Servizi: Uscire dal labirinto. Diciannovesimo Rapporto Giorgio Rota su Torino

Le considerazioni di Mino Giachino

Ieri è stato presentato il 19/o Rapporto Rota, in un incontro al quale sono intervenuti fra gli altri il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, e la sindaca Chiara Appendino.

Negli anni scorsi, in dibattiti, incontri, articoli, rapporti di ricerca, esponenti pubblici hanno evidenziato che il vero punto di debolezza per l’area torinese – che altrimenti sarebbe ben più competitiva grazie all’industria – è costituito da un settore terziario definito, a seconda dei casi e delle circostanze, come “povero”, “arretrato”, “straccione”.

Il Rapporto Rota 2018 ne trae spunto e pone l’interrogativo “Ma sarà poi così vero?”; o, meglio: essendo il terziario ampio ed eterogeneo, questi giudizi tranchant per quali comparti sono veri e per quali no?

Tra luci ed ombre emerge, tra le molteplici ed articolate analisi che Il valore aggiunto del terziario registra nell’area torinese il livello più basso del Centronord e uno dei minori incrementi recenti, mentre in alcuni comparti, come servizi alle imprese, commercio, turismo, sono oggi particolarmente diffuse, e in crescita, varie forme di lavoro precario.

Sempre in attesa della Torino – Lione, la posizione del capoluogo piemontese, rispetto ai nodi e agli assi principali del trasporto merci continentale risulta sempre più marginale, così come marginali sono sia Caselle, sia l’interporto Sito.

Il tasso di occupazione lordo delle camere alberghiere è il più basso del Centronord ed il peso di Torino nel settore congressuale e fieristico è ancora limitato, anche per la mancanza di spazi e contenitori adeguati.

Il capoluogo piemontese resta al primo posto in Italia per la ricerca e l'informatica, settore quest'ultimo nel quale però il Paese nel suo complesso occupa la 17/a posizione in Europa.

Arriva seconda dopo Milano nell'editoria libraria, ed è prima nella scolastica. Per quanto riguarda gli spettacoli, si colloca a ridosso di Roma e Milano.


 

Le considerazioni critiche di Mino Giachino

Il Rapporto Rota 2018 di fatto boccia gli ultimi 20 anni di Amministrazione perché la crescita del terziario abbinata al calo della Manifattura ci consegna una Città che cresce meno delle altre e in posizioni basse nelle varie graduatorie di settore. 

Le scelte strategiche di Castellani, Chiamparino e Fassino non sono premiate dai dati perché anche se cresciute di molto, turismo e cultura da soli non frenano il declino .

19 rapporti , quelli della Fondazione Rota, molto inascoltati cosi Torino ha continuato a declinare e non riesce ad uscire dal labirinto.

Il rapporto ROTA che analizza i problemi e le strutture di Torino da anni, anche se inascoltato, svolge una funzione importantissima e cioè quella di tratteggiare una specie di Bilancio competitivo e sociale della Città.

Per una Città che ha presentato 3 Piani decennali ma non ha mai presentato un Rendiconto sui risultati economici e sociali, dovrebbe essere il massimo, perché come postula la Legge del Principe De Curtis “é la somma che fa il totale “.

Invece no. E’ un lavoro che chi ha amministrato aziende é abituato a fare ogni mese per poter intervenire laddove i dati indicano cali del risultato. Qui forse inebriati dagli applausi o da giudizi troppi tifosi non si è mai fatto.

Anche stamane (ieri per il lettore) la Appendino e Chiamparino non hanno voluto fare questo esercizio fondamentale per la comprensione della bontà delle Amministrazioni. 

Solo Chiamparino , trascinato da una mia interruzione, ha detto che la Città nelle graduatorie con le altre Città si trova sempre in una posizione piuttosto bassa,

Senza avere in testa il suo Bilancio la Città in questi anni ha ceduto , senza far nulla Centri Direzionali , i luoghi della innovazione , a Milano .

Così negli ultimi dieci anni Torino ha perso 10 punti di PIL e si vede di volta alcune delle sue eccellenze rubata  da Milano.

Mentre Bologna, ben collegata al mercato globale,  cresce agli stessi ritmi di Milano e non cede sue attività ad altri. 

Torino senza la TAV si trova come diceva Cavour in una condizione di periferia relativa ed e condannata a cedere via via le sue realtà più innovativa.

Una Città con un terziario poco competitivo e non in grado di attrarre investimenti dall’estero perché bloccata nei suoi collegamenti col mercato globale.

Un rapporto purtroppo inascoltato negli anni cosi Torino continua a declinare e non riesce ad uscire dal labirinto.

Torino si trova in un labirinto ma nella parte più bassa.

 

Torino continua a scendere nelle posizioni e le sue Amministrazioni sono inadeguate a rilanciarla.

Anche nel Terziario dice il Rapporto la qualità é più bassa. 

Il Dibattito, salvo l’intervento applauditissimo del banchiere Camillo Venesio, é sotto tono e anche irriguardoso verso quella metà della Città che è stata penalizzata dalla crisi e dal declino e oggi non è mai stata citata una volta.

A questo proposito vorrei chiedere ai vertici delle Fondazioni Bancarie della nostra Città che negli anni hanno fatto importanti interventi a favore della Città se non si sono mai posti la domanda sulla efficacia anticiclica dei loro interventi.

Dopo aver ascoltato la presentazione e il dibattito avverto che, siccome nella economia globale non si può star fermi , senza la TAV e il collegamento all’Europa e alla Via della Seta, Torino continuerà a perdere pezzi a favore di Milano o di Genova.

Per questo é essenziale cambiare le Amministrazioni perché ne il PD ne tantomeno i 5 Stelle non sono in grado di rilanciare economia e lavoro”. 

 

Mino GIACHINO

già Sottosegretario di Stato ai trasporti

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Articolo pubblicato il 21/10/2018