Ottimi risultati per la componentistica automotive italiana

I dati dell’Osservatorio prevedono un trend stabile e positivo

Lo scorso 2017 è stato un anno assai positivo per l'industria della componentistica automotive del nostro Paese. Lo certifica la nuova edizione, presentata negli scorsi giorni, dell'edizione dell’Osservatorio sulla componentistica italiana, indagine realizzata dalla Camera di Commercio di Torino, da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e dal Center for Automotive and Mobility Innovation (Cami) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

 

Come già nella precedente edizione, anche quest’anno l’Osservatorio, basato su 467 questionari e sull’analisi di 2.190 bilanci, ha incluso nell’indagine, oltre ai tradizionali attori e alle imprese dei ricambi, nuovi settori a elevata innovazione, come quelli dell’infomobilità e del motorsport, le cui soluzioni trovano sempre più spazio anche nelle auto di serie.

 

Nel 2017, l’universo complessivo delle imprese in Italia conta 2.190 unità, con un fatturato generato dal mercato automotive di 46,5 miliardi di euro, in crescita del 6,9%; gli addetti sono 156.463 (+1,3% rispetto al 2016). L’incremento è stato trasversale a tutti i mestieri della filiera, anche quelli che in passato avevano meno beneficiato della ripresa del comparto, in primis i subfornitori, e non solo le medie e grandi imprese, ma anche numerose realtà meno strutturate. Fanno eccezione, per il terzo anno consecutivo, le attività di Engineering e Design che risultano la categoria più debole.

 

Il Piemonte si attesta, nel complesso dello scenario nazionale, anche se con un rirafforzarsi della "dipendenza" su Fca, frenando sul percorso di differenziazione.

 

Per l'anno in corso, stante i dati disponibili e i trend ipotizzati, ci si troverà di fronte a un assestamento.  Dopo un buon 2017, insomma, dodici mesi con il freno più tirato.

 

D.C.

 

(Immagine di copertina mutuata da Asarva)

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Articolo pubblicato il 17/10/2018