LIBIA: LA NAVE MARINA MILITARE ITALIANA 'LIBRA' ARRIVA A BENGASI

A bordo della nave ci sono generi alimentari, kit sanitari, potabilizzatori per l'acqua e materiale di prima necessita'

Il regime libico sta cercando di riprendere il controllo del Paese con raid aerei contro i ribelli e manifestazioni di "vittoria" a Tripoli, affermando di aver riconquistato molte città, circostanza che la guerriglia smentisce malgrado abbia perso terreno(e la stampa britannica parla oggi di un piano segreto americano per armare gli insorti). A Ben Jawad un ultimo bilancio registra almeno 7 morti mentre nel porto di Bengasi è arrivata la nave italiana Libra, con gli aiuti e le Nazioni Unite nominano un nuovo inviato speciale per il paese.

Gli scontri di Ben Jawad sembrano fotografare sintomaticamente la situazione sul campo. A Ben Jawad, infatti (siamo a 30 chilometri a ovest di Ras Lanouf), i ribelli sarebbero stati costretti a indietreggiare e quindi a rinunciare almeno momentaneamente alla loro avanzata verso Sirte, città natale di Muammar Gheddafi. Rispetto a qualche giorno fa, quando l'avanza degli insorti sembrava inarrestabile, è un'inversione di tendenza significativa.

Ma in diverse città siamo ormai alla guerra civile. La televisione di stato libica ha annunciato che le forze fedeli al colonnello Gheddafi sono dirette a Bengasi, roccaforte dell'opposizione quasi mille chilometri a est di Tripoli. A Misurata, terza città della Libia 150 chilometri a est di Tripoli, un residente e un ribelle hanno detto per telefono che la città era controllata dalla guerriglia, malgrado un'offensiva del governo con armi pesanti.

A cambiare gli equilibri, al momento a favore del regime, potrebbe essere un "piano segreto" americano di cui parla oggi la stampa britannica. Nel tentativo di far cadere Muammar Gheddafi senza un coinvolgimento militare diretto nella crisi in Libia, gli Stati Uniti avrebbero chiesto all'Arabia Saudita di rifornire armi ai ribelli di Bengasi. Riad, che sta già facendo fronte "al giorno della collera" della sua comunità sciita (pari al 10% della popolazione), ha però mancato, fino ad ora, di rispondere alle richieste di Washington, nonostante il re Abdullah odi personalmente il leader libico che tentò di farlo assassinare circa un anno fa.

Nel paese africano intanto arrivano i primi aiuti italiani con l'attracco a Bengasi della nave Libra mentre le Nazioni Unite hanno deciso la nomina di un nuovo inviato speciale. Partita l'altro ieri da Catania, la nave Libra della Marina Militare italiana è entrata questa mattina nel porto libico di Bengasi. La nave ha a bordo circa 25 tonnellate di aiuti e materiale fornito dalla Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, destinato alla popolazione di Bengasi, la città diventata il simbolo della rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi.

Fonte: Tmnews.it

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Articolo pubblicato il 07/03/2011