grado di pubblico istituto: nel 1824 fu ampliata ed estesa; e dopo la morte dell’Assarotti avvenuta il 24 gennaio 1829, venne affidata alla direzione dell’ottimo sacerdote Boselli coll’assistenza dei maestri Carlo Richelmi e Luigi Armirotti e delle istitutrici Serafina Grega e Rosa Maggi», così scrive l’educatore e pedagogista milanese Giuseppe Sacchi nel 1834.

Con l’annessione, nel 1814, di Genova al Regno di Sardegna l’istituzione di Assarotti può essere rivendicata come presente negli Stati Sardi e proposta come la prima scuola del genere in Italia. Lo scrive il milanese Giuseppe Sacchi: «Non dobbiamo omettere, parlando dell’elementare istruzione negli Stati Sardi, di riferire che ivi pure si è pensato a redimere dall’ignoranza a cui la natura pare volesse condannati i poveri sordo-muti, mediante l’istituzione di scuole caritatevoli solo per essi destinate: anzi dobbiamo dire che qui vi ha la prima scuola dei sordo-muti che siasi fondata in Italia», quella genovese di Assarotti.

Torino, la capitale del Regno di Sardegna in questo settore era però in grave ritardo.

La ricostruzione di queste vicende porta in primo luogo a ricordare Giovani Battista Scagliotti, nato a Varallo (Vercelli) il 30 settembre 1772 e morto a Torino il 2 febbraio 1866, personaggio con cui condividiamo l’origine valsesiana il che giustifica la particolare soddisfazione di poterne narrare le vicende con dovizia di dettagli e con insolita lunghezza dello spazio occupato.

Instituti di beneficenza a Torino: relazione di Defendente Sacchi, Bollettino di notizie statistiche ed economiche d’invenzioni e scoperte italiane e straniere, fascicolo di aprile, Milano, 1835, p. 165.

Giuseppe Sacchi, Intorno all’attuale stato dell’elementare istruzione in Lombardia in confronto di altri stati d’Italia, Milano, 1834.

Foto d'epoca tratte dalla pagina FB Torino sparita su facebook.

 

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2019