Torino - Piazza Baldissera e dintorni: un incubo ancora irrisolto
Maria Lapietra, al microfono, apre il dibattito

Finora solo palliativi che indispettiscono la cittadinanza

La Commissione congiunta sulla viabilità (?) in piazza Baldissera e dintorni con il contributo al disagio dovuto ai lavori dei corsi Grosseto e Potenza è stato l’oggetto del dibattito con i cittadini che si è svolto presso la Biblioteca Italo Calvino di lungo Dora Agrigento.

Al tavolo dei relatori i Presidenti delle Circoscrizioni interessate Luca Deri (7), Claudio Cerrato (4), Marco Novello (5) e Carlotta Salerno (6) con l' “ospite  d’onore” Maria Lapietra, Assessore comunale Piano dei trasporti e conseguenti rapporti, Piano del traffico e dei parcheggi, Politiche per l'Area Metropolitana, Provvedimenti amministrativi di viabilità, Grandi infrastrutture nel settore dei trasporti, Viabilità invernale, Area Metropolitana che ha illustrato i “provvedimenti tampone” messi in atto per contenere una situazione insostenibile che ha paralizzato, nei giorni scorsi, tutta la zona che gravita attorno ai suddetti siti.

In particolare, ha suscitato perplessità la chiusura di corso Venezia, in direzione centro, per impedire un sovraccarico alla piazza che ha ben 7 sbocchi nella “circolare” sprovvista di corsie e spropositata, a detta dei cittadini, in confronto alla dimensione del verde centrale che si sta rivelando un impedimento anziché la fluidificazione del traffico proveniente da corso Principe Oddone.

Una rotonda che prevedeva, nel progetto iniziale, il sottopasso della medesima nella direzione principale il che avrebbe sì favorito lo smaltimento della circolazione. E qui si sono accese le polemiche sulle competenze, sui “mali” ereditati per lettere non scritte, per messaggi vocali disattesi, ma anche sulla volontà politica di favorire la diversificazione dei flussi favorendo piste ciclabili percorribili, pericolosamente come i passaggi pedonali che di fatto, non avendo una regolamentazione, aumentano le attese d’inserimento nel dedalo di quella che orgogliosamente fu definita, all’inaugurazione, “la rotonda più grande d’Europa”.

Dopo le naturali “scaramucce” con l’assessore ed i Consiglieri circoscrizionali della sua parte politica a 5 Stelle, da ricordare un particolare intervento “ gestionale” dei lavori che ha suscitato l’ironico commento del Presidente Deri e che non stiamo a raccontare per non tediare gli interessati al disagio ancor più del dovuto, possiamo affermare che la dialettica istituzionale ha evidenziato ancora una volta come i cittadini siano gli “ultimi” anziché i “primi” ad essere direttamente coinvolti in virtù di quella partecipazione attiva che porterebbe sicuramente ad accogliere e mettere in atto strategie alternative scaturite da chi vive attivamente il territorio per recarsi al lavoro o chi vi risiede subendo quotidiani “inalazioni” dei gas di scarico come ha voluto sottolineare polemicamente un abitante della zona.

In conclusione, ognuno ha detto la sua ed alla fine Maria Lapietra ha comunicato di aver passato incarico al Politecnico di Torino (la panacea di ogni male) per ottenere le possibili sensate soluzioni ad un problema che non avrebbe mai dovuto essere tale; ma se ne parlava già all’abbattimento del soprappasso di corso Mortara ed agli strani cambiamenti dei sensi di circolazione nelle vie adiacenti.

In particolare, il disagio causato dalla chiusura della svolta a sinistra, verso via Gressoney, degli operatori dei Doks Dora di via Valprato 68, fra l’altro struttura protetta dalle Belle Arti e più volte set di importanti riprese cinematografiche con frequenza di TIR in entrata e uscita, il che ha convogliato il flusso del traffico sul corso Venezia regolato da impianto semaforico.

E fin qui, tutto ad hoc, secondo l’Amministrazione cittadina; ora, con la chiusura del corso suddetto, le auto sono obbligate ad intasare via Chiesa della Salute che, già di suo, non ambiva a simili privilegi, tranne coloro, che esasperati dai citati “provvedimenti tampone”, svoltano a sinistra nel controviale di corso Venezia, per l’appunto, per raggiungere la destinazione contravvenendo al codice.

Problemi che rientrano nella gestione delle Grandi Opere con un sottopasso (Piazza Statuto) in curva ed una confluenza del controviale di corso regina Margherita senza regolazione semaforica. Tante imperfezioni che nel tempo si sono ingigantite ed hanno provocato ciò che non sarebbe mai dovuto accadere.

E c’è persino chi ha lamentato l’assenza di rappresentanza della Regione Piemonte, prontamente smentito dall’intervento di Nadia Conticelli, Presidente Commissione Trasporti e Urbanistica presso Regione Piemonte, la quale ha voluto sottolineare come la Commissione si sia svolta in contemporanea al Consiglio Regionale, rendendo improbabile il positivo riscontro se non al termine del medesimo.

Attacchi che hanno svelato l’affermazione di bandiera piuttosto che la volontà di trovare “la quadra” come ha detto Marco Novello. In pratica, la soluzione sta nell’invocata “bacchetta magica” la quale è di competenza dei tecnici comunali, validissimi se lasciati operare al di là di condizionamenti fortemente di parte.

Restano perciò nel “limbo” il ripristino della linea tramviaria che doveva tagliare la piazza Baldissera in direzione di via Stradella proveniendo da via Cecchi e viceversa, il sottopasso della medesima legato all’arrivo di contributi ministeriali finora non richiesti (?) e la rotonda di via Breglio che di fatto è un’atro “tappo” al flusso del traffico.

In ogni caso, la presenza dei cittadini è fondamentale e ciò deve avvenire in ogni situazione di particolare importanza: diversamente, la competenza di pochi determina il malcontento di tutti con le conseguenze vissute in un triste mercoledì che resterà nella storia della Città.  

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/11/2018