Degrado in Borgo Dora
Un'immagine del borgo

I cittadini rivogliono il loro quartiere

Borgo Dora, uno degli angoli più caratteristici e storici della città, sta vivendo da tempo una situazione di degrado ambientale e frequentativo che ha sollecitato la reazione dei residenti, di coloro che colà hanno vissuto “a la manera veja” la loro borgata, i loro scorci fatti di cortili, piazze e vie rallegrate dal vocìo della gente di tutti i giorni, quella stessa del mercato di Porta Pila e del Balôn, anime della Torino che pare non esista più o almeno stia perdendo la propria identità.

   

Striscioni appesi ai condomini stanno a testimoniare un malessere diffuso che Mario, nome di fantasia del nostro interlocutore, ha voluto manifestare al nostro giornale rilasciando le dichiarazioni che andiamo a descrivere.

  

 “Posso dire – ha esordito Mario – che finora le migliorie fatte nel quartiere si sono concentrate in urbanistica ed infrastrutture mentre i problemi sociali sono rimasti anzi si sono ampliati. La forte presenza di spacciatori e venditori abusivi di qualsiasi tipo di merce è un problema molto sentito; ed  a tutto ciò si è aggiunto il bazar project che ha di fatto legalizzato l’illegalità".

 

 

Problemi che coinvolgono il commercio: "I commercianti della zona, coloro che pagano regolarmente le tasse vedono vendere la stessa  merce ad un prezzo assai inferiore: merce di cui non si conosce la provenienza e chissà da dove arriva. Un insieme di cose che fa pensare ai cittadini di vivere in un quartiere abbandonato dallo Stato; questa nostra iniziativa che recita “abbasso il degrado” ha lo scopo di cambiare l’attuale nomea della borgata. Qui c’è gente pulita che lavora onestamente è non è più disposta ad accettare che qui possa venire chiunque a fare i propri comodi".

 

Ma anche presenze poco qualificanti accendono gli animi: " La presenza degli squatter di alcuni giorni fa ha fatto traboccare il vaso; quei “signori” sono venuti qui e si sono messi a cucinare senza rispettare le minime norme sanitarie. Accanto alla “cucina all’aperto” hanno posto un banchetto con il tiro al bersaglio con immagini di carabinieri in borghese facendo pagare un euro per sparare con un fucile a pallettoni contro quelle sagome dichiarando anche nome e cognome del bersaglio. La cosa raccapricciante è che hanno fatto sparare anche dei bambini nomadi, comunque tutti “personaggi” vicini a loro. Ma quello che più mi ha sconvolto è quell’inculcare l’odio ai bimbi soprattutto verso le Forze dell’Ordine; per completare la rassegna hanno anche affisso dei manifesti indecorosi davanti ad un asilo con diciture del tipo “mignatte per una notte” a corredo di una immagine di donna seminuda. Tutto ciò va contro ogni ragione logica del vivere sociale”.

 

Ma le Forze dell’Ordine, abbiamo chiesto -,non sono intervenute? “Le Forze dell’Ordine vengono, guardano ma non fanno nulla e questo mi irrita profondamente; più volte i cittadini le hanno chiamate ad intervenire”. Forse, abbiamo aggiunto, per non creare ulteriori problematiche che avrebbero coinvolto anche persone che non c’entravano niente:

 

“Io penso – ha replicato Mario – che dietro tutto ciò c’è una volontà politica ben precisa che preferisce lasciarli fare; io sono convinto che se a fare tutto ciò fossero stati militanti di qualsiasi altro partito di diverso colore politico sarebbero stati immediatamente multati e poi allontanati. A “loro” invece è permesso di venire qui e fare quello che vogliono senza che nessuno dica niente anche perché chi si dovesse ribellare rischierebbe in quanto non protetto da chi non c’è e ci dovrebbe essere”.

 

 Mario ha anche lamentato l’assenza della Città intesa come Sindaco e Giunta nei confronti di quei cittadini che vengono considerati di serie B: “Il Sindaco deve esserlo di tutti i cittadini, anche di quelli che non sono più portati a  sopportare situazioni di invivibilità. Voglio altresì precisare che in questo quartiere non è in vigore un niet sovietico alla presenza degli squatter; il quartiere non è né di destra né di sinistra ma chiede solo decoro nelle iniziative che purtroppo questi personaggi non hanno altrimenti potrebbero proporsi ed essere anche accettati”.

 

Il prosieguo del dialogo è conseguentemente caduto sui centri sociali di zona come Askatasuna di corso Regina Margherita e l’Asilo di via Alessandria: “Voglio ricordare – è intervenuto Mario -  che l’anno scorso c’è stata una rivolta degli abitanti di quartiere contro gli “abitanti” dell’Asilo i quali incendiavano i cassonetti e non si sa perché. Il problema vero sta nel come viene espresso il concetto politico di alcune fazioni teso a sopraffare chi non la pensa in ugual maniera.

 

Noi non vogliamo più in Borgo Dora nessun colore particolare ma una frequentazione pacifica e rispettosa delle regole del vivere civile; non vogliamo più che la gente si senta in pericolo perché le strade sono piene di ubriachi che molte volte creano problemi per rientrare in casa ma anche per i commercianti che se li ritrovano davanti al negozio impedendo di fatto l’ingresso alla clientela urlando ed insultando la gente. Il degrado colpisce non soltanto chi vive qui ma anche chi ci lavora o almeno tenta di lavorare.

 

Di questa situazione hanno preso a lamentarsi anche i commercianti stranieri che in verità sono ormai la maggior parte. La questione è di quartiere e non di italiani contro gli stranieri: il problema è diffuso e colpisce tutte le etnie. Certi personaggi pensano in maniera assai distorta di dover venire qui perché la gente li vuole: la verità è che nessuno interviene per farli andar via per i motivi che abbiamo già detto.

 

Oltre tutto ci sono anche delle situazioni che definisco grottesche; il presidente della Circoscrizione, sollecitato in vari propositi, ha chiaramente detto che non si sarebbe mai messo in contrasto con il Sindaco. E’ la dimostrazione che non esiste la volontà di andare verso la cittadinanza bensì quella di favorire una ristretta cerchia di conoscenze”.

 

Il discorso è ricaduto sui già citati centri sociali e sulla radio locale che ha ottenuto il rinnovo di affitto dei per altri quattro anni nonostante che i suoi messaggi siano piuttosto discutibili e contro gli stessi governati cittadini oltre che all’opposizione. “Contro certe realtà la Città non fa nulla e si dimostra tollerante a dismisura e questo non è giusto.

 

Ricordo come furono decisi i commercianti di Porta Palazzo contro gli squatter che avevano attuato una delle loro “occupazioni” nei pressi: macellai ed altri intervennero dicendo che o se ne andavano da soli o altrimenti ci avrebbero pensato loro. Una ulteriore dimostrazione dell’assenza dello Stato, quello che dà disposizioni alle Forze dell’Ordine peraltro presenti ma senza le strumentazioni necessarie per intervenire.

 

La situazione generale si è purtroppo incancrenita su blocchi di interesse ed è per questo che i cittadini hanno deciso di ribellarsi e di dire basta facendo quello che può con iniziative silenziose, fiaccolate e cortei che purtroppo non hanno sortito alcun riscontro positivo. Se però le Istituzioni si dimostrano sorde a tutto ciò c’è il pericolo che la gente esasperata si faccia giustizia da sé ed a questo non si deve assolutamente giungere”.

 

La sensazione è che i cittadini avvertano la sensazione di perdere la loro città:”Quello che ho notato – ha detto Mario in chiusura -  è che l’andazzo generale di chi governa la città è quello di legalizzare tutto ciò su cui non si riesce a contenere una realtà anche se i cittadini si lamentano”.

 

Mario ha voluto concludere l’incontro ritornando sulla protesta in corso con le lenzuola appese ai balconi a testimoniare un degrado diffuso che colpisce ogni categoria sociale della zona: “ La speranza di tutti è che almeno questa volta il nostro messaggio non incontri un altro assordante silenzio da parte delle Istituzioni”. 

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Articolo pubblicato il 01/03/2011