La DC ritorna e trova spazio!

Con il Centro-Sinistra in cerca d’autore e tra le macerie del Centro-Destra, la DC fa sentire la sua presenza.

Mentre Berlusconi ogni giorno sfoglia la margherita per capire se potrà essere riagganciato dalla Lega e tornare un giorno al Governo del Paese, e il PD non ha ancora individuato il Segretario del rilancio, c’è chi non perde tempo e vuole riconquistare almeno gran parte degli ampi spazi occupati ai tempi della Prima Repubblica, in veste riveduta e aggiornata ai tempi: la rinata Democrazia Cristiana.

Infatti, nei giorni scorsi si è riunita la direzione nazionale del partito che ha deciso l’apertura del tesseramento sia per i soci che confermarono l’adesione alla DC nel 2012, sia per quelli che erano iscritti al partito nel 1992-93, anno nel quale si concluse politicamente l’esperienza della DC storica, ma non quella giuridica (“partito mai giuridicamente sciolto”) secondo la sentenza della Cassazione.

 

Guidata dal neo Segretario del partito, Renato Grassi, la direzione ha proceduto all’elezione dell’ufficio politico che risulta così composto: Renato Grassi, Segretario nazionale; Gianni Fontana, Presidente del Consiglio nazionale; Nicola Troisi, Segretario amministrativo e rappresentante legale del partito.

Quattro vice Segretari: Alberto Alessi, Luigi Baruffi (responsabile dipartimento elettorale), Danilo Bertoli, Ettore Bonalberti (responsabile dipartimento esteri)  e Mauro Carmagnola (dipartimento politiche sociali), Antonio Fago (responsabile dipartimento organizzativo), Franco De  Simoni (responsabile dipartimento Enti Locali), Raffaele Cerenza (responsabile dipartimento patrimonio beni materiali e immateriali).

Nella prima riunione dell’ufficio politico, in programma entro le prossime settimane,  si procederà alla nomina degli altri incarichi della giunta esecutiva.

 

Sulla base  della linea politica presentata al congresso del partito il 14 Ottobre, ribadita al Consiglio nazionale del 27 Ottobre scorso dal Segretario Renato Grassi, si ha avuto conferma  che la DC intende, da un lato, ricostruire una presenza capillare del partito in sede locale, con ampia sperimentazione di formule innovative di partecipazione politica (cenacoli popolari, comitati civico popolari, altri modelli) per allargare l’area del popolarismo e dell’associazionismo cattolico, aperta alla collaborazione con quella liberal-democratica.

 

Obiettivo concorrere alla costruzione di una vasta alleanza  laica, democratica, popolare, ispirata ai valori dell’umanesimo cristiano, europeista e transnazionale. Un partito di centro, alternativo al sovranismo nazionalista e alla sinistra, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai principi dei padri fondatori: Adenauer, De Gasperi, Monet e Schuman.

 

La DC è impegnata a redigere una piattaforma programmatica rispondente alle attese dei ceti medi produttivi e di quelli popolari dei “diversamente tutelati”, attorno alla quale dar vita a un patto federativo con quanti condividono il progetto di riforma dell’Unione europea  secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà; un’ Europa federale degli Stati, sottratta all’attuale dominio dei poteri finanziari e il ripristino della sovranità monetaria quale condizione indispensabile per garantire l’esercizio fondamentale della sovranità nazionale sancito dalla Costituzione repubblicana.

 

A quel 50% di sfiduciati e renitenti al voto nelle ultime competizioni elettorali la DC intende proporsi come il luogo della partecipazione democratica ispirata dalla fedeltà alla Costituzione e ai principi della dottrina sociale cristiana.

 

Dopo anni di cesarismo in Forza Italia e nel PD, dall’antico pare si profili energia nuova e vitale, unita alla “voglia di fare”.

 

Fotografia allegata: Mauro Carmagnola

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2018