La via iraniana contro le molestie sessuali: "Donne occidentali, indossate il velo".

In tempi di #Metoo l'ayatollah Khamenei sul suo sito caldeggia l'adozione dell'hijab: "offre dignità e rispetto".

C’è una possibile soluzione al fenomeno delle molestie sessuali: la offre l’Islam, con il velo. L’ayatollah iraniano Ali Khamenei ha voluto marcare l’anniversario del movimento #MeToo suggerendo alle donne occidentali di adottare le regole di abbigliamento musulmane per evitare gli abusi maschili.

La Guida Suprema iraniana ha pubblicato un tweet sul suo account, in cui propone la sua via e allega un video con immagini di donne occidentali che denunciano le molestie, in sequenze tratte in prevalenza dai tg americani. La voce dell’ayatollah sottolinea le riprese, precisando che molti episodi sono avvenuti in uffici governativi.

“Con l’introduzione del velo, l’islam ha chiuso la via che porta le donne verso questa deviazione”. L’hijab, ribadisce il capo della Repubblica islamica, dà alla donne libertà e identità. Sul sito dell’ayatollah c’è anche una serie di domande sul tema, con le risposte tratte dagli interventi pubblici di Khamenei.

Secondo la massima autorità religiosa, il velo non solo non impedirebbe, ma aiuterebbe l’inserimento femminile nelle attività sociali e politiche. L’hijab “porta dignità e rispetto”, dice l’ayatollah, il quale sottolinea anche, in una inattesa coincidenza con il pensiero femminista, che la società occidentale denuda le donne ma non per loro vantaggio.

“Se una donna si vuole distinguere nella società occidentale, non ha altra scelta che usare la sua attrattività sessuale”, dice Khamenei. Secondo la Guida suprema, quando una società proibisce l’abbigliamento “immodesto” e l’uso di make-up, spesso si assiste a una rivolta. Ma non c’è nessuna rivolta se invece questi sono promossi dalla macchina di propaganda della società patriarcale occidentale.

L’Iran ritiene preziosa la famiglia, ed è proprio questo che l’Occidente non tollera, sostiene Khamenei. In realtà i risultati delle donne nella società iraniana non sembrano essere quelli a cui aspirano le occidentali: tutte le candidate alla presidenza sono state escluse dal voto dal Concilio dei guardiani, nel governo Rohani non ci sono ministri donna, e la posizione femminile è tutelata dalla legge molto meno di quella maschile.

Quanto all’hijab: secondo ilrapporto 2018 di Amnesty Intenational, “in Iran il velo obbligatorio ha permesso alla polizia e ai paramilitari di molestare e trattenere le donne che mostravano ciocche di capelli sotto il loro fazzoletto o indossavano trucco o vestiti stretti. Contro le donne che hanno partecipato alla campagna contro l'hijab obbligatorio sono state condotte campagne diffamatorie autorizzate dallo stato”.

repubblica.it

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Articolo pubblicato il 15/10/2018