Al Castello di Miradolo Il mondo del passato rivissuto negli scatti fotografici, accolti nelle stanze che hanno ospitato opere di Caravaggio, fino al 9 dicembre
Augusto Cantamessa assiduo frequentatore del Castello di Miradolo, sognava di vedere esposte le sue fotografie negli ambienti che in dieci anni dalla costituzione della Fondazione Cosso sono stati presentati capolavori di Orsola Caccia, Delleani, Caravaggio Beato Angelico, purtroppo il fotografo non ha potuto vedere realizzato questo sogno in quanto è mancato nel luglio 2018 (quattro mesi dall’apertura della mostra che ora si protrarrà fino al 9 dicembre). Il visitatore non può mancare questo appuntamento sia per lo spessore di quanto esposto, in quanto questo patrimonio è calato in un periodo dell’anno magico per il luogo dove si trova, sia per i colori l’intensità della luce , inoltre dalle finestre del maniero (dove sono esposte le fotografie) forse si potrà scorgere per un attimo quello che il maestro a immortalato con il suo obiettivo per trasmetterlo sulla carta fotografica.
Grazie, ancora una volta alla sensibilità della Fondazione Cosso ( che si prefigge nel valorizzare l’arte e la cultura) possiamo ammirare una selezione di oltre sessanta fotografie, il grande patrimonio culturale fotografico che Augusto Cantamessa ci ha tramandati, lo sforzo l’impegno che i due curatori:Bruna Genovesio e Patrik Losano hanno effettuato per rappresentare i setta anni di carriera del maestro. Nella conferenza stampa i due curatori, che sono anche i conservatori dell’immenso patrimonio fotografico di Augusto Cantamessa in futuro si possa avere altre iniziative di questo genere per continuare a scoprire questo meraviglioso mondo che Cantamessa ha fotografato, nel corso della sua vita. L’esposizione si articola in cinque sezioni che individuano altrettante aree tematiche, nella prima sezione le fotografie fanno compiere un viaggio nel tempo che rievoca profondi cambiamenti avvenuti nella società italiana durante gli anni del boom economico, con il tramonto della civiltà contadina e l’immigrazione verso la città.
Nella sezione Terra emerge il forte legame con il mondo rurale, del quale Cantamessa si sentiva parte, con scene di uomini e donne immortalati alle prese con le fatiche quotidiane: una raccolta di scatti, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta, che riproducono vedute del paese delle origini, si passa poi ai paesaggi che sono un invito a placare la mente per contemplare l’essenza dei luoghi e degli elementi naturali, i ritratti i volti che ci catturano: l’immagine che è avvolta dalla luce dove compaiono i segni del tempo, infine nella sezione Vintage si alternano scatti intimi come “Mia moglie”(1950).
La mostra è corredata da una istallazione sonora di particolare accuratezza creata da “Avant - derniére di Roberto Galimberti.
L’iniziativa è arricchita da un progetto realizzato sia dalla Fondazione Cosso che da Avant - dernière pensée “Da un metro in giù”, per interrogare e mettere alla prova grandi e piccini attraverso l’osservazione delle fotografie esposte. Accompagna il progetto un libretto didattico creato appositamente per fornire nuovi spunti ai visitatori di tutte le età, e si può acquistare al bookshop, prima o dopo la visita alla mostra.
Scrive Bruna Genovesio nel testo:”Fotografie che invitano ad una contemplazione per farci cogliere la bellezza di tutte le sfumature che si celano tra il bianco e il nero, tra il non colore e tutti i colori dello spettro cromatico. Nel lavoro di Cantamessa si coglie l’essenza di uomini, donne e bambini, di luoghi e oggetti quotidiani, delle “cose” che abitano il mondo. Immagini poetiche che fanno riflettere sui profondi cambiamenti avvenuti nella società italiana durante gli anni boom economico:il tramonto delle civiltà contadine, l’immigrazione verso le città con la crescita tumultuosa delle periferie urbane, l’arrivo degli immigrati dal sud e la vita errante dei zigani”.
Oggi che viviamo sempre più in solitudine, gli scatti di Cantamessa, ci fa scoprire che quel silenzio, irreale, in fondo era ma carico di calore umano. Le fotografie presenti ci fanno rivivere, per chi la visto, le scene di quel grande film del 1978 diretto dal regista di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli”.
In questa occasione e precisamente sabato 24 novembre alle 15,30 verrà presentata la prima monografia completa di Augusto Cantamessa (bilingue italiano-inglese), dove vengono raccolti gli scatti di 70 anni di vita e carriera del Maestro. L’opera curata da Bruna Genovesio Patrik Losano (203 pp.) edita dall’Artistica Editrice(2018).
Augusto Cantamessa nasce a Torino nel 1927 , fin da giovanissimo si appassiona alla fotografia, frequentando la Società Fotografica Subalpina e la Federazione Italiana Associazioni Fotografie (FIAP) confrontandosi con nomi altisonanti e illustri della fotografia. Da autodidatta si forma alla cultura visiva rispettosa delle regole compositive derivante dalla storia dell’arte. La fotografia, vissuta inizialmente da amatore diviene presto un’ insostituibile esigenza esistenziale. Cantamessa manterrà il suo lavoro di dirigente d’industria e ruberà solo ritagli di tempo per la sua grande passione, che è la fotografia. Questa scelta spesso viene letta negativamente perché il passo verso la professione è rimasto sospeso nell’aria a metà. In realtà, proprio questa scelta darà grandezza alla sua opera, perché tutela nel profondo la libertà del fotografo, nel scegliere i propri soggetti senza sostare a degli incarichi fotografici commissionati dai clienti. Il suo percorso artistico è dettato dal lavoro di Maestri internazionali come Esward Weston, Man Ray, Henry Cartier-Bresson e italiani come Mario Giacomelli, Federico Patellani, Gabriele Basilico.
Le sue opere fotografiche si trovano nelle collezioni più prestigiose istituzioni culturali sia in Italia che all’estero. Una grande mostra una lussuosa monografia una raffinata esposizione, e come sempre si va via dalla Fondazione Cosso soddisfatti per aver visitato qualcosa di intimo che a tutti un po’ ci appartiene come in questa occasione con le fotografie di Augusto Cantamessa e con un suo pensiero riportato nel testo :”Lo sguardo non ha nessun significato se non è legato ad un pensiero e i pensieri mutano continuamente”.
Descrizioni Immagini
Foto 1 Senza titolo 1975
Foto 2 Venditore di Limoni – Torino 1970 c.a.
Foto 3 Piazza del Duomo di Milano- 1995
Foto 4 Il cavallo della Giostra – Piazza Vittorio a Torino 1980 c.a.
Foto 5 La strada nuova per Cavour – 1958
Foto 6 Breve orizzonte 1955
”Augusto Cantamessa “Fotografie fino al 9 dicembre 2018.
Orari apertura: Sabato ore 14.00-18.00 Domenica 10.00-18.00; Lunedì ore 14.00-18.00. Ultimo ingresso ore 17.30.
Tutti i giorni è possibile la visita su prenotazione al n° 0121.502761
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Articolo pubblicato il 18/11/2018