Parlamento Europeo - "Afroitalian Power Initiative" suscita dubbi e perplessità
Mario Borghezio e Cecile Kyenge

In effetti contraddice palesemente ogni vera aspirazione ad una reale integrazione

“La cosiddetta ‘Afroitalian Power Initiative’ che l’On. Kyenge ha lanciato a Modena ci lascia sinceramente sconcertati”.

Lo dichiara l’On. Mario Borghezio che esprime dubbi sulla formazione di quello che potrebbe essere un nuovo partito o solo di un gruppo di pressione

“per ‘tirare la volata’ alla collega alle prossime Europee”.

In effetti, essa contraddice palesemente ogni vera aspirazione ad una reale integrazione degli immigrati drammatizzando ulteriormente la situazione italiana:

“Parlare di soprusi e discriminazioni serve solo a creare allarme e conflitto sociale. Non sono di certo nemiche dell’integrazione quelle regole che vorrebbero porre un freno proprio all’attività degli scafisti, di chi sfrutta il lavoro nero o di chi viene in Italia per delinquere.

Al contrario, costruire una sorta di partito ‘Black Power’ ed evocare fantomatici scenari di discriminazione, non è solo fuori dalla realtà, ma costituisce una grave offesa verso quel paese a cui l’On Kyenge deve tutto!”

Le pesanti falle che l’accoglienza senza regole ha prodotto nello Stato Sociale dei Paesi dell’UE, malgrado l’invadenza sempre più pervasiva del pensiero unico in Europa, è la realtà dei fatti che contrasta con la narrazione buonista.

“Essa mostra – insiste Borghezio – come da un’inchiesta condotta nei Paesi Bassi dal De Telegraaf in collaborazione con i Comuni e le agenzie della previdenza sociale sulla situazione dei beni e delle proprietà nei paesi di origine degli immigrati che accedono alle case popolari e ad altri contributi, che il problema esiste da decenni”.

Nella sola comunità turca vi sarebbero tra 8.000 e 12.000 dichiarazioni fraudolente come il recente caso dei rom pluripregiudicati che ricevevano aiuti dal Comune di Torino, nonostante un ‘tesoretto’ di diverse centinaia di migliaia di euro depositato in Croazia.

“Pertanto - conclude - un plauso va ai tutti quei Sindaci, come quello leghista di Lodi Sara Casanova, che richiedono certificazioni e controlli seri per non penalizzare i cittadini italiani!”

L’Europarlamentare della Lega Salvini ha, fra l’altro, caldeggiato la necessità di una normativa che imponga la presenza dei defibrillatori sugli aerei:

“Ad oggi vi è una semplice ‘raccomandazione’ da parte delle competenti autorità europee ed internazionali, ma non un obbligo inderogabile”.

Allo scopo, ha presentato al P.E. una proposta di risoluzione osservando che

“al momento, stante l’allegato 6 della Convenzione sull'aviazione civile internazionale - Doc 7300, allegato B, Medical supplies (forniture mediche), supplemento al capo 6, sezione 6.2.2, lettera a), punto 1.2, la presenza di un defibrillatore a bordo non rappresenta un obbligo inderogabile per gli operatori, bensì una raccomandazione basata sui risultati di una valutazione del rischio”.

Borghezio osserva altresì che

 “le valutazioni del rischio in materia di salute, in generale, e in volo, in particolare, sono assolutamente imprevedibili”

per cui ha inoltrato richiesta al Parlamento Europeo affinchè inviti le istituzioni pertinenti in seno all’Unione e l’Organizzazione Aeronautica Internazionale (ICAO) a rivedere e trasformare la presenza dei defibrillatori sui voli, da raccomandazione a obbligo, qualsiasi distanza essi ricoprano.

 

 

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Articolo pubblicato il 11/11/2018