La Terra degli Arcobaleni

Impressioni di viaggio di Giancarla Pipino Carbonatto: il dipartimento francese dell'Allier nella regione Alvernia-Rodano-Alpi

In questi tempi difficili per una nazione così segnata da atti terroristici, che, purtroppo, spaventano e non aiutano il turismo, desidero parlarvi del mio amore per una regione meno conosciuta della Francia rispetto ad altre.

Un piccolo paradiso, lontano da attentati, dove si vive a contatto con una natura piena di charme… un luogo che volentieri chiamo “casa”… l’Allier.

 

La Terra degli Arcobaleni

Bisogna riconoscerlo: la lingua francese ha un pregio… riesce ad ingentilire anche le parole più “ostiche”.

Un esempio? La teutonica “Genoveffa” diventa una deliziosa “Geneviève”, il gracchiante “zenzero” il musicale “gingembre” e l’elettrico “Arcobaleno” si trasforma nel magico “Arc-en-Ciel”

Ecco, proprio di “Arc-en-Ciel” desidero parlarvi, o meglio, della regione degli arcobaleni: l’Allier.

Questo angolo d’Auvergne, a sole quattro ore d’auto da Torino ed a tre da Parigi, ha un cielo che, da solo, merita una visita.

È immenso, come immense sono le pianure sottostanti disegnate dalle tipiche strade a “schiena d’asino”, con un gioco di nuvole spettacolare e, soprattutto con frequenti “Arc-en-ciel”.

Perché qui le nuvole sono dispettose e sovente, in tutte le quattro stagioni, si vede un bel sole attraverso una pioggerellina che dura pochi minuti ma produce incredibili rifrazioni dal giallo più brillante al viola più profondo.

In primavera-estate si gode di giornate profumatissime di tigli e mille fiori, dove non manca la possibilità di andare alla scoperta della natura e di luoghi che invitano alla pratica di attività all'aria aperta come la Montagna borbonese per il trekking (a piedi, a cavallo o in mountain bike).

O le gole di Chouvigny per dedicarsi alla canoa e al kayak.

O le semplici passeggiate attraverso paesini dal tipico sapore francese, come Le Montet, Saint-Pourçain Sur Sioule, o cittadine dal fascino ottocentesco come Vichy, tanto amata da Napoleone III.

Non bisogna poi dimenticare il benessere e il relax nelle città d’acqua dell’Alvernia, che ti conducono alle cure termali ma anche alla scoperta di ambienti unici, molto stile Belle Epoque, molto lussuosi e tipici dell’arte di vivere.

L’autunno-inverno, invece è fatto per la scoperta della cucina borbonese che, come la nostra cucina piemontese, ha il suo apice nei piatti autunnali.

Dalla salsiccia di frattaglie (andouillette) di Saint-Pourçain alla pompe aux grattons (schiacciata con i ciccioli) – perché del maiale non si butta via nulla – passando per il tortino di patate e tutti i tipi di selvaggina accompagnati dalla celebre senape di Charroux, questo cibo sostanzioso richiede buoni stomaci (ed un digestivo finale) ma lascia mente e cuore decisamente più sereni.

E se alla fine, uscendo per quattro passi pro digestione, alzando lo sguardo incontriamo uno splendido arcobaleno… beh possiamo sempre andare alla ricerca della pentola d’oro… gnomo permettendo!

Giancarla Pipino Carbonatto

Questi gli indirizzi, per una gita o un week-end, che consiglio, in quanto li ho sperimentati personalmente:

Per dormire:

B&B Les Aigles – Le Branches 03240 Le Theil – 0033.950043107

www.lesaigles03.fr

Per mangiare:

La Croisee des chemins - Le Montet, 41 Grand Rue

Le Quatre saison – 6 rue du Tilleul 03500 Saulcet

Potete inoltre trovare molte altre informazioni su:

www.allier-tourisme.com

http://www.ville-saint-pourcain-sur-sioule.com

 

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Articolo pubblicato il 22/12/2018