IBM, 5 innovazioni per i prossimi 5 anni

Con un video IBM mostra 5 delle prossime innovazioni che potrebbero andare a caratterizzare il nostro mondo nei 5 anni a venire

Lo sviluppo tecnologico di cui trattiamo quotidiandamente sulle pagine di Hardware Upgrade non ha solo riflessi nel mercato dell'IT, ma, a più ampio spettro su tutto il mondo circostante. La sempre crescente potenza di calcolo messa a disposizione da CPU, GPU e dagli stessi smartphone consentirà, in un futuro non troppo anteriore di andare a modificare sensibilmente il nostro stile di vita.

In questo senso IBM ci fornisce in un video alcune interessanti evoluzioni e innovazioni che caratterizzeranno, a detta loro, i nostri prossimi cinque anni. A seguire ecco alcuni degli scenari previsti da IBM:

 

 

Le innovazioni su cui la nota azienda americana fanno leva nel proprio video prevedono una massiccia diffusione del data collection, grazie al quale sarà possibile avere, in tempo reale, dati riguardo ogni cosa e metterli a disposizione per la ricerca e per la gestione delle emergenze, ma non solo. IBM va oltre indicando come la pervasività dell'olografia andrà a mutare in modo sensibile non solo le interazioni con i nostri conoscenti, ma anche le attività lavorative che necessitano di cooperazione.

Tra le innovazioni, molte delle risorse, secondo IBM saranno investite nelle tecnologie per le batterie, che nei prossimi anni faranno importanti passi in avanti, così come la gestione dei consumi all'interno dei data center e le tecnologie di navigazione.

Osservando con occhio puramente critico, guardando i cinque anni passati, viene difficile pensare che tutte le innovazioni mostrate nel video possano trovare applicazione nella prossima metà di decennio. Se da un lato è vero che le tecnologie di navigazione hanno fatto e stanno facendo importanti passi in avanti, così come la gestione del consumo energetico all'interno dei datacenter è innegabile che pensare agli ologrammi in modo pervasivo sia quantomeno ottimistico.

Fonte: HardwareUpgrade.it

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Articolo pubblicato il 17/12/2010